La scomparsa del maestro Domenico Giordano - Le Cronache
Musica Spettacolo e Cultura

La scomparsa del maestro Domenico Giordano

La scomparsa del maestro Domenico Giordano

Ieri mattina l’infausta notizia che ha lasciato attonito il mondo musicale e culturale della nostra città. Tante le testimonianze di ricordo e d’affetto per il docente di flauto del Conservatorio “G.Martucci” di Salerno, che ha lasciato un segno indelebile in ogni allievo che si è forgiato al suo magistero

Di Olga Chieffi

“ A mio padre devo la vita, al mio Maestro una vita che vale la pena essere vissuta”, soleva ripetere Alessandro Magno del suo Maestro Aristotele. Maestro è un termine di cui si abusa, senza rispettarne l’intenso significato: “Maestro” era l’appellativo di Gesù Cristo nei Vangeli, Maestro è l’omaggio dei contemporanei ai grandi del Rinascimento. Oggi è banalizzato, nelle arti, nella scuola, in teatro. Il Maestro è generoso, offre aiuto, suggerimenti, ispirazione dentro e fuori l’aula, segnala svolte e insegna prospettive, indica una via e la illumina, col proprio esempio, col proprio “fare”, col proprio porsi sempre in gioco, instilla il dubbio, che è la via per uscire dalla “selva”, un passaggio sicuro fatto di pochi principi chiari, su cui procedere, lavora indefessamente con severità, nella costruzione del sapere, senza mai aggobbire sotto sistemi pre-confezionati, verso sempre nuovi traguardi, conquistati in prima persona. La ricompensa è l’onore di trasmettere qualcosa, di accendere una scintilla in chi viene dopo, un piacere puro, “gratuito”, quindi, impopolare. E’ l’esercizio più “pathico”, sofferto, emozionale, di ricordare il Maestro che ti ha messo in mano gli strumenti per affrontare la vita, aprendoti la porta e permettendoti di “fare” nel segno del “poiein” l’essenza del proprio lavoro che, in greco, ha la stessa radice di poesia. Ieri mattina è mancato ai vivi il M° Domenico “Mimmo” Giordano, già docente del Conservatorio “G.Martucci”, erede della celebrata scuola di fiati dell’ Istituto Umberto I, allievo del M° Domenico Faliero, continuatore nell’opera di costruzione di una scuola “salernitana”, un ramo, Domenico Giordano, del florido albero del “nostro” flautismo, che ha disseminato eccellenti musicisti i quali portano l’essenza del nostro intendere il flauto e l’intero mondo dei fiati, intriso di melodia, bel suono e virtuosismo spinto, in giro per il mondo. Ha iniziato la sua carriera concertistica come flautista dell’ Insieme di Firenze tenendo con questo Ensemble concerti in tutta Europa, esibendosi in seguito anche con la Kammermusik diretta da Franco Pezzullo sostenendo diverse tournée in Italia e all’estero. Indi, ha fatto parte del Gruppo Cameristico Salernitano insieme agli amici e colleghi Domenico Procida, Giancarlo Cuciniello, Mario Apadula, Pietro Nunziata, Gaetano Russo, Maurizio Maiorino e Roberto Civitella. In trio con Giancarlo Cuciniello al pianoforte e Domenico Procida al fagotto ha tenuto concerti in Spagna, SudCorea, Giappone e Russia. È stato il primo presidente della Associazione Filarmonica Salernitana ,”G. Verdi”, fondatore dell’attuale orchestra in cui ha suonato e dove oggi suonano i suoi allievi. Quale docente ha tenuto numerosi Corsi di perfezionamento in Italia e all’estero. Ancora attoniti, per l’improvvisa scomparsa dell’amico rimasto semplice, schietto e sincero, per aver perso inaspettatamente un maestro che ci voleva bene, con il quale si è condivisi momenti che sono patrimonio di un’umanità che cresce e migliora attraverso un’azione etica, che è quella del dialogo, della cultura, dell’ “otium”, non riuscendo a scorgere sino in fondo cosa si nascondesse nella filigrana di un evento, che proiettava dinanzi ai nostri occhi il profilo temibile della morte, oggi, lo saluteremo nella Chiesa di San Giuseppe Lavoratore in via Bottiglieri, stringendoci alla inconsolabile Signora Nunzia Falcone, ai figli Francesco, Graziano e Annalisa, ai nipotini Domenico, Miriam e Giada.