di Andrea Pellegrino
Italia Nostra e il comitato No Crescent aprono la fase due. Prende corpo l’annunciata campagna nazionale per l’abbattimento dell’ecomostro di Santa Teresa. Con una lettera inviata al Ministro dei Beni Culturali Bray, l’associazione ed il comitato salernitani hanno avviato la loro compagna anti Crescent, all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato le autorizzazioni paesaggistiche alla base della costruzione del “condominio privato” che sorge in prossimità del mare. Un provvedimento, quello di Palazzo Spada, che ha fatto desistere i legali della Crescent Srl a discutere l’istanza di dissequestro della mezza luna di Bofill bloccata dalla Procura di Salerno. Il pubblico appello di Italia Nostra e No Crescent, ripercorre i passaggi fondamentali della vicenda urbanistica, fino a pervenire alle ultime tappe conclusesi con il sequestro penale del cantiere e con la sentenza definitiva del Consiglio di Stato la quale ha certificato l’illegittimità delle autorizzazioni paesaggistiche e quindi l’abusività dell’opera. «Signor Ministro», si legge nella lettera a Bray, «il Crescent è il simbolo dell’illegalità, come lo fu in un recente passato il vicino Fuenti. E’ per questo – affermano le associazioni – che ci appelliamo pubblicamente a lei perché si disponga, con urgenza, l’abbattimento dell’ecomostro abusivo. Solo così si ripristinerà la legalità salvando il centro storico cittadino e il suo prezioso paesaggio». «E’ ora giunto il tempo – concludono i membri del movimento No Crescent – di una risposta dell’Istituzione che lei rappresenta, nel rispetto di valori costituzionali (articolo 9 Carta Fondamentale), nel nome della legalità». La campagna per la demolizione ha trovato l’appoggio di molte associazioni nazionali, hanno già sottoscritto l’appello a Bray il comitato No Grandi Navi di Venezia, i comitati di Palermo e di Venezia del forum Salviamo il Paesaggio, l’associazione salentina “Sos 275”, l’organizzazione lucana ambientalista, Opzione zero di Riviera del Brenta, Ambiente Venezia e il comitato antiabusi edilizi di Vicenza. Molte altre associazioni hanno annunciato l’adesione nelle prossime settimane.