di Pina Ferro
Avrebbe agevolato “il sistema” della mazzette per evitare pignoramenti. Sospeso dal servizio assistente giudiziario del Tribunale Civile di Nocera Inferiore, Antonio Siani, ritenuto “corsia preferenziale” o “punto di riferimento all’interno del palazzo di giustizia”, in quanto disposto dietro compenso a mettersi a disposizione del “sistema” per pilotare le assegnazioni di procedure esecutive sottraendo diversi fascicoli. . L’inchiesta è quella che fa seguito all’arresto in flagranza di concussione per induzione, eseguito l’anno scorso, del 31enne Dario Generoso Mercurio di Baronissi, colto nell’atto di ricevere indebitamente la somma di 2 mila euro da un imprenditore edile, quale sesta tranche di un importo complessivo preteso di circa 20 mila euro nonché alla sottoposizione a misura cautelare personale – per lo stesso reato commesso in concorso tra loro con l’avvocato Rosario Caroleo e dell’ ingegnere Sabato Cuozzo (nessuna ulteriore misura è stata applicata per loro) entrambi ritenuti quali reali destinatari della illecita dazione a danno di un imprenditore. Al quale era stata avanzata richiesta di somme di denaro per atti connessi con le loro funzioni rispettivamente di Custode Giudiziario e di Consulente Tecnico d’Ufficio, nominati dal Tribunale di Nocera Inferiore in procedure esecutive immobiliari. I 4 indagati si sentivano in chat con il nome Tribù ed esercitavano pressioni sui malcapitati debitori di turno, prospettando la possibilità di un miglioramento delle loro posizioni in cambio del pagamento di somme di denaro. Lo stesso Siani si sarebbe prestato, su esplicita richiesta dell’avvocato, a negare la visione dei fascicoli di pertinenza di soggetti pignorati, allo scopo di indurli a sostituire l’avvocato di fiducia con professionisti organici al sistema. E ancora, Caroleo e Siani si sarebbero resi responsabili della indebita sottrazione di tre fascicoli e della distruzione (persino documentata con un selfìe inviato tramite whatsapp) di atti giudiziari e documenti originali, in quanto preoccupati della volontà espressa dal giudice di esaminarne il contenuto. E mentre sarà materia anche della Corte dei Conti che dovrebbe quantificare il danno erariale, sono stati requisiti 36mila euro di beni posti sotto chiave dalla Guardia di Finanza sia all’avvocato che all’assistente giudiziario.