Nocera. Condannato Cesarano, incubo dei commercianti - Le Cronache Provincia
Provincia Nocera Inferiore

Nocera. Condannato Cesarano, incubo dei commercianti

Nocera. Condannato Cesarano, incubo dei commercianti

Nocera Inferiore.  Un anno e 8 mesi di reclusione stabilito dalla Corte d’Appello di Salerno che aveva scontato la pena a Pierino Cesarano, 40enne nocerino ma nativo di Pagani accusato  di essere diventato l’incubo dei commercianti nocerini: irruzione di notte in pizzerie, centri di bellezza, bar e addirittura agenzie immobliiari forzando  le porte d’ingresso. Cesarano  per gli inquirenti (indagini di polizia e carabinieri con arresto effettuato dai militari) sarebbe l’ideatore e l’autore di quei colpi. Era già sottoposto a misura cautelare degli arresti domiciliari e, in precedenza, alla misura dell’obbligo di dimora con divieto di allontanarsi dalla propria abitazione dalle 20 alle 7. Fu arrestato a giugno di due anni fa e processato e condannato a Nocera Inferiore pochi mesi dopo. Rispondeva di furto aggravato e continuato, con l’aggravante di aver commesso i fatti con violenza sulle cose e l’aggravante di aver causato un danno patrimoniale, in alcuni casi, di rilevante gravità. Per gli inquirenti le condotte perpetrate avrebbero dimostrato una pervicacia criminale fuori dal comune ed un’indole trasgressiva che aveva destato notevole allarme sociale, soprattutto tra i titolari degli esercizi commerciali del territorio di Nocera Inferiore. Cesarano si sarebbe macchiato di plurimi furti aggravati, in modo seriale e con le medesime modalità operative, peraltro in violazione delle prescrizioni annesse alla misura cautelare dell’obbligo di dimora applicatogli in esito ad altro procedimento, per fatti di segno analogo. L’ultimo colpo a inizio giugno 2023 con il solito modus operandi  forzando e abbattendo vetrine per portare via i pochi spiccioli che avrebbe trovato nelle casse, soldi lasciati prima della chiusura serale. Una decina di giorni prima dell’arresto era toccato ad un bar e a un’agenzia Immobiliare. Ancora prima due pizzerie, un negozio di abbigliamento, uno di telefonia, un salone di bellezza.  Catturato prima dell’estate di due anni fa, era finito in carcere. Poi la condanna in primo grado., quindi una remissione di querela aveva portato a una pena più mite e ora la Corte di Cassazione che ha giudicato inammissibile il ricorso stabilendo anche un’ammenda di 4mila euro che l’uomo dovrebbe versare nelle casse dello Stato.