Il futuro delle Fonderie Pisano a Fratte è entrato in una fase cruciale, scandita da un lato dal severo verdetto ambientale dell’ARPAC e dall’altro dalla ferma volontà dell’impresa di abbandonare l’attuale sito per proiettarsi in una dimensione produttiva più moderna e sostenibile. A Palazzo di Città, l’incontro tra l’amministrazione comunale e la proprietà ha cementato la strategia del trasferimento, mentre la relazione di 180 pagine dell’organo di controllo ambientale della Campania ha messo in luce una serie di criticità e difformità che pesano sul rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia). L’attenzione mediatica e l’allarme dei cittadini residenti si concentrano da tempo sulle emissioni, gli odori e l’impatto di uno stabilimento ormai inglobato nel tessuto urbano. L’esito dei sei sopralluoghi totali condotti dall’Arpac tra il 19 maggio e il 12 giugno, che hanno letteralmente “rivoltato sotto sopra” l’impianto con l’analisi degli impatti su aria, acqua, rumore, suolo e rifiuti, ha fornito una base scientifica alle preoccupazioni. Parallelamente, l’incontro in Comune di ieri mattina ha rappresentato un “discorso interlocutorio molto importante” per definire la strategia che mira a spostare la produzione delle Fonderie Pisano di Fratte. Il documento finale dell’Arpac è una fotografia dettagliata e, per certi aspetti, impietosa delle condizioni dello stabilimento. Pur riconoscendo l’impegno dell’impresa nei test di autocontrollo, l’Agenzia ha identificato come principale punto debole lo stato di vetustà avanzato che caratterizza l’impianto produttivo. La relazione è chiara: nonostante siano state installate tecnologie finalizzate alla mitigazione dell’impatto ambientale, le condizioni strutturali e le disposizioni di conservazione dell’impianto non permettono un contenimento pienamente efficace di vapori, odori e polveri. Questo aspetto si rivela cruciale per la popolazione residente, spesso al centro di lamentele. In particolare, l’Arpac fa riferimento al fatto che non c’è una completa tenuta dei capannoni in cui si svolgono le operazioni maggiormente impattanti. Questa carenza strutturale e gestionale è l’elemento che non consente di evitare la fuoriuscita di cattivi odori che sono alla base delle frequenti segnalazioni della popolazione residente. Tra le motivazioni citate dall’Arpac rientrano la mancata chiusura delle aperture nel corso delle lavorazioni, ma anche questioni strutturali di fondo come infissi e confinamenti esterni. Tutto questo porta a non ritenere applicate le Bat (Migliori Tecniche Disponibili) per mitigare le emissioni diffuse, un requisito fondamentale per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Non solo criticità tecniche: l’Arpac sottolinea che la localizzazione dello stabilimento, situato in un contesto territoriale fortemente urbanizzato, va ad influire pesantemente sull’esito dei controlli. A pagina 24 della relazione si legge infatti che “i quantitativi emessi in termini di flusso risultano non trascurabili se rapportati al contesto in cui lo stabilimento è localizzato anche a causa del fenomeno di accumulo delle polveri nelle aree circostanti”. L’agenzia ha comunque avanzato delle proposte di adeguamento che, attraverso modifiche gestionali e impiantistiche, comporteranno l’aggiornamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, delineando un percorso per la messa a norma, seppur in un contesto che l’impresa stessa ritiene ormai superato. Contemporaneamente al rilascio della relazione Arpac, l’amministrazione comunale di Salerno e la proprietà delle Fonderie Pisano si sono incontrate ieri mattina a Palazzo di Città. L’incontro, voluto dal sindaco Vincenzo Napoli, ha avuto come tema centrale il futuro dello stabilimento e le prospettive per l’impresa, con un focus sul percorso di ricollocazione. Erano presenti, oltre al sindaco, il dirigente del settore trasformazioni urbanistiche ed edilizia, Marilena Cantisani, l’avvocato Lorenzo Lentini, legale di fiducia dei Pisano, Antonio Cammarota e Arturo Iannelli, presidenti rispettivamente della commissione trasparenza e ambiente del Comune, e l’assessore comunale all’ambiente, Massimiliano Natella. È stata ribadita la volontà di proseguire nell’intesa del Pua (Piano Urbanistico Attuativo), già valutato con il Comune, che prevede il cambio di destinazione d’uso dei suoli di Via dei Greci per renderli edificabili, facilitando così il trasferimento della produzione in un altro luogo nel giro di due anni. Questa decisione è stata presa anche alla luce delle ultime valutazioni della Corte Europea e dei rilievi dell’Arpac. L’azienda ha confermato l’intenzione di ricollocare la produzione realizzando un nuovo stabilimento che si baserà su tecnologie più moderne, avanzate e sostenibili, in particolare un impianto elettrico di nuova generazione che, nelle intenzioni della proprietà, permetterebbe di migliorare ulteriormente le performance ambientali e produttive. A margine dell’incontro al Comune, Ciro Pisano, amministratore delle Fonderie Pisano di Fratte, ha voluto chiarire la strategia e la posizione definitiva dell’azienda, sottolineando come la volontà di trasferimento non nasca da problemi di non conformità, ma da una oggettiva evoluzione del contesto urbano: “Siamo stati convocati per poter discutere su quali siano le nostre strategie adesso, perché l’amministrazione vuole capire qual è la nostra posizione in questo momento. Abbiamo confermato che la nostra posizione è quella di lasciare il sito attuale di Salerno, non perché abbiamo problemi di emissioni o di altro genere, ma perché è un sito che è diventato urbanizzato, troppo vicino alla città, quindi non possiamo più rimanere lì dove siamo ora. Abbiamo ipotizzato un percorso su come abbandonare il sito dove ci troviamo, con la nostra ferma volontà di continuare a fare impresa. Noi continueremo a fare impresa perché l’abbiamo come tradizione della nostra azienda e lo dobbiamo sia alla nostra tradizione, sia al mercato che crede in noi, sia ai nostri collaboratori con cui vogliamo continuare ad operare. Quindi abbiamo dato queste indicazioni, questa strategia, e con questa strategia andremo avanti”. La strategia del trasferimento è strettamente legata all’adozione di un nuovo paradigma tecnologico, orientato a minimizzare l’impatto ambientale, soprattutto in prossimità dei centri abitati: “Parliamo di costruire un nuovo sito produttivo con una tecnologia complementare, diversa, elettrica, cioè con una tecnologia con forni elettrici, perché il maggiore impatto che noi abbiamo è sulle emissioni. Queste, pur essendo nelle norme e nei limiti, sono troppo vicine a un centro abitato. Quindi la nuova strategia, quella che noi abbiamo ipotizzato, è di realizzare un impianto con abbassamento delle emissioni nel rispetto delle nuove norme attualmente in vigore. Le nuove norme, appunto, ci portano alla necessità di realizzare un macchinario nuovo, che è molto migliore di un macchinario che ha 20 o 30 anni. Quantunque quest’ultimo sia ancora in perfetto funzionamento, quantunque in perfetto allineamento rispetto a tutti i limiti da rispettare, una macchina nuova è sempre diversa. È il discorso della differenza fra una macchina elettrica e una macchina diesel di 40 anni fa”. Pisano ha concluso ribadendo la volontà di procedere in piena sinergia con gli enti locali, ponendo l’accento sul rispetto per la comunità: “Con il sindaco c’è stata un’interlocuzione molto importante e valida per definire la nostra strategia e per poter andare avanti assieme, perché noi vogliamo attuare le strategie a braccetto con le istituzioni, non contro le istituzioni. Vogliamo agire nel rispetto della cittadinanza e del territorio dove siamo, visto che anche noi siamo parte del nostro territorio e lo rispettiamo”.





