Maria Rosaria Boccia scende in campo con Dimensione Bandecchi
Partiamo dal perché. Cosa l’ha spinta a candidarsi al Consiglio Regionale e perché ha scelto di farlo con la lista Dimensione Bandecchi?
Mi sono candidata perché credo che la Campania meriti rappresentanti decisi, concreti e capaci di passare dalla protesta all’azione. Dopo anni in cui troppe volte il territorio ha subito inerzia e clientelismo, ho ritenuto che fosse arrivato il momento di mettere a disposizione della collettività la mia esperienza imprenditoriale e la conoscenza diretta dei problemi del territorio, soprattutto delle aree interne e delle imprese locali. La scelta di associarmi alla lista Dimensione Bandecchi nasce da una valutazione politica e strategica: ho trovato in Stefano Bandecchi una proposta nuova, che tenta di rompere con gli schemi consolidati e che, per come la vedo io, offre strumenti concreti per immettere nella Regione competenze e dinamismo. In più, ho apprezzato, pubblicamente, il coraggio e la determinazione con cui ha scelto di scendere in campo, circostanza che ha contribuito alla mia adesione. 
La Campania è una regione complessa e diseguale. Quali ritiene siano oggi le tre priorità più urgenti da affrontare nei prossimi cinque anni?
Se dovessi indicare tre priorità inderogabili, direi:
Ripristinare e garantire l’equità nell’accesso ai servizi essenziali (sanità, trasporti, istruzione) perché la disuguaglianza territoriale è il primo motore della sfiducia civica; i cittadini delle province e delle aree interne non devono essere «cittadini di serie B». (Sul tema delle liste di attesa e dell’erogazione delle prestazioni esistono dati e piani regionali che mostrano sia progressi sia nodi ancora aperti).  Lavoro e sviluppo economico sostenibile, politiche attive, incentivi all’imprenditorialità giovanile e investimenti nelle filiere strategiche locali, per fermare la fuga dei talenti e rilanciare l’occupazione stabile.
Gestione sostenibile dell’ambiente e dei rifiuti, accompagnata da una strategia energetica che favorisca efficienza e fonti rinnovabili, riducendo costi e impatti per i cittadini (la gestione dei rifiuti e la bassa capacità di trattamento in loco sono criticità documentate). 
Sanità, trasporti, lavoro: tre temi centrali per i cittadini campani. Qual è la sua proposta concreta su ciascuno di questi fronti?
Sanità — Propongo un duplice approccio: rafforzare l’offerta territoriale con case della salute e presidi specialistici diffusi nelle province, e contemporaneamente potenziare la governance digitale (cup unificato, cartelle cliniche interoperabili, monitoraggio reale delle liste d’attesa). Occorre anche un piano straordinario per assumere e trattenere personale sanitario, valorizzando contratti stabili e percorsi formativi sul territorio. (La Regione ha avviato piani sul recupero delle liste d’attesa; la mia proposta integra e accelera l’azione sul territorio). 
Trasporti: Fare del trasporto pubblico locale un servizio capillare e integrato: binari/ferrovie regionali ripensate per collegare meglio le aree interne ai poli urbani, potenziamento delle corse extraurbane, bigliettazione unica e incentivi per il trasporto scolastico e pendolare. Va favorita la manutenzione e l’ammodernamento delle infrastrutture esistenti prima di pianificare nuove spese.
Lavoro: Creazione di hub territoriali per il lavoro che mettano in rete imprese, università, centri di formazione e servizi per l’imprenditorialità; incentivi mirati per le startup che investono in filiere locali (agroalimentare, turismo sostenibile, green tech) e percorsi di apprendistato rafforzati per i giovani. Occorrono anche misure di fiscalità di vantaggio temporanea per le imprese che assumono stabile nelle aree interne.
Molti elettori lamentano una distanza crescente tra politica regionale e territori. In che modo la sua candidatura punta a ridurre questo divario, soprattutto nelle aree interne e nelle province come Salerno e Caserta?
La mia candidatura punta a essere un «ponte» e non un semplice mandato rappresentativo: programmo di istituire un calendario di ascolto territoriale permanente: incontri mensili nelle circoscrizioni provinciali, uffici itineranti e la nomina di referenti territoriali per ciascun tema (sanità, trasporti, lavoro, ambiente). Propongo inoltre di legare parte delle risorse regionali a indicatori di impatto locale misurabili (occupazione, accesso ai servizi, raccolta differenziata), perché la politica torni a misurarsi con risultati concreti nelle province come Salerno e Caserta.
Parliamo di giovani. Cosa propone per contrastare la fuga di talenti e creare opportunità reali per chi vuole restare o tornare a vivere in Campania?
Tre linee operative:
Lavoro qualificato e formazione — borse/lavoro e contratti a tempo determinato convertibili in indeterminato legati a progetti territoriali; potenziamento degli ITS e accordi con le università per lauree professionalizzanti aderenti al mercato locale.
Infrastrutture digitali e co-working diffuso — rete di spazi attrezzati nelle città medie e nei borghi, connessioni ad alta velocità, incentivi per remote working e per imprese digitali che scelgono la Campania come base operativa.
Vita di qualità — servizi per la famiglia, cultura e mobilità accessibile; politiche abitative agevolate per under-35 che investono o lavorano stabile in sede.
Lo scopo è offrire insieme opportunità professionali e condizioni di vita che rendano la permanenza una scelta attrattiva, non soltanto una rinuncia.
La questione ambientale è ormai ineludibile. Qual è la sua posizione su rifiuti, energia e sviluppo sostenibile? Ritiene che la Regione Campania stia facendo abbastanza?
Rifiuti: Serve una strategia organica: potenziare la raccolta differenziata con obiettivi vincolanti per i Comuni, sviluppare impianti di trattamento e compostaggio in Regione (riducendo l’esportazione fuori regione), e perseguire politiche di economia circolare per ridurre costi e impatti. I dati mostrano che esistono ancora forti criticità nella capacità di trattamento locale; dunque, occorrono investimenti strutturali. Energia e sviluppo sostenibile: Accelerare la transizione con progetti di efficienza energetica negli edifici pubblici e privati, incentivare comunità energetiche locali e favorire impianti rinnovabili distribuiti, sempre nel rispetto del paesaggio e dell’equilibrio territoriale.Sulla domanda «la Regione sta facendo abbastanza?»: si registrano iniziative e piani, ma la portata delle sfide ambientali richiede maggiore coerenza, rapidità e capacità di spesa efficiente; il giudizio, per me, è che ci sia margine per intensificare misure strutturali e controlli mirati. 
“Dimensione Bandecchi” è una lista giovane ma già molto discussa. Qual è, secondo lei, l’elemento distintivo del progetto politico di Stefano Bandecchi?
L’elemento distintivo è la volontà. dichiarata e visibile, di rompere alcuni rituali della politica tradizionale proponendo candidature «fuori dalle segreterie» e un linguaggio improntato alla concretezza e all’efficienza amministrativa. Bandecchi ha costruito una lista che ambisce a essere pragmatica e meno ancorata ai vincoli delle coalizioni tradizionali: questo gli conferisce un’identità riconoscibile nel panorama politico attuale. Le scelte e i nomi proposti dalla lista testimoniano la volontà di presentare un’alternativa percepita come immediata e pratica. 
E a livello personale, che rapporto ha con Stefano Bandecchi? Cosa l’ha colpita del suo modo di fare politica e di comunicare?
Il rapporto è professionale e fondato su una comune aspirazione al rinnovamento: ciò che mi ha colpito è la sua capacità di comunicare in modo diretto, con una narrativa che punta a restituire dignità e centralità al cittadino. Ho ritenuto che il suo profilo potesse aprire spazi di intervento concreto e responsabilità amministrativa nei quali io posso offrire competenze e impegno. (Ho espresso pubblicamente apprezzamento per il suo coraggio di scendere in campo). 
Le elezioni regionali campane saranno anche una sfida di credibilità. Come risponde a chi guarda con scetticismo alle nuove liste e ai movimenti emergenti?
Lo scetticismo è sano quando spinge a esigere responsabilità, trasparenza e risultati misurabili. La mia risposta è nei fatti: non basta promettere, occorre assumersi vincoli di responsabilità politica (obiettivi chiari, indicatori pubblici e rendicontazione), e io sono pronta a sottoscrivere impegni di performance per i settori che seguirò. I movimenti emergenti devono dimostrare, giorno dopo giorno, di trasformare le promesse in azioni verificabili — e io intendo essere valutata su questo.
Va aggiunto che il pluralismo politico è una risorsa; la credibilità si costruisce con la serietà, non con la retorica.
Negli ultimi giorni è tornata d’attualità la vicenda giudiziaria che la riguarda, con un nuovo sequestro di messaggi e registrazioni e le rivelazioni emerse da “Report”. Come vive questa situazione e cosa risponde a chi parla di un caso politico oltre che giudiziario?
Vivo questa vicenda con serenità e determinazione. Il nuovo sequestro di materiale che riguarda la mia difesa non è solo un fatto giudiziario, ma l’ennesima dimostrazione di come il sistema reagisca con durezza verso chi disobbedisce e rompe gli equilibri consolidati. Io non ho nulla da nascondere: quei messaggi e quelle registrazioni rappresentano la prova di un potere che oggi teme la verità. Non mi considero una vittima, ma una cittadina libera che non accetta di piegarsi ai meccanismi dell’intimidazione. Continuerò a difendermi con i mezzi della legge e della trasparenza, perché la politica, quella vera, nasce solo dal coraggio di sfidare il silenzio.





