Partendo dalle origini senza la deviazione del Fusandola quell’intervento urbanistico (a Santa Teresa, ndr) non poteva essere realizzato. Insomma, nel bene o nel male, a quanto pare, per la realizzazione di Piazza della Libertà e del Crescent, la deviazione del torrente era obbligatoria. E da qui partirebbero i primi problemi. Volendo solo ricordare, correva l’anno ’54, quando il Fusandola fu triste protagonista della tremenda alluvione d’ottobre. Oggi, quello stesso torrente è finito sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti che sul comparto Santa?Teresa hanno aperto più filoni d’indagine.
Partirebbe tutto da lì (dalla deviazione del fiume), o quasi. Ed ecco il perché.
Secondo la cronaca dei fatti degli ultimi mesi: le relazioni, delibere ed atti amministrativi, riguardo alla deviazione del torrente, sarebbero stati tutti già acquisiti dal Noe e dalla Guardia di Finanza. In quella parte, dove il Fusandola ha cambiato il suo tracciato naturale, si sono verificati gli ormai noti crolli nel cantiere della costruendo Piazza della Libertà.
Certo due più due, non fa sempre quattro. Ma in quel settore, che sarà ora oggetto di verifiche tecniche disposte dalla Procura di Salerno, qualcosa è andato sicuramente storto.
Le concessioni demaniali. Spostandoci dalla parte realizzata alle carte l’attenzione è tutta verso gli atti demaniali: nessuna sdemanalizzazione, vincoli e una concessione che sta per scadere. Tutto questo riguarda il solo torrente Fusandola, amministrativamente parlando. Il prossimo 16 settembre la concessione demaniale temporanea scadrà. Poi, o ci sarà il rinnovo o è previsto il ripristino dei luoghi. Delle due l’una, naturalmente. Solo che il rinnovo prevede che si verifichino tutte le condizioni dettate dalle normative e dal Codice della Navigazione. Per questi quattro anni di concessione provvisoria, il Comune avrebbe già sostenuto, per il solo torrente Fusandola, un canone di 10 mila euro circa. Ma in ogni caso, dopo occorrerà, trattandosi di un’opera non removibile (si costruiscono parcheggi interrati con la relativa piazza), il tratto andrà sdemanalizzato. Sempre se ciò è previsto dalla legge. Parliamo, ricordiamo, sempre di un torrente vincolato. Tre i vincoli imposti, compreso quello che ha riguardato tutti i corsi d’acqua interessati dall’alluvione del ’54. Sempre, stando alle carte, al vaglio c’è anche un parere dell’agenzia del demanio, rilasciato sulla base della documentazione tecnica fornita dall’allora direttore settore opere pubbliche di Palazzo di Città, Lorenzo Criscuolo. Parere rilasciato non senza le dovute prescrizioni. Tra cui, titolo abilitativo ai sensi dell’articolo 34 del codice della navigazione, certificato di collaudo e relativo manuale di manutenzione delle opere. Oltre, infine, gli ulteriori pareri favorevoli degli altri enti interessati. Naturalmente, allo stato, non è dato sapere se siano state rispettate le prescrizioni, oppure no. Stando all’avanzata realizzazione dell’opera pare di sì. Ma ciò sembra che sia oggetto di verifica da parte dell’autorità giudiziaria. Tra l’altro il parere è finalizzato alla conseguente sdemanalizzazione. E dunque, si ritornerebbe al punto di partenza. Di recente, stando alla cronaca di fatti, Italia Nostra ha denunciato l’occlusione dell’alveo del torrente, a seguito di una recente mareggiata. Il tutto documentato e portato all’attenzione della Capitaneria di Porto. Il torrente Fusandola non sarebbe l’unica parte della mega piazza non sdemanalizzata. All’appello mancherebbero altre porzioni, comprese parti di mare.
I crolli e le verifiche. Ritornando alla Piazza sui crolli l’elenco degli iscritti sul registro degli indagati si è allungato nei giorni scorsi, dove, da qualche giorno, compare anche il nome del dirigente comunale Ragusa, oltre a tecnici, titolari e progettisti. Ora le verifiche tecniche dovranno accertare le cause. In sintesi la responsabilità di tali cedimenti. Parliamo sempre del settore interessato dalla deviazione del torrente che, dopo l’incidente probatorio ed il successivo dissequestro, dovrà essere oggetto di interventi di abbattimento, di ricostruzione e di consolidamento.
Ma prima si dovrà accertare chi pagherà tutto questo. E non si escludono contenziosi e cause civili tra le imprese (sia Esa che Lotti, l’una esecutrice, l’altra incaricata della progettazione) con il Comune di Salerno. Ma questa è tutt’altra storia. Ora gli occhi sono tutti puntati al Palazzo di Giustizia, dove sembra che l’attenzione sia alta sul contestato comparto di Santa Teresa.
22 aprile 2013