Progressioni verticali, regolamento c’è ma così è impugnabile dinanzi al Tar - Le Cronache
Salerno

Progressioni verticali, regolamento c’è ma così è impugnabile dinanzi al Tar

Progressioni verticali, regolamento c’è ma così è impugnabile dinanzi al Tar

di Erika Noschese
L’amministrazione comunale di Salerno, finalmente, si dedica alle progressioni verticali per gli agenti della polizia municipale. Il funzionario Luigi Della Greca ha infatti stilato il regolamento, una bozza che dovrà passare per il voto della giunta comunale ma stando ad una prima lettura troppe sono le irregolarità riscontrate che, in caso di ricorso al Tar, metterebbero all’angolo un provvedimento particolarmente atteso anche alla luce delle polemiche dei mesi scorsi per la nomina di agenti per la categoria D, quindi in parole semplici un avanzamento di carriera. “Al fine di valorizzare le professionalità interne, nei limiti delle vigenti facoltà assunzionali, il Comune di Salerno ritiene opportuno attivare procedure valutative per la progressione verticale, riservate al personale di ruolo, come dettate dalla legge e dal Ccnl Comparto Funzioni Locali del 16.11.2022, fermo restando il possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente in materia e meglio individuati nel relativo bando”, si legge infatti nella bozza che dovrebbe avere come obiettivo ultimo andare a coprire i posti mancanti per rispondere alle esigenze previste nel piano triennale del fabbisogno del personale. Quindi, da una prima e attenta lettura gli agenti della municipale in pensione da più anni hanno la possibilità di un avanzamento di carriera. Il Comune ha la necessità di promuovere al ruolo di tenente all’incirca 15 agenti ma, purtroppo, le indicazioni lanciate dai consiglieri socialisti Filomeno Di Popolo, Tonia Willburger e Rino Avella non sono state tenute in considerazione; dal Psi era infatti giunta la richiesta di un regolamento simile a quello in uso in altre forze dell’ordine, dove a contare maggiormente sono i meriti, poi i titoli ed in ultimo l’anzianità di servizio, e la conoscenza di almeno una lingua straniera. Stando alla bozza attuale, il punteggio massimo che ogni agente può ottenere è pari a 130, tenendo in considerazione l’anzianità di servizio, i titoli, le competenze ed infine il colloquio. Ora stando al contratto di lavoro nazionale, per ogni sezione il punteggio minimo da assegnare deve essere non inferiore del 20%, quindi se i punti totali sono 130 e le sezioni sono quattro (Anzianità di servizio, Titoli, Competenze e Colloquio), il minimo di punti che si possono ottenere per ognuna di queste dovrà essere di 26. E qui il primo errore: l’anzianità di servizio vale 50 punti, due per ogni anno di servizio, dando così un vantaggio importante agli agenti in servizio da più tempo; 30 punti per le competenze, altrettanti per il colloquio orale e solo 20 punti per i titoli di studio, 6 in meno rispetto a quello che dice la legge. Altro errore è relativo alla valutazione della laurea: il vecchio ordinamento, magari di una laurea in giurisprudenza vale quanto una triennale e non si specifica nulla per la specialistica, dunque il percorso completo di laurea, che vale, secondo l’attuale bozza, quanto un secondo titolo di studio. Inoltre, nella categoria titoli, emerge che i titoli professionali e di studio devono essere attinenti al profilo oggetto di selezione, senza però specificare quali siano quelli attinenti e lasciando intendere che alla fine la commissione che dovrà valutare i titoli sarà libera di decidere se una Laurea può non può essere attinente. Punteggi anche per le competenze e dal regolamento emerge che due punti saranno assegnati ad ogni candidato “in caso di possesso di competenze digitali. Il punteggio è attribuibile esclusivamente in caso di attestazione sul possesso delle competenze digitali resa dal dirigente del Settore di appartenenza del dipendente”. Dunque nel caso della Polizia Municipale il dirigente di settore dovrebbe essere il Comandante in carica, mentre la norma attualmente in vigore prevede che le competenze digitali devono essere dimostrate mediante attestati regolarmente riconosciuti dal Miur, tipo Eipass. Dunque non dal dirigente di settore, che non ha nessun titolo per rilasciare questo tipo di attestato. Nessun interesse invece per lla lingua straniera, richiesta nelle scorse progressioni verticali.In una città come Salerno, dove c’è un assessore al Turismo, Alessandro Ferrara, che da anni si sta muovendo per promozionare il nostro territorio in tutt’Europa è paradossale che agli agenti di polizia municipale, che sono quelli che più di tutto sono a contatto con il cittadino, e dunque anche il turista, non venga valutata, con un punteggio in più, la sua competenza sulle lingue straniere, e ancora più assurdo è che non si preveda neanche una domanda in lingua straniera (fatta da un docente di lingue) nel corso del colloquio. Dunque, un regolamento che allo stato attuale fa acqua da tutte le parti e per il quale sembra necessario correre ai ripari.