
E’ stata notificata l’ordinanza di archiviazione emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Nocera inferiore, Claudia Masucci che ha posto fine ad una travagliata vicenda giudiziaria in cui è stato coinvolto tra gli altri Vincenzo Bennet, difeso di fiducia dall’ avvocato Michele Tedesco. È opportuno ricordare che una costola del procedimento approdava alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Napoli, competente per i reati a carico dei magistrati operanti nel distretto della Corte di Appello di Salerno, in quanto nei fatti era coinvolto anche il Presidente del Tribunale di Nocera Inferiore. La Procura della Repubblica partenopea, nelle persone dei Sostituti Procuratori della Repubblica, Dottori Raffaele e Woodcock, formulò la richiesta di archiviazione, successivamente accolta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, Ambra Cerabona. Anche la vicenda all’attenzione della Procura di Nocera Inferiore si è rivelata priva di rilevanza penale sin dall’inizio delle indagini preliminari tanto che, dapprima il Giudice per le Indagini Preliminari e, successivamente il Tribunale del Riesame, hanno escluso la gravità indiziaria. In tal senso il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Nocera, Palmieri aveva già richiesto l’archiviazione nei confronti di Vincenzo Bennet. I fatti sono stati sotto la lente di ingrandimento di due diverse Procure della Repubblica, di due Giudici per le Indagini Preliminari in servizio in tribunali differenti e dal Tribunale del Riesame di Salerno le cui decisioni sono state convergenti nell’affermare l’infondatezza della notizia di reato. Il Gip del Tribunale di Nocera, Claudia Masucci, con un’articolata ordinanza, ha rigettato l’opposizione alla richiesta di archiviazione presentata nell’interesse delle presunte persone offese e ha disposto l’archiviazione del procedimento a carico di Bennet e di altri indagati. Il Dott. Vincenzo Bennet, ha commentato la notizia dell’archiviazione con queste parole: “una decisione che i restituisce una piena e totale serenità dopo sei anni in cui ho sempre riposto la massima fiducia nella giustizia. Desidero ringraziare lo studio legale Tedesco per la dedizione con la quale ha seguito questo percorso fino a porre, oggi, la parola fine a questa vicenda. Ringrazio anche tutti coloro i quali in più circostanze ed in diverse fasi avevano già evidenziato l’assenza di elementi credibili a supporto dell’accusa. Naturalmente, un ringraziamento va a tutti coloro che non hanno mai smesso di esprimere la loro massima stima e fiducia nei miei confronti”. LA VICENDA Due fallimenti per i quali gli imprenditori avevano accusato professionisti e avvocati di chiedere mazzette al fine di evitare le bancarotte. Le procedure fallimentari avrebbero riguardato un’azienda conserviera fallita e acquisita da un’altra azienda del settore, e quello di una società di costruzioni navali. Prosciolti dalle accuse in sede preliminare oltre Vincenzo Bennet, anche Giovanni D’Antonio ex presidente dell’ordine dei commercialisti di Nocera Inferiore; il docente universitario Angelo Scala, e ancora: Antonio Ferrentino, Giuseppe Mauriello e Agostino Bruno, Annalisa Senesi, l’avvocato Fabio Sorrento, Francesco Pecoraro e Giovanni Faggiano (commercialista e curatore). Tutti prosciolti perchè le dichiarazioni degli accusatori erano carenti e prive di riscontro. Addirittura in un incontro un denunciante fa riferimento chiaramente di non aver ricevuto richiesta di denaro dal commercialista D’Antonio. L’indagine trae origine da una denuncia sporta, nel 2018, da un imprenditore conserviero che riferiva di aver ricevuto da una terza persona per conto della Curatela Fallimentare, la richiesta di una considerevole somma di denaro al fine di non ostacolare, attraverso la presentazione di ricorsi o ricorrendo ad altre condotte ostruzionistiche, la positiva conclusione di una procedura esecutiva parallela a quella in corso in ambito fallimentare. Dopo questo prima ipotesi di indagine era arrivata una seconda denuncia presentata da altro imprenditore insolvente, il quale riferiva di un tentativo da parte del curatore, Giovanni Faggiano – che secondo la prima ipotesi accusatoria avrebbe agito in concorso con Giovanni D’Antonio e con l’avvocato Fabio Sorrento – di una richiesta di denaro ammontante, in un primo momento, a 30mila euro, poi lievitata fino a 100mila euro. Sulla base della ipotesi accusatoria originaria il gip nella primavera del 2022 aveva ritenuto la sussistenza di un consistente quadro indiziario a carico del curatore fallimentare, Giovanni Faggiano, quale Pubblico Ufficiale, e dai Giovanni D’Antonio e Fabio Sorrento. Tutti erano finiti ai domiciliari tre anni fa. L’inchiesta poi fu smontata in parte dal Riesame di Salerno al quale la Procura fa riferimento nella richiesta di archiviazione accolta dal gup Masucci che ha ritenuto di prosciogliere gli imputati.