Peste Suina, il Parco vede il commissario - Le Cronache
Provincia

Peste Suina, il Parco vede il commissario

Peste Suina, il Parco vede il commissario

Fa sempre più paura la peste suina africana che sta colpendo i cinghiali della provincia di Salerno. Un’emergenza diffusa nell’area del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni dove, tra l’altro, se ne vive un’altra da tempo immemore e cioè quella legata alla diffusione di ungulati nell’intero territorio. Un qualcosa che ha fatto muovere anche la dirigenza dell’Ente.

Il Presidente del Parco Giuseppe Coccorullo incontrerà nei prossimi giorni il commissario straordinario alla peste suina africana Vincenzo Caputo per sottoporre la particolare situazione che si sta vivendo nei territori dichiarati “zona rossa”, in particolar modo per evidenziare le gravi ripercussioni al settore zootecnico suinicolo. Sono diciassette i comuni che rientrano nell’area di maggiore interesse: Buonabitacolo, Casalbuono, Casaletto Spartano, Caselle in Pittari, Montesano sulla Marcellana, Monte San Giacomo, Morigerati, Padula, Piaggine, Rofrano, Sala Consilina, Sassano, Sanza, Teggiano, Torraca, Tortorella e Valle dell’Angelo.

A tale riunione parteciperanno anche i sindaci dei comuni coinvolti che al momento sono limitati al Vallo di Diano, ma qualche traccia del virus si sta iniziando a trovare anche in altre zone della provincia come la Valle del Sele o il Cilento. «La filiera suinicola è in ginocchio – le parole di Giuseppe Coccorullo – occorrono misure urgenti di sostegno con erogazione di adeguati indennizzi.

Chiederemo di potenziare le azioni di contrasto al fine di abbattere quanti più cinghiali possibili per contenere ed eradicare l’infezione, soprattutto nelle zone interessate dall’ordinanza del 26 maggio». Tornando alla questione “peste suina africana” è necessario sottolineare ciò che in molti stanno tentando di far capire alla popolazione, all’interno della quale monta la psicosi. C’è paura, ed anche tanta, soprattutto sulla scorta delle recenti epidemie animali quali l’aviaria o l’ormai arcinota “mucca pazza”, ma ciò che sta accadendo oggi è quanto di più lontano da tali esperienze. Il virus della peste suina africana non è assolutamente pericoloso per l’uomo essendo portatore di una patologia limitata al mondo animale e quindi incapace di fare il salto di specie come era, giusto al fine di fare un esempio, per il Coronavirus o per l’ebola, entrambi capaci di infettare anche l’uomo battendo e sconfiggendo il sistema immunitario.

Il problema è dunque per i maiali domestici perché un’infezione in un allevamento, oltre a determinare la morte dei capi per malattia, obbliga gli allevatori a sopprimere i capi creando così un danno economico enorme dal quale difficilmente una piccola azienda potrebbe rialzarsi. Ed è questo ciò che il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni vuole evitare, andando a tutelare gli allevamenti e le aziende. A cercare di fare chiarezza c’è anche l’unione regionale dei macellai per la Campania che non usa mezzi termini: «la carne di maiale è sicura – dicono – e può essere consumata senza alcun timore anche perché basta cuocerla per non correre alcun tipo di rischio».