L'Arechi fornirà energia alla città - Le Cronache Salerno
Salerno

L’Arechi fornirà energia alla città

L’Arechi fornirà energia alla città

La città di Salerno si proietta nel futuro dello sport e dell’efficienza energetica. Con un primo colpo alle scalinate della Curva Nord dell’impianto di Via Allende, ha preso il via ufficialmente il cantiere per la riqualificazione dello Stadio Arechi, un progetto ambizioso che mira a trasformarlo in una struttura non solo moderna e funzionale, ma anche un modello di ecosostenibilità e una potenziale “centrale energetica” per la zona orientale della città. L’obiettivo primario è quello di candidare l’impianto a ospitare le partite degli Europei di calcio Euro 2032, per i quali l’Arechi è uno dei dodici stadi su cui UEFA e FIGC stanno concentrando il loro lavoro e le loro aspettative in termini di standard infrastrutturali europei. All’avvio dei lavori e al taglio del nastro hanno partecipato figure istituzionali di rilievo, tra cui il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, e i rappresentanti dell’azienda esecutrice, il tutto coordinato dall’Agenzia Regionale Universiadi per lo Sport (ARUS). La presenza istituzionale ha confermato l’importanza strategica e l’impegno finanziario regionale, con un investimento complessivo di 140 milioni di euro destinato ai due impianti sportivi principali della città: l’Arechi e il Volpe. Il tratto distintivo e più innovativo del nuovo Arechi risiede nella sua profonda vocazione ecologica e nell’approccio rivoluzionario all’efficienza energetica. A delineare la visione del progetto è stato il direttore generale dell’ARUS, Flavio De Martino, il quale ha sottolineato come l’Arechi diventerà uno degli stadi più all’avanguardia, se non il più moderno, d’Italia una volta completato, proprio grazie alla sua capacità di integrarsi attivamente nel fabbisogno energetico della comunità circostante. De Martino ha chiarito il concetto centrale dell’ecosostenibilità dell’impianto: “Sarà uno stadio moderno ed ecosostenibile. L’intera copertura avrà i pannelli fotovoltaici che produrranno energia per l’impianto durante le manifestazioni sportive e i grandi eventi, garantendo l’autosufficienza energetica durante l’utilizzo più intensivo. Ma, cosa ancor più importante e distintiva, durante il resto della settimana, quando lo stadio non ospita partite o eventi di grande affluenza, l’energia prodotta sarà a disposizione di tutta la città, in particolare dei quartieri limitrofi.” Questa integrazione, che va ben oltre il semplice autoconsumo sportivo, trasforma l’impianto in un vero e proprio polo di produzione energetica distribuita, un modello di comunità energetica rinnovabile ante litteram. Fornendo un significativo contributo all’efficienza complessiva e alla riduzione dell’impronta carbonica dell’area urbana, la struttura sportiva assume un ruolo di servizio pubblico anche in ambito energetico. La sostenibilità, dunque, non è un mero restyling estetico o un accessorio tecnico, ma il cuore pulsante dell’intera operazione di riqualificazione, in linea con le direttive più stringenti per gli impianti sportivi europei del futuro, che richiedono un impatto ambientale minimo e una gestione delle risorse ottimizzata al massimo. Oltre all’aspetto energetico, il progetto prevede una radicale riorganizzazione degli spazi interni ed esterni, volta a migliorare l’esperienza dello spettatore e la funzionalità complessiva in ottica di polifunzionalità e revenue generation. La scelta strutturale è chiara e si ispira ai moderni stadi all’inglese attraverso la realizzazione di un unico anello di spalti. “Noi andremo a demolire tutto il primo anello per far diventare lo stadio un unico anello come uno stadio inglese,” ha spiegato il direttore dell’ARUS. L’eliminazione della doppia segmentazione verticale degli spalti, tipica di molti impianti italiani obsoleti, favorirà una visione ottimale del campo da gioco da ogni settore e garantirà un’atmosfera più intensa e coinvolgente, essenziale per gli standard UEFA. La demolizione del primo anello non è, tuttavia, un’opera fine a sé stessa, ma una mossa strategica per la creazione di nuovi spazi interni. “L’anello inferiore che verrà demolito consentirà di avere nuovi spazi per poter ospitare anche il museo della Salernitana e quindi guadagnare anche in attività commerciali e quant’altro,” ha continuato De Martino. Questa riorganizzazione spaziale è cruciale. Permette, infatti, di espandere le funzioni dell’impianto, creando aree destinate al commercio, alla ristorazione, e alla cultura che garantiranno una fruibilità dell’Arechi sette giorni su sette. Trasformando lo stadio da una struttura utilizzata solo poche ore a settimana a un centro di aggregazione cittadina, si genereranno nuove entrate commerciali, rendendo la struttura economicamente più sostenibile e meno dipendente unicamente dai ricavi da match day. Un altro intervento fondamentale riguarderà l’ottimizzazione della capienza e della sicurezza. Si interverrà per chiudere i quattro lati aperti dell’attuale stadio, spazi che oggi risultano vuoti e che disperdono l’atmosfera e la termoregolazione. Questa chiusura strutturale permetterà di recuperare spettatori, portando la capienza totale dell’impianto a oltre 30.000 posti, un requisito fondamentale per le competizioni internazionali come Euro 2032. La chiusura perimetrale, oltre ad aumentare la capienza, migliorerà anche il comfort e la gestione dei flussi del pubblico, elementi imprescindibili per la classificazione UEFA. Il cronoprogramma dei lavori si distingue per l’avanzato stato di attuazione rispetto a quanto richiesto dalle istituzioni calcistiche internazionali, come sottolineato con orgoglio dal direttore De Martino. “La UEFA vuole che per luglio 2026 ci sia un progetto preliminare approvato, noi parliamo di lavori. Non credo che in Italia ci siano attualmente stadi così in avanzato stato non solo di progettazione, ma di lavori,” ha affermato il direttore dell’ARUS, evidenziando il vantaggio competitivo di Salerno. “Stiamo lavorando anche per la cantierizzazione insieme alla UEFA e alla FIGC. Quindi siamo avanti rispetto a tutti gli altri candidati.” L’intervento è stato pianificato per fasi, al fine di garantire la continuità delle attività sportive della Salernitana, un aspetto logistico complesso che dimostra l’attenzione alla minimizzazione del disagio sportivo. Inizialmente, gli ospiti restano nell’anello inferiore, dopodiché, l’attenzione si concentrerà sui lavori per accogliere gli spettatori sull’anello superiore, con operazioni che verranno realizzate a fasi. Una volta completato e reso sicuro l’anello superiore, gli ospiti vi si trasferiranno, e sarà possibile procedere con la demolizione e la ricostruzione completa dell’anello inferiore. Parallelamente, la Regione Campania sta investendo ingenti risorse per la riqualificazione di altri impianti sportivi fondamentali per la città. “Oggi è un segnale forte che la Regione ha investito 140 milioni tra il Volpe e l’Arechi e porteremo avanti questi due stadi,” ha ribadito De Martino. L’attenzione è rivolta anche al nuovo Stadio Volpe, il cui progetto esecutivo è in conferenza dei servizi, ma le opere di demolizione continuano con l’obiettivo ambizioso di permettere alla squadra di iniziare la prossima stagione nel nuovo Volpe. Una volta completato il Volpe, la squadra si trasferirà lì, consentendo di lavorare sul campo dell’Arechi in maniera più adeguata e continua, accelerando ulteriormente la realizzazione dell’impianto principale. La candidatura per Euro 2032 richiede ben più di un semplice stadio moderno. L’Arechi, infatti, è un elemento centrale di una visione più ampia che include la realizzazione di una vera e propria Cittadella dello Sport nella zona orientale, in cui saranno inseriti anche il Palazzetto dello Sport, il nuovo Volpe e il nuovo Palatulimieri, il tutto in sinergia con il vicino Porto Marina d’Arechi per intercettare il settore del turismo e della ricettività. Il dossier che la FIGC presenterà alla UEFA non sarà concentrato solo sulla parte progettuale e strutturale dell’Arechi. Come specificato dal DG Arus, la maggior parte del dossier è dedicata alla capacità della città e della provincia di Salerno di accogliere un evento di tale portata. Si valuteranno aspetti cruciali non tecnici, ma logistici e socioeconomici, come la mobilità (la capacità delle infrastrutture viarie e dei trasporti pubblici di gestire flussi elevati di persone), la ricettività (la disponibilità e la qualità delle strutture alberghiere e di accoglienza per tifosi, media e staff), e l’attrattività complessiva del turismo offerto dal territorio. Salerno, dunque, si sta preparando a presentare un dossier completo e convincente, forte non solo di un progetto infrastrutturale all’avanguardia in termini di architettura, funzionalità e sostenibilità energetica, ma anche di un contesto urbano e logistico che si sta sviluppando in maniera esponenziale. L’Arechi non sarà solo un tempio del calcio, ma un’icona del progresso cittadino e un faro verde che illuminerà il futuro energetico e sportivo della Campania, dimostrando che l’investimento in infrastrutture sportive può essere un volano per la riqualificazione urbana e l’innovazione tecnologica. La determinazione nel procedere con i lavori in anticipo rispetto alle scadenze UEFA, con l’inizio della cantierizzazione prima ancora che sia necessario il progetto preliminare approvato, rappresenta un orgoglio e un segnale inequivocabile della serietà con cui Salerno affronta la sfida di Euro 2032, ponendosi come un punto di riferimento nell’ambito della riqualificazione degli stadi italiani.