La galleria Il Catalogo di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta inaugura il nuovo anno con una personale dell’artista svizzero che vivrà il suo vernissage oggi alle ore 11,30
Di OLGA CHIEFFI
L’evento inaugurale del nuovo anno della galleria salernitana Il Catalogo, di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta, è stato affidato all’artista Norberto Tedesco. Oggi, alle ore 11,30, verrà vissuto il vernissage di una mostra che raccoglierà una ventina di opere dell’artista svizzero, trapiantato a Giffoni Valle Piana, presentato da Vittorio Sgarbi alla prestigiosa biennale di Palermo. Artista figurativo, Tedesco, per la mostra della galleria Il Catalogo, presenterà creazioni nate dalla sua incursione nel collage e nel decollage, sulle tracce, ben evidenti, di Rotella e Hains. È in questo ambito che ricorre a simboli del rinato contesto, sia urbano che familiare, trovando così un modo operativo nella contaminazione dell’arte dalla realtà. La sua ricerca lo porta quindi a rimodulare il poster in ogni modo possibile: quale unità di partenza per lo studio dell’aspetto materico che esso assume a contatto con la tela grezza, quale particella elementare per la costruzione di un immaginario astratto e quale studio della forma che va a costituirsi sul retro del manifesto. Gesti al posto di pennelli, lembi di carta lacerata al posto di colori. E’ questo, un modo diretto per affrontare il mondo, impressioni del reale sull’artista che trasforma in negativo la posizione del genio moderno che incarnavano gli espressionisti astratti. L’artista è, innanzi tutto, un ricettore: nell’artista la società imprime se stessa, l’artista è “impresso” dall’arte, di cui non è più in grado di definire le forme, ma soltanto i vettori, aspirando ad un livello di passività sempre più alto nell’elaborazione della creazione ma, al contrario attivissimo nella sua ricerca di immagini, oggetti e testimonianze, da “combinare”. Eccolo il portento operativo di un artista che sa trasformare un prodotto con una sua potenzialità massmediatica in un’opera d’arte vera e propria. Perché Norberto Tedesco sceglie con estrema cura i soggetti, non va certo a caso, guidato da un gusto preciso per modalità cromatiche, per qualità degli oggetti rappresentati, per il valore dei messaggi riproposti. Avremo un’ampia fenomenologia circa l’uso e il trattamento di un’immagine strappata; dall’operazione dello strappo alla ricomposizione di una immagine che abbia senso, da pittore, si tratta pur sempre di proporre un’immagine che avesse una sua identità forte al proprio interno. Per questa via abbiamo la costruzione di un sogno impossibile e della bellezza irraggiungibile. Tedesco, come Rotella non trasforma queste immagini in luoghi critici. Da questa realtà dinamica, l’artista seleziona inquadrature, preleva frammenti, che propone su diversi supporti. Mostra immagini che assumono il carattere di rivelazioni e al contempo di demistificazione del nostro mondo. Tedesco si mostra consapevole dei cambiamenti sociali in atto, conscio del potere acquisito dall’immagine e la sua creatività, si presenta quindi come espressione del “radicamento nella coscienza realista moderna di una iconografia originale, capace di inserirsi in un contesto tradizionale, senza rinunciare allo spirito nuovo, alla rivoluzione di un modo di guardare che essa incarna.