Problemi in vista per l’amministrazione comunale di Lustra: sul vicesindaco Mario Castellano pende una richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Vallo della Lucania. Con lui nei guai anche il tecnico comunale Francesco, detto Fabio, Lucibello.
Il motivo è da rintracciarsi in un permesso edilizio che il secondo avrebbe rilasciato al primo nonostante mancassero le varie autorizzazioni necessarie per legge. Correva l’anno 2019 e Castellano chiese la comune di Lustra un permesso a costruire. Secondo la Procura, però, il permesso venne rilasciato da Francesco “Fabio” Lucibello nonostante mancassero l’autorizzazione sismica, l’autorizzazione paesaggistica il nulla osta ambientale del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Ai due, si aggiungono anche Giuseppe Elia, in qualità di progettista e direttore dei lavori, e Pasquale Pecora, nella figura di legale responsabile della ditta esecutrice dei lavori. In concorso tra loro, i quattro “avrebbero realizzato – si legge nel decreto di citazione a giudizio – interventi abusivi di manutenzione straordinaria e ristrutturazione e ampliamento planovolumetrico che determinavano un mutamento delle caratteristiche edilizie dell’originario immobile trasformandolo in un organismo completamente diverso, con opere anche in totale difformità al citato titolo edilizio, già di per sé illegittimo, mediante lavori abusivi consistenti nella illegittima sopraelevazione – prosegue il decreto – di un ulteriore paino al posto della copertura prevista in progetto, nella modifica dei prospetti esterni e della sagome del preesistente immobile, mediante la realizzazione di nuove superfici e nuovi volumi. Nel rifacimento della parte strutturale del nuovo modulo abitativo e – infine – nella manutenzione straordinaria degli spazi esterni del manufatto».
Inoltre, tale immobile, stando ai risultati investigativi, risulta essere di proprietà della compagna del vicesindaco, figlia del Pecora indagato, e madre del figlio dell’amministratore. Quest’ultimo, al fine di giustificare la richiesta all’ente pubblico, avrebbe prodotto un contratto di locazione. Castellano, dunque, ha chiesto in affitto l’immobile dalla compagna, immobile che per metà è di proprietà esclusiva di altri eredi che per tutelarlo si sono rivolti agli avvocati Michele a Paolo Avallone. Da qui, l’intera indagine. Al locale sono attualmente stati posti i sigilli. Si attendono sviluppi.