"Mio figlio sa chi sono io" alla Sala Pasolini - Le Cronache
Spettacolo e Cultura teatro

“Mio figlio sa chi sono io” alla Sala Pasolini

“Mio figlio sa chi sono io” alla Sala Pasolini

di Monica De Santis

“Mio figlio sa chi sono” presentato da Koan Concept House, è un’allestimento, di cui Paolo Coletta firma musiche e regia, Teresa Acone i costumi e Davide Piscicelli il suono, scritto per Gea Martire, di scena questa sera alla Sala Pasolini alle ore 21. E’ un personaggio dai tratti forti e inequivocabili. E’ la storia di una donna alle prese con gli ultimi giorni del proprio figlio tossicodipendente. Lo spettacolo che ha debuttato in anteprima al Campania Teatro Festival lo scorso 16 giugno presso il Teatro Naturale di Pietrelcina. La scena è ambientata in un interno disabitato di un appartamento alto-borghese. A un anno dalla morte del figlio avvenuta proprio in quella casa, Nicole torna per incontrare l’amico di una vita che inspiegabilmente l’ha convocata lì. Una famiglia importante, una vita e una carriera felice. Un amico d’infanzia che l’accompagna da sempre, un figlio ingombrante. La Chiesa e la religione. E, come in uno specchio rifrangente, la vita di una madre fuori dagli schemi. A tre giorni dalla morte del figlio, avvenuta proprio in quella casa, Nicole torna per incontrare Vincent, l’amico di una vita svanito nel nulla dalla tragica scomparsa del ragazzo. I due si sono persi di vista dal giorno della tragica scomparsa del ragazzo. L’uomo tarda ad arrivare, così dalle stanze vuote riaffiora il ricordo di un anno prima, quando la donna si era ritrovata costretta a condividere quelle stanze con il suo unico figlio. Come in un gioco di matrioske, la verità dei fatti accaduti la notte di tre giorni prima si dipana mescolando passato, presente e futuro, costringendo Nicole a ricomporre i pezzi del puzzle di una vita intera. In un’implacabile ricostruzione di eventi misteriosamente corrispondenti a quelli della Sacra Famiglia, la donna precipita a poco a poco in una spirale spazio-temporale in cui niente è più ciò che sembra. Come una tigre in gabbia, Nicole porta tenacemente avanti la sua sfida identitaria di donna prima che di madre, rivelando una dopo l’altra le stazioni dell’autodistruzione del figlio, fino all’estrema decisione di “lasciarlo andare” al suo destino. Ma chi è davvero Vincent? E perché non si presenta? Mescolando passato, presente e futuro, Nicole ricompone i pezzi del puzzle, in una sequenza parallela al racconto fondativo della civiltà occidentale – quello della Sacra Famiglia, praticandone una sua personale riscrittura eretica.