Le donne di Salerno hanno il cuore tutto granata - Le Cronache
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Le donne di Salerno hanno il cuore tutto granata

Le donne di Salerno hanno il cuore tutto granata

di Rosalba Labriola e Serena Pia Manzione

Le tifose in Italia stanno crescendo in numero e in consapevolezza. E questo dato lo si registra anche a Salerno, dove sempre più donne si avvicinano al mondo del calcio, o per la precisione alla Salernitana.

Proprio come Enrica Imbimbo che racconta come l’amore per il suo uomo l’ha spinta poi ad innamorarsi anche della Salernitana… “Io non sono una vera tifosa della Salernitana, grazie a mio marito sono simpatizzante della squadra. Tuttavia ricordo benissimo il famoso sorpasso a Venezia; erano tempi diversi, si respirava l’attaccamento alla maglia, i calciatori erano come amici di famiglia poiché li vedevo sempre su Telecolore. La realtà è che gli interessi economici del calcio di adesso sembrano offuscare la passione. Nonostante tutto nei veri ultras non manca mai la voglia di seguire la propria squadra in ogni città; credo che la Salernitana goda di una tifoseria incredibile, di gran lunga superiore a quella delle vip del campionato.”

La sua passione per i colori granata sono invece nati e cresciuti insieme ad Anna Polverino… “La prima volta che andai allo stadio ero piccolissima. Fino ad allora avevo seguito la Salernitana tramite la televisione, la mia famiglia si riuniva per guardare la classica partita domenicale. Mi sembrava tutto uno spettacolo, come se fosse uno show televisivo. Quando mi recai all’Arechi fu molto diverso: mi pareva tutto grandissimo, ognuno sembrava gridare parole incomprensibili che poi ho capito fossero cori. Fu un’emozione unica”. C’è un episodio in particolare riguardo la Salernitana che volete raccontare? “Sì, conobbi un giocatore, Giovanni Tedesco, che a quei tempi giocava nella Salernitana con suo fratello Giacomo. Per me era come un idolo e, quando li incontrai entrambi casualmente in strada, non credevo ai miei occhi…Iniziai a chiamarlo ripetutamente, adesso un po’ me ne vergogno. Il caso volle che avesse con sé una maglia della squadra che mi regalò e in seguito facemmo una foto che ancora conservo”. Anche Laura Gentile segue la Salernitana da sempre e per anni con la sua famiglia acquistava l’abbonamento nel settore distinti, una fede la sua per i granata che non si è mai persa e che l’ha portata anche a festeggiare le due promozioni in serie A… “Ricordo che quando la Salernitana è andata in serie A nel ‘98, era una grande festa soprattutto per le famiglie, infatti per noi andare allo stadio era diventato un rito domenicale: io e la mia famiglia avevamo l’abbonamento nei distinti, la sconfitta non veniva vissuta come un momento drammatico, ci si arrabbiava ma poi finiva lì; questo rito continuava a casa guardando 90esimo minuto e riuscivo ad osservare tutte le azioni che allo stadio mi erano sfuggite. Ho seguito tutte le partite di quell’anno, ed era una gioia anche vedere le squadre importanti del campionato venire a Salerno, anche adesso forse lo è… io sono stata allo stadio contro la Sampdoria a novembre, c’era poca gente, era un’atmosfera totalmente diversa e pesante; La promozione di quest’anno non è stata vissuta bene, un po’ per via del Covid-19, un po’ perchè c’era la consapevolezza non espressa che ci sarebbero stati dei problemi societari. Nel ‘98 a Salerno c’era stata una festa irripetibile, stavolta è stata vissuta con molta freddezza vista la situazione. Noi abbiamo vissuto la serie A con lo spirito di chi vorrebbe uno sport sano e puro per divertirsi e tifare, mentre ora sembra che importino solo gli interessi economici”. C’è stato un evento in particolare che ha causato un vostro allontanamento dalla Salernitana? “Un particolare episodio che mi ha fatto allontanare dalla Salernitana, è stato l’incidente del treno il 24 maggio 1999: si doveva giocare una partita di spareggio a Piacenza, la quale fu una delusione grandissima peggiorata dalla morte di quattro ragazzi mentre erano di ritorno a Salerno; fu un avvenimento molto grave ed eclatante per la città: durante il successivo campionato mio marito mi convinse ad andare allo stadio ma non riuscii a seguire la partita, ebbi una reazione particolarmente brutta, da allora mi sono recata poche volte all’Arechi e ho continuato a tifare solo da casa.”

Poi c’è Rossana anche lei particolarmente legata alla Salernitana e… “alla promozione in B, al famoso Because I’ m happy e al “vincerò” di Moro con lo stadio buio e solo i flash dei telefoni, brividi. Ero nei distinti inferiori con mio padre e tanti altri amici e amiche, si siamo divertiti tantissimo, dall’inizio della partita con la coreografia alla fine andando via suonando i clacson e sventolando le bandiere. Penso che quest’anno per la serie A, senza Covid, avremmo potuto fare una festa molto più bella ma, nella speranza che verranno tempi migliori, conservo questo momento con molta gelosia”.