Ok al Salva Comuni ma ora insorgono i consiglieri di opposizione: "Dimissioni" - Le Cronache
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Ok al Salva Comuni ma ora insorgono i consiglieri di opposizione: “Dimissioni”

Ok al Salva Comuni ma ora insorgono  i consiglieri di opposizione: “Dimissioni”

di Erika Noschese

“L’Amministrazione di Salerno decide l’adesione al decreto “Salva Città”. Non avevamo dubbi ed abbiamo da tempo annunciato che la G.M. sarebbe stata costretta, non avendo scelta ed altre soluzioni, in virtù delle drammatiche condizioni economiche e finanziarie in cui versa l’Ente”. Lo ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia, Roberto Celano dopo la decisione dell’amministrazione comunale di aderire al Salva Comune, scelta che suscita l’ira dei consiglieri di opposizione, contrari alla decisione o che, quanto meno, chiedono di conoscere lo stato reale delle casse comunali. “Avevamo ragione, anche questa volta, quando parlavamo di condizioni almeno di pre-dissesto per le casse del Comune. L’adesione al salva Città non comporta alcun beneficio finanziario per Salerno, nessun trasferimento di risorse è previsto per i Comuni  che, trovandosi nelle condizioni di difficoltà previste dalla norma (e Salerno è la città d’Italia tra quelle non metropolitane con il più elevato disavanzo pro capite!), potranno sottoscrivere un contratto con il governo (aderendo al Salva Città) che prevede, “in cambio” di una sorta di commissariamento, la sospensione dei termini della procedura di dissesto per i primi due anni del piano. Si tratta di un vantaggio non indifferente unicamente per gli amministratori che ci hanno condotto sul baratro del dissesto, che godranno di una sorta di salvacondotto per le responsabilità politiche e patrimoniali e relative conseguenze, previste dall’art. 248 del Tuel. Pagheranno, purtroppo, ancora i cittadini di Salerno”, ha dichiarato Celano, evidenziando il piano di rientro oggetto del contratto sarà infatti incentrato sull’aumento dell’addizionale Irpef (nella circostanza si potrà andare oltre l’aliquota massima aggiungendo un ulteriore 2 x 1000!), sulla riduzione delle spese correnti per il 2%, sulla vendita del patrimonio, sull’aumento dei canoni, sulla riduzione della spesa del personale e sulla razionalizzazione delle partecipate. “Pagheranno, dunque, i Salernitani cui, ormai da tempo, non vengono assicurati neppure i servizi essenziali, nonostante da anni siano sottoposti ad una tassazione incresciosa, la più alta d’Italia. Si è costretti ad aderire, dunque, facendo pagare alla città il conto salatissimo dell’incapacità di chi ha governato per oltre 5 lustri la città, cementificando ogni spazio (pur di incamerare risorse), dissipando risorse per finanziare il consenso, lasciando la città sul lastrico – ha aggiunto il forzista – Dove sono finite le ingenti risorse acquisite dalle tasse dei Salernitani? E dalla già consistente svendita del patrimonio cittadino? E dagli oneri derivanti alle speculazioni edificatorie diffuse in ogni quartiere della città? È l’ora che i Salernitani aprano definitivamente gli occhi e prendano coscienza della drammaticità delle condizioni in cui il sistema ha ridotto la città. Basta racconti favolosi, frottole e rimballi di responsabilità, chi ha governato Salerno per quasi 30 anni in maniera così maldestra, per pudore, dovrebbe lasciare il disturbo”. Ad insorgere anche i rappresentanti del gruppo Oltre Donato Pessolano, Corrado Naddeo, Antonio D’Alessio, Leonardo Gallo e Giuseppe Ventura: “Sarebbe ora di capire come sono stati sperperati, in tanti anni, milioni di euro e come mai nonostante i cittadini di Salerno paghino le tasse più alte d’Italia i servizi siano inesistenti e i buchi di bilancio sempre più consistenti – hanno dichiarato – Amministratori con un minimo di dignità e senso del pudore sarebbero gia a casa a nascondersi. Ma qui a Salerno, non esiste limite alla vergogna”.