I probiviri dell’Ance, con una comunicazione inviata al presidente nazionale Buzzetti, hanno chiesto al comitato di presidenza di via Guattani di adottare le stesse sanzioni, da loro assunte tra gennaio e febbraio scorsi, nei riguardi del presidente e dei consiglieri di Ance Salerno. I probiviri – Binetti, Lilla e Taverna, in applicazione dell’articolo 10 dello statuto nazionale, hanno sollecitato il massimo organo dei costruttori a nominare un delegato dell’Ance che dia attuazione alla delibera numero 3 del 26 febbraio scorso e faccia cessare le azioni legali promosse da Ance Salerno nei confronti sia di loro stessi, che della struttura romana.
Di seguito pubblichiamo il testo integrale della lettera.
Caro presidente, in vista del comitato di presidenza del pèrossimo 25 marzo, riteniamo opportuno suggerire alcune linee guida per la definizione della vicenda di Ance Salerno, considerando che, ai sensi dell’articolo 33 dello statuto dell’Ance, è di competenza dei probiviri l’interpretazione dello statuto stesso, nonché di ogni altra norma regolativa dell’Associazione. Innanzitutto è necessario precisare l’ambito di applicazione dell’articolo 10 dello statuto. Tale disposizione, secondo la dizione letterale, si applica in acso di inosservanza da parte delle associazioni territoriali non solo in materia contributiva ma anche in materia organizzativa. A tale interpretazione non osta la disposizione del penultimo comma dello stesso articolo 10, secondo cui la sanzione è decisa dal comitato di presidenza, su proposta del comitato per la verifica degli adempimenti contributivi. Tale disposizione infatti va coordinata con quanto previsto dall’articolo 33 (introdotto nel 2012 e quindi successivamente alla stesura originaria dello statuto) che attribuisce la competenza in materia disciplinare ai probiviri. E’ da ritenere perciò che nell’ipotesi di inadempimenti non aventi contenuto strettamente contributivo la proposta al comitato di presidenza per l’irrogazione di sanzioni spetti ai probiviri.
Nel caso di specie la sanzione da adottarsi dal comitato di presidenza non può che coincidere con quella prevista dalla delibera numero 3 del 26 febbraio scorso, adottata dagli scriventi probiviri, ovvero la decadenza del dotttor Antonio Lombardi dalle cariche di Ance nazionale e di Ance Salerno e dei consiglieri, partecipanti alla riunione del consiglio direttivo del 23 febbraio scorso, dalle cariche di Ance Salerno.
In secondo luogo occorre considerare che l’ultimo comma dell’articolo 10 dello statuto demanda al comitato di presidenza la regolamentazione dell’attuazione di quanto previsto dallo stesso di adottare tutti i necessari provvedimenti per disciplinare la situazione conseguente all’irrogazione della sanzione onde consentire il recupero di funzionalità dell’associazione territoriale.
In particolare va tenuto presente che, ai sensi dell’articolo 18 dello statuto di Ance Salerno, a seguito della cessazione dalla carica del presidente, il vice presidente deve mettere in atto le procedure per il rinnovo delle cariche sociali; tuttavia il vice presidente di Ance Salerno, dottor Angelo Grimaldi, si è dichiarato indisponibile a traghettare l’associazione a nuove elezioni.
Si rende quindi indispensabile la nomina da parte del comitato di presidenza di un delegato dell’Ance, eventualmente assistito da un legale, che possa provvedere alla gestione ordinaria dell’associazione di Salerno con l’obiettivo di procedere alla convocazione dell’assemblea per ricostituire le nuove cariche sociali. Inoltre si ritiene opportuno conferire al delegato Ance il compito di valutare tutte le azioni utili affinché vengano fatte cessare le azioni legali nei confronti dei probiviri nazionali e legali e delle strutture allo scopo di porre fine alle contrapposizioni che hanno caratterizzato la vicenda Ance Salerno.
Fiduciosi che su questa linea incontreremo il consenso del comitato di presidenza. Al fine di riportare quanto prima alla normalità la gestione di Ance Salerno, inviamo i più cordiali saluti.
Seguono le firme di Ruggero Binetti, Sergio Lilla e Domenico Taverna.
La ormai quasi stucchevole querelle tra Ance nazionale e Ance salernitana si arricchisce di un nuovo stupefacente capitolo. Chi conosce i contorni della vicenda, imperniata sulla decadenza di Antonio Lombardi da ogni carica in seno all’associazione perché rinviato a giudizio, capisce perfettamente che la partita si gioca in punta di diritto e, quindi, sull’interpretazione di norme forse contraddittorie e quindi meritevoli di approfondite analisi. Sicuramente approfondito si presenta l’esame dei probiviri di Ance nazionale, che però si allontanano dalla sfera scientifica nel momento in cui si fanno promotori di esortazioni politiche chissà fino a che punto compatibili con il loro ufficio. Ma fin qui, nel nostro Belpaese, si può anche far finta di niente. Appare però sorprendente se non anacronistico e lontano da ogni forma di civiltà giuridica l’appello a far sì che cessino le azioni legali di chi si sente colpito da un provvedimento che ritiene ingiusto e alza le sue barricate. I probiviri romani hanno di fatto invitato ad annullare il sacrosanto diritto alla difesa. Basta un caporale di giornata perché un cittadino si astenga dal lottare, civilmente e democraticamente, nel tentativo di far valere le proprie ragioni? Mah, roba da Taverna!