La pianista vietrese partita il 4 luglio 2015 per New York tornerà in Costiera solo per impalmare Steven Reina, conosciuto sull’aereo per gli States
Di OLGA CHIEFFI
Why don’t we go all together in America? Pecché nun ce ne jamm’ in America? cantava Renzo Arbore qualche anno fa. Il taglio netto, quel tuffo in acque profondissime di cartesiana memoria, una risoluzione dolorosa, per poi gioiosamente “rinascere”, ha scelto di compierla il 4 luglio, una data particolare, giorno dell’Independence Day americano, del 2015, la pianista vietrese Raffaella Nunziante. Plurititolata in Italia, dal pianoforte alla strumentazione di banda, dal corno alla laurea in lingue e letterature straniere, accompagnatrice al pianoforte in diversi master internazionali, quel 4 luglio di quattro anni fa, era sull’aereo per New York, per trascorrere un mese in vacanza nella grande mela. Vicino a lei sedeva un ragazzo dal naso decisamente intrigante. Sembra l’incipit di un film e così è stato: da quel giorno Raffaella e Steven Reina, “affatati” da un colpo di fulmine, non si sono più lasciati. Comincia, così, il new deal di Raffaella, figlia d’arte di papà Gerardo, clarinettista, stellina del Conservatorio “G.Martucci” di Salerno, la quale ha scoperto il suo amore per l’insegnamento del pianoforte ai bambini quando ha iniziato a lavorare presso una scuola media pubblica in Italia. Ha insegnato per quattro anni prima di decidere di cambiare radicalmente la sua vita, trasferendosi a New York per perseguire il suo sogno di diventare musicista e insegnante all’estero. Lì ha conseguito la laurea magistrale in Music Education presso l’Hunter College, abilitandosi, così all’insegnamento della musica dalle scuole elementari alle superiori. Attualmente insegna alla Noel Pointer Foundation e alla scuola di Pianoforte di New York, lavorando come assistente del Direttore di Parliamo Italiano, presso l’Hunter College, nonché come docente di italiano. Recentemente ha ricevuto un invito a diventare membro dell’ Hunter College, l’ Università Civica di New York, da parte della Golden Key International Honor Society, per i suoi eccezionali risultati accademici e la proposta di insegnamento in un liceo musicale dell’Upper East Side. In questo lasso di tempo Raffaella ha avuto numerose esperienze, trasmettendo il proprio sapere ad allievi di diverse culture dagli ebrei agli afro-americani, dagli italiani agli asiatici, continuando ad apprendere tradizioni musicali, praticamente da tutto il mondo. Il mondo musicale newyorkese è ben diverso dal nostro. Raffaella, con la quale c’intratteniamo sui social, ci ha raccontato del suo esordio al Metropolitan. “Ero andata lì per vedere La Bohème – riferisce Raffella – ero emozionatissima perché era sempre stato il mio sogno mettere piede in quel teatro. Tutti vestiti così eleganti, io avevo fatto del mio meglio, eppure sembravo una persona mal vestita. In ogni caso, entro, oltrepasso la hall, le mie gambe tremavano. Inizio a scendere le scale rosse e… faccio un rotolone ritrovandomi ai piedi della rampa. Il bello di New York? Nessuno si degna nemmeno di guardarti, quindi mi rialzo e ridendo come una scema, recupero in tutta fretta la mia poltrona in platea”. Attendiamo Raffaella insieme a Steven in luglio per incontrarla, vestita di bianco, nel giorno delle sue nozze, nello splendore abbagliante della luce della Divina.