di Erika Noschese
Orari di lavoro massacranti, la paura di essere contagiati, la quarantena. Medici e infermieri sono a lavoro, in questi giorni, per fronteggiare l’emergenza coronavirus. E se dall’Italia arrivano notizie poco confortanti in quanto sempre meno medici e infermieri sono disposti a recarsi a lavoro con tutti i rischi del caso, da Salerno una lodevole iniziativa. Mario Polichetti, ginecologo e direttore del reparto di Gravidanze a rischio ha dato la sua disponibilità a fornire assistenza gratuita alle persone colpite da covid19 nel salernitano. A renderlo noto è proprio il dottor Polichetti, attraverso i suoi canali social, che si mette a disposizione di famiglie attualmente in quarantena e che in questi giorni difficili per tutto il Belpaese hanno difficoltà a ricevere assistenza. «Sono pronto a fornire assistenza gratis alle famiglie in quarantena che stanno avendo problemi a reperire medici pronti ad affrontare il coronavirus», ha infatti annunciato attraverso i suoi canali social Mario Polichetti, tra le altre cose dirigente sindacale della Fials Salerno Aou Ruggi. «Mi giungono informazioni di famiglie che non hanno a disposizione medici pronti a effettuare i tamponi previsti dalla profilassi. Non voglio fare polemiche strumentali perché è importante rimanere calmi e uniti davanti alla psicosi che sta divampando, ma nonostante questo voglio poter dare il mio contributo alla causa – ha poi aggiunto il dottore – Armandomi di mascherina e pazienza sono pronto anche a raggiungere il Cilento per aiutare chi è in difficoltà. D’altronde il giuramento d’Ippocrate ci dice di fare proprio questo». Un’iniziativa senz’altro lodevole quella di Mario Polichetti mentre in molte zone d’Italia si parla di iniziative per tentare di recuperare anche medici in pensione per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Solo pochi giorni fa, Francesca Sguazzo, dirigente medico del pronto soccorso di Vallo della Lucania, attraverso facebook, aveva espresso parole di apprezzamento per i medici e gli infermieri che si ritrovano a lavorare anche 24 ore al giorno e alle volte, costretti alla quarantena per non far correre rischi ai familiari.