È una storia infinita, ormai, la vicenda del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. La singolar tenzone che la Regione Campania sta tenendo con l’Ente si arricchisce di un nuovo capitolo. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha rigettato il ricorso proposto da De Luca contro la seconda nomina a commissario di Marcello Feola, già nominato a gennaio. «Anche sul Parco del Cilento, degli Alburni e del Vallo di Diano – dice il senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone – De Luca gioca solo ad interdire fregandosene delle Istituzioni e dei Cittadini. Il TAR boccia la sua richiesta di annullamento della nomina del Commissario Feola nelle more che si concluda la procedura per formalizzare la nomina del Presidente Coccorullo. Con questo ennesimo atto di stupidità politica ed amministrativa, il Governatore conferma che non gli interessa nulla delle sorti del Parco ma è solo animato da un livore personale». Questo dunque è l’ennesimo tassello dell’intricato mosaico che da inizio anno si sta componendo e che porta il nome di Parco del Cilento.
La situazione
Al momento, c’è un presidente designato che è Giuseppe Coccorullo. Il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin aveva inserito il suo nome nella terna presentata a De Luca (tema su cui torneremo più avanti, ndr). Gli altri due erano il commissario nominato ma illegittimo Marcello Feola e il già vicesindaco nonché sindaco facente funzioni di Castellabate Luisa Maiuri. De Luca ha scelto l’imprenditore Coccorullo. Adesso, c’è da attendere che si concluda l’iter di nomina del presidente. La legge vuole che il suo nome segua alcuni passaggi burocratici: l’antimafia, la Severino, le commissioni ambiente di Montecitorio e Palazzo Madama, la Corte dei Conti. A quel punto, il plico sarà sulla scrivania del responsabile del dicastero di Via Cristoforo Colombo che dovrà solo apporre la firma per rendere effettivo il decreto di nomina del presidente e dare dunque al Parco una guida con pieni poteri.
I fatti precedenti
Era il mese di gennaio e il commissario Tommaso Pellegrino concludeva il suo mandato. Il successore venne individuato in Marcello Feola, con un incarico diretto per sei mesi e propedeutico alla nomina di presidente. Vincenzo De Luca non ci sta e presenta ricorso al Tar. I giudici del tribunale gli danno ragione: la nomina è illegittima. Tutto torna a Roma: il governo è obbligato a presentare una terna di nomi. Coccorullo è il nome scelto da De Luca e mentre scorre il tempo per l’iter, il Parco ha bisogno di una guida. Pichetto Fratin rimette in sella Feola. De Luca ricorre al Tar e così torniamo all’inizio di questo nuovo capitolo.
Ed ora?
Adesso, col commissariamento messo in cassaforte, Feola può guidare l’Ente e poi lasciare il posto a Coccorullo che scalpita e che ha già iniziato a lavorare per inserirsi pian piano nel meccanismo amministrativo, in un periodo fondamentale per la storia d’Italia.