di Marta Naddei
Il mio regno per una sedia. Soprattutto se è quella del Duomo nel giorno di san Matteo. Tutto ha avuto inizio esattamente come due anni fa. Tutto per lo stesso motivo: un posto a sedere. I presupposti, certo, non erano dei migliori già nei giorni scorsi, ma il San Matteo 2014 di Salerno è cominciato proprio con il piede sbagliato. La prima lite è targata De Luca – Quaranta. Sindaco contro parroco della Cattedrale. Arbitra il prefetto di Salerno, Gerarda Maria Pantalone. L’oggetto del contendere sempre lo stesso. Sì, proprio così: esattamente come accaduto nel 2012 – quando Vincenzo De Luca intimò all’esponente della Provincia di Salerno Fernando Zara di lasciare il posto assegnatogli per assistere alla celebrazione mattutina – anche ieri l’annosa questione del posto a sedere riservato in cattedrale ha mandato il primo cittadino su tutte le furie. De Luca arriva in chiesa ed entra da una porticina secondaria, che dà in via Monterisi: una volta all’interno, e scrutata la situazione, il sindaco si accorge della mancanza . Ne nasce un alterco con il sacerdote della Cattedrale di san Matteo, don Antonio Quaranta, che tenta – vanamente – di invitare De Luca a non appigliarsi a frivole questioni di posti a sedere. Il battibecco è proseguito per alcuni minuti, almeno fino all’intervento di Gerarda Pantalone che, vestiti i panni della mediatrice, ha riportato la calma e convinto i due a terminare la disputa. Il sindaco, che probabilmente aveva visto le panche piene, ha preso posto vicino la Pantalone, volto contrito, braccia conserte. Poco prima del termine del Pontificale, Vincenzo De Luca ha lasciato il Duomo dalla stessa porta da cui era entrato quasi di soppiatto.
Dall’altare, monsignor Luigi Moretti ha celebrato il Pontificale di san Matteo, imperterrito, imperturbabile e – a tratti – anche caustico nei confronti proprio di Vincenzo De Luca. Una guerra fredda che dura da due anni e che anche ieri mattina ha avuto modo di manifestarsi in tutta la sua silenziosa essenza: così come accaduto all’Alzata del panno dello scorso 21 agosto, il vescovo ha ricordato l’episodio della Torre di Babele, primo passo della dispersione dei popoli, scaturita dalla superbia dell’uomo che intende sostituirsi a Dio. Insomma, un messaggio – nemmeno troppo velato – indirizzato a chi ha fatto della processione di san Matteo uno degli appuntamenti principe della propria agenda. La frattura tra Moretti e De Luca è ormai insanabile: dopo secoli, lo scontro tra potere temporale e potere spirituale è di scena a Salerno.