di Jacopo Tafuri
Massimo Romano ha una fornitissima edicola in Via Nizza; ci dice che dopo una infruttuosa serie di concorsi pubblici, non avendo alcuna altra attività da intraprendere rilevò con il padre, ormai quarantadue anni fa, l’edicola che in quel momento storico veniva ceduta.
Molto loquace e di spirito aperto, con la sua simpatia e con un pizzico di sarcasmo ci dice (ride) che lui è un “operatore dell’informazione”, aggiunge che questo lavoro lo soddisfa e che gli piace avere il contatto con il pubblico, lo rattrista la situazione lavorativa attuale per la quale, pur lavorando molto, gli introiti sono bassi e gli operatori del settore non sono supportati da norme che possano venire in aiuto!
Entrando in una qualsiasi edicola si possono trovare riviste che trattano i più svariati argomenti, come fate a decidere quali vendere?
Conoscendo da tantissimo tempo la clientela e quindi le richieste che mi vengono rivolte, acquisto un’ampia e variegata tipologia di giornali e riviste che espongo selezionandole per categorie: sport, cucina, elettronica ecc.; continuando a ridere dice “questo è il nostro modus operandi”.
Il web ha portato un grande cambiamento nell’informazione: il proliferare di siti dove reperire notizie più o meno attendibili, testate giornalistiche online; avete avuto decrementi di vendite o altre problematiche in seguito a tale cambiamento?
Le nuove generazioni si stanno abituando a leggere non solo le notizie ma tutto ciò che è libro o riviste direttamente dal web, ad attingere dai vari social; questo ci sta effettivamente penalizzando con un buon decremento nelle vendite.
La crisi della “carta stampata” è trasversale o, invece, esiste qualche settore, come per esempio giornali o riviste che trattano sport, che non hanno risentito del cambiamento?
Pur avendo appena detto che c’è il decremento di vendite del cartaceo, in special modo i quotidiani e la rivista settimanale, effettivamente ci sono settori che riescono a contenere queste perdite: i giornali sportivi, alcune nicchie settoriali quali le riviste di scienze, di psicologia ed alcuni libri.
Nelle edicole si vedono in vendita tanti gadgets, servono realmente a sostenere le vendite o sono poco utili?
Per la mia esperienza la presenza, in edicola, di gadgets ed in particolare quelli rivolti a bambini e ragazzi, attira l’attenzione e conseguenzialmente produce una ricaduta positiva nelle vendite.
E’ vero che una mano alle vendite la danno i settori dedicati ai più piccoli, le riviste patinate e maggiormente i servizi aggiuntivi quali vendita di biglietti, ricariche telefoniche, lotterie, servizio fotocopie, pagamento utenze, ritiro pacchi?
Questo è un discorso un po’ particolare: la percentuale che ci viene corrisposta su queste tipologie di vendite e di servizi che come edicola possiamo offrire è molto bassa; tutto è anche aggravato dal fatto che noi dobbiamo anticipare i soldi per l’acquisto dei biglietti per poi recuperarli in seguito.
Se considerato semplicemente come vendita dei biglietti o del servizio non conviene molto, a noi serve affinchè il cliente che accede all’edicola per acquistare queste tipologie di prodotti venga poi attratto da qualche giornale o rivista e la acquisti.