
Michele Russo
Il Real Polverificio Borbonico di Scafati, un complesso storico e ambientale unico, che si estende tra edifici e aree su circa 130.000 metri quadrati, continua a essere oggetto di proposte. La sensazione, tuttavia, è che anche da quando – alcuni anni – le aree siano passate nelle mani del Parco Archeologico di Pompei, si navighi a vista con tante idee ma un po’ confuse. Dopo un periodo nel quale si sono registrate solo attività di manutenzione e qualche sporadica manifestazione, nei primi mesi del 2025 il Parco Archeologico di Pompei decide di pubblicare un avviso per una “consultazione preliminare di mercato” per chiedere ad operatori interessati di proporre come valorizzare, riqualificare e rigenerare tutto il compendio. In sintesi diteci, studiando analisi tecniche ed economiche di massima, cosa si potrebbe fare e poi noi facciamo una gara per vedere a chi affidare il progetto che proponete. Questo primo avviso con scadenza a Marzo viene poi prorogato al 30 Aprile 2025. Nel mentre è in corso questa procedura, in data 26 Marzo 2025, sempre il Parco Archeologico di Pompei, pubblica un avviso di gara con scadenza al 10 Maggio 2025 per affidare la gestione temporanea di una parte del complesso del Real Polverificio per 6 mesi rinnovabile fino a 18 mesi. Nelle more dell’altra procedura dagli esiti incerti e in ogni caso lontani, si cerca un soggetto privato, che sia interessato a gestire 46.000 mq – questa l’area interessata – per realizzare eventi – si legge nell’avviso – a titolo esemplificativo, fiere, manifestazioni floro-vivaistiche, eventi culturali, cinema all’aperto, concerti, eventi sportivi, attività inerenti al terzo settore, eventi enogastronomici, attività ludiche e sportive, con una capienza massima stimata di 5.000 persone. Il Parco Archeologico chiede in cambio il 10% degli incassi di questi eventi. Qualche considerazione si impone. Il primo avviso è evidente che cerca di sollecitare qualcuno che debba avere idee e immaginare un’operazione sostenibile economicamente con capitali privati, in un contesto storico-paesaggistico-urbanistico indubbiamente condizionante. Successivamente questa “idea” progettuale regalata al Parco Archeologico dovrebbe generare una gara. Nel frattempo si cerca qualcuno che si accolli la gestione e la manutenzione di una parte dell’area con eventi a pagamento, per i quali non possono non ravvisarsi alcune criticità. A partire da una prima banale osservazione: come si gestirebbero i flussi di 5.000 persone che arrivano al Real Polverificio, senza un solo posto di parcheggio in prossimità dell’entrata prevista, né adeguati parcheggi nelle vicinanze. Siamo in sintesi all’anno zero. Sappiamo che non è semplice gestire questi beni, tuttavia quando il Real Polverificio di Scafati, alcuni anni fa, venne affidato al Parco Archeologico di Pompei, l’aspettativa era che vi fosse un’adeguata valorizzazione finalizzata anche alla fruizione da parte dei cittadini e non solo di turisti per eventi a pagamento occasionali, comunque utili. Si immaginava che il Parco Archeologico potesse farsi carico di un progetto integrato di valorizzazione e fruizione che fosse supportato in maniera consistente da fondi pubblici europei, nazionali, regionali. A proposito, poi, perché con i fondi del PNRR non si è pensato a investire su questo bene importante e che fa da cerniera tra Scafati e Pompei? Immaginare che un complesso del genere possa essere utilizzato solo con una gestione privata che debba investire ingenti risorse e produrre conseguentemente guadagni adeguati non è cio’ che ci aspettavamo, non è il miglior modo per difendere beni culturali così importanti, e sarebbe l’ennesima delusione.