di Andrea Pellegrino
Il piano di smaltimento delle ecoballe ignora Persano. La recente delibera di rimodulazione del piano di smaltimento dei rifiuti imballati, esclude il sito del comune di Serre, dove sono ospitate 100.000 tonnellate di ecoballe. Ma capita anche nel beneventano, ed in particolare a Toppa Infuocata, dove un ulteriore sito in cui ne sono stoccate 90mila tonnellate resta fuori dallo smaltimento. «Il Piano Straordinario per lo smaltimento dei rifiuti imballati è già fallito in conseguenza delle gravi criticità che stanno caratterizzando la sua attuazione e della mancanza delle risorse finanziarie che occorrerebbero per attuarlo pari a circa un miliardo di euro», spiega l’ex assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano. «Con il primo bando sono stati individuati 8 lotti da 100.000 tonnellate. Sei di questi lotti sono stati individuati proprio nel sito principale (Giugliano-Villa Literno) che contiene 4.100.000 balle, contravvenendo a quanto stabilito dal Decreto Legge n.185 del Governo che indicava di avviare la messa in sicurezza del sito principale e di procedere allo svuotamento e allo smaltimento dei restanti siti di dimensioni inferiori. Tale soluzione avrebbe eliminato i piccoli siti bonificando definitivamente le aree con un beneficio ambientale ed anche economico per i costi di gestione degli stessi». Invece, dice ancora Giovanni Romano: «Si è preferito optare per smaltire il 12% dei rifiuti stoccati nell’unico sito più grande, senza avere nessun beneficio di carattere ambientale nè economico per la gestione. Degli otto lotti inseriti nel bando di gara sono stati aggiudicati con gara solo cinque ed al momento sono state smaltite in circa otto mesi solo 30.000 balle. Il cronoprogramma prevede, invece, lo smaltimento di 800.000 tonnellate di rifiuti in 18 mesi e, quindi, risulta evidente il fallimento dell’intero Piano Straordinario. Il Ministero dell’Ambiente, Ispra, l’Arpa Campania e tutte le Società Provinciali che gestiscono il ciclo dei rifiuti e i siti di stoccaggio hanno evidenziato più volte l’inopportunità di questa scelta, ma la Regione ha preferito adottare una inspiegabile strategia di svuotamenti parziali che, di fatto, favorisce solo il sistema dei trasporti facendo lievitare i costi alle stelle e penalizzando i cittadini che saranno costretti a sostenerli». Ma la rimodulazione ignora due gravi criticità. «La delibera – spiega, ancora, l’ex assessore Romano – ha stabilito l’integrazione del precedente bando per lo smaltimento dei rifiuti imballati fuori regione, confermando i tre lotti precedenti non aggiudicati ed inserendo due nuovi lotti che corrispondono al sito di Pontericcio di Giugliano per 125.000 balle (equivalente alla 50 % dei rifiuti stoccati su detto sito pari a 250.000 tonnellate), al sito cosiddetto IGICA di Caivano per 5.000 tonnellate ed al sito del depuratore dell’Area Nolana che contiene 50.000 balle. Stranamente, non sono stati inseriti due siti caratterizzati da gravi criticità ambientali e cioè quello di di Toppa Infuocata di Fragneto Monforte (Benevento) in cui sono stoccate 90.000 tonnellate e quello di Persano nel comune di Serre della provincia di Salerno che contiene 100.000 tonnellate di rifiuti imballati. Si tratta di una decisione discutibile e immotivata che penalizza gravemente i territori delle due province in considerazione delle gravi condizioni ambientali dei due siti. A Persano i rifiuti imballati sono stoccati nell’area militare operativa in piazzole realizzate in piena emergenza con tecniche veloci (dette, appunto, Fast) sul cui asfalto è stato steso uno strato di argilla con un telo. Le balle sono poi ricoperte con un telo. Si recupera solo il percolato, ma non c’è nessun sistema di regimentazione dell’acqua piovana che si abbatte sui teli e può causare versamenti del percolato sul terreno. Il sito fu realizzato in questo modo per garantire solo lo stoccaggio dei rifiuti per pochi mesi in attesa della messa in esercizio del termovalorizzatore di Acerra.Secondo il Piano Straordinario della Regione, le balle stoccate nell’area militare di Persano e quelle di Toppa Infuocata – continua – dovrebbero essere destinate agli STIR di Caivano e di Giugliano una volta che gli stessi saranno stati rifunzionalizzati ed integrati con nuovi impianti per produrre Css cioè combustibile solido secondario da inviare ai termovalorizzatori, ai cementifici e alle fonderie italiane e estere. Tali lavori necessitano di almeno tre anni e, ammesso che siano realizzati, i rifiuti dovranno essere spostati da Toppa Infuocata e da Persano a Caivano e a Giugliano con una spesa di almeno 20 euro a tonnellata e quindi con l’esborso di altri 4.000.000 di euro. Per la sola lavorazione dei rifiuti imballati di Toppa Infuocata e di Persano per la produzione di Css occorreranno altre 60 euro per tonnellata e altri 120 euro per tonnellata per poterli smaltire con una spesa complessiva di circa 40.000.000 di euro ancora da reperire».