di Andrea Pellegrino
«Da cittadino sono favorevole ad una intitolazione di una strada o una piazza a Vincenzo Giordano, da magistrato dico che la giustizia non ha sbagliato». Michelangelo Russo, da queste colonne, probabilmente mette fine allo “scontro” con Vincenzo Giordano, parlando per la prima volta di quel processo che vide coinvolto, tra gli altri, l’ex sindaco socialista. «Rendiamo omaggio alla memoria di chi non c’è più e soprattutto reputo che Giordano abbia rappresentato un’epoca di passaggio importante per Salerno. Ecco perché indipendentemente dal giudizio del giudice non sono sfavorevole ad una intitolazione di una strada o di una piazza purché essa non sia un modo per sbeffeggiare la giustizia. Solo su questo punto va fatta chiarezza».
Michelangelo Russo, all’epoca pubblico ministero incaricato della inchiesta che coinvolse l’ex sindaco chiarisce: «La giustizia non ha sbagliato affatto con Giordano e spiego il perché: Giordano e gli altri imputati sono stati assolti per prescrizione. La sentenza è del 2003 della Suprema Corte di Cassazione e dal punto di vista giurisprudenziale resta la più significativa delle pronunce del periodo di tangentopoli».
«Chi vuol conoscere la differenza tra un progetto esecutivo e un progetto di massima deve andarsi a leggere quella sentenza che pur confermando l’impianto accusatorio si concluse per la prescrizione che nel frattempo era maturata. Dunque, sotto il profilo giudiziario, occorre smetterla con la scorrettezza del doppio senso».
Quanto all’uomo Giordano, Russo non nasconde che «sotto il profilo umano e politico Giordano non debba essere sottovalutato. Ma sia chiaro: una intitolazione di una strada o piazza a Vincenzo Giordano non deve essere un risarcimento alla memoria, bensì un riconoscimento all’importante attività politica».