Renata Bracale: stile di vita sano basato sulla dieta mediterranea - Le Cronache Attualità
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Renata Bracale: stile di vita sano basato sulla dieta mediterranea

Renata Bracale: stile di vita sano basato sulla dieta mediterranea

Renata Bracale, 46 anni, di origini Cilentane, è una biologa nutrizionista e docente universitaria, esperta in scienza dell’alimentazione e salute.

Laureata in Biologia con una tesi sulla nutrizione, si è specializzata in Scienza dell’Alimentazione e ha preso un dottorato in Farmacologia. Oltre al suo lavoro accademico, è nota per le sue collaborazioni con programmi televisivi come Uno Mattina , Chek up , Elisir su Rai uno, “Il mio medico” su tv 2OOO.

Autrice del libro ”La dieta del microbiota”, Renata ha sviluppato un approccio che combina le più recenti scoperte scientifiche con le antiche tradizioni alimentari, sostenendo l’importanza di un’alimentazione equilibrata per mantenere un microbioma sano e una vita longeva.

Lei è un’esperta di alimentazione e promuove uno stile di vita sano basato sulla dieta mediterranea. Quali sono i principi fondamentali di questo regime alimentare che consiglia di seguire quotidianamente?

La dieta mediterranea è l’unica dieta occidentale che porta a ogni giorno cinque porzioni di frutta e verdura sulle nostre tavole quindi un carico di antiossidanti molecole fondamentali per combattere l’invecchiamento cellulare. Inoltre è da sempre riconosciuta la dieta più sostenibile anche dal punto di vista del rispetto ambientale. Capisaldi della dieta mediterranea sono i cereali in particolare quelli integrali il basso consumo di zuccheri semplici,carne rossa prodotti processati mentre grande spazio viene dato al consumo di pesce, legumi, uova e carni magre oltre al consumo di latte derivati e olio evo;

Come è nata la sua passione per la nutrizione e quando ha deciso di dedicarsi alla divulgazione di uno stile di vita sano?

La mia passione nasce da bambina quando ricevevo preziosi insegnamenti dalla nonna RENATA nella cucina della nostra clinica di famiglia a Napoli. I segreti di questa cucina frugale ma così ricca e potente per il nostro benessere sono raccolti in 80 ricette che ho racchiuso nel mio primo libro, “La Mia Cucina Mediterranea”edito da Idelson Gnocchi;

C’è un mito o una falsa credenza sulla dieta mediterranea che vorrebbe sfatare?

Sì, che tutti crediamo di conoscerla ma in realtà nessuno porta seriamente a tavola i dettami di questo prezioso regime alimentare che racchiude in sé l’elisir di lunga vita;

In che modo possiamo rendere la dieta mediterranea più accessibile alle nuove generazioni, che spesso sono abituate a pasti veloci e poco salutari?

Facendo capire ai giovani che mangiare bene, non vuol dire demonizzare il cibo e tantomeno che sia una perdita di tempo condividere il buon cibo in amicizia. Il cibo è amore per se stesso e per gli altri e ci assicura un invecchiamento di successo.

Lei lavora anche come docente universitaria. Come vede il ruolo dell’educazione alimentare nelle scuole e nelle università per promuovere una maggiore consapevolezza?

Le istituzioni hanno un ruolo fondamentale nella divulgazione scientifica di una sana alimentazione. Recentemente ho scritto un progetto sull’importanza della divulgazione scientifica in campo nutrizionale. Il progetto è stato accettato dal mio Ateneo, l’Università degli Studi del Molise, ed ora una giovane ricercatrice ne fa materia del suo studio in un dottorato di ricerca. A noi docenti il compito di rendere semplici concetti importanti come insegnare a mangiar bene, curarsi attraverso il cibo prevenire patologie metaboliche con uno stile di vita sano e attivo;

Cosa ne pensa delle nuove tendenze alimentari, come le diete vegane o chetogeniche?

Ho da poco pubblicato un articolo scientifico in collaborazione col Censis di Roma sull’elevato consumo di alimenti addizionati di proteine. Non abbiamo bisogno di questo tipo di eccessi. A risentirne sono soprattutto i nostri organi principalmente coinvolti nel metabolismo come il fegato i reni il pancreas ed il nostro intestino;

Nel suo libro, esplora temi legati alla salute e al benessere. Qual è stato il processo creativo dietro la scrittura?

Il mio amore incredibile verso il cibo, verso la nutrizione, verso la consapevolezza alimentare e il desiderio di vivere bene. E poi sicuramente una grande dose di curiosità;

Essere un volto televisivo le offre una piattaforma importante per condividere i suoi consigli, ritiene che questo mezzo sia efficace per sensibilizzare il pubblico su temi come l’alimentazione corretta e uno stile di vita sano? Ha notato un impatto concreto sui telespettatori?

Quest’ottobre festeggio i miei primi 10 anni di collaborazione con la Rai in testate come Elisir, Unomattina , Check Up. È proprio attraverso queste trasmissioni e questi media che ho compreso quanto sia importante che noi accademici arriviamo al cuore della gente per far capire loro che mangiare bene, con consapevolezza, garantisce una vita lunga e sana prevenendo così molte patologie metaboliche prima tra tutte l’obesità;

Dahl di lenticchie

Questo piatto che oggi trovo spesso nelle abitudini alimentari dei miei pazienti, nasce dai viaggi dei miei nonni che esplorarono l’ Asia, il Giappone e l’ India negli anni ‘ 50.

Ingredienti

1 Cucchiaio di Olio Evo

1 Cipolla gialla

1 Cipolla bianca

2 Cucchiai di Garam Masala (mix di spezie indiane reperibile già pronto nei negozi di spezie orientali )

250 gr Lenticchie rosse

600 ml Brodo vegetale ( vedi ricetta del dado fatto in casa)

400 gr Polpa di pomodoro

250 gr Latte di cocco

Sale q.b.

Preparazione

Fare un soffritto (un cucchiaio olio /mezzo bicchiere d’acqua) con la cipolla ,aggiungere 2 cucchiai di Garam Masala. Fare cuocere a fuoco medio per 3-4 minuti mescolando regolarmente.

Aggiungere 250 g di lenticchie rosse. Mescolare e fare insaporire brevemente. Aggiungere il di brodo vegetale, la polpa di pomodoro ed il latte di cocco. Aggiustare di sale. Fare cuocere a fuoco moderata per circa mezz’ora o finché le lenticchie hanno assorbito quasi tutto il liquido.

Raffaella D’Andrea

 

 

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