«La legge Severino va modificata», l’invito arriva direttamente dalla Camera Penale di Salerno che ha presentato una mozione critica, accolta già a livello nazionale dall’associazione di categoria, per la revisione della tanto discussa normativa. A scendere in campo subito la Camera Penale salernitana, nella speranza di creare un movimento a macchia d’olio in grado di espandersi fino a Roma per la revisione di una Legge che presenta non poche peculiarità. Una mozione studiata a fondo dall’avvocato Dario Incutti, fra i promotori dell’iniziativa. «Siamo di fronte ad una legge che va radicalmente cambiata. – afferma Incutti – Si pone su un piano sfalsato, basti pensare quanto accaduto a Napoli, con il Prefetto che ha applicato la sospensiva addirittura ben prima di ricevere le motivazioni. Il tutto urta decisamente contro la normativa». Sospensive, dunque, che arrivano decisamente al primo grado di giudizio, quando si dovrebbe attendere il normale iter procedurale dei tre gradi di giudizio. Tra i primi ad essere critici sull’applicazione della norma Severino da sempre l’attuale presidente delle Camera Penali di Salerno, Michele Sarno. «La mia posizione era critica per il caso Berlusconi e resta scettica anche adesso con quanto accaduto per l’ex sindaco di Salerno. – ha affermato Michele Sarno – E’ una norma che è avulsa dai principi fondamentali cui s’ispira il nostro ordinamento. L’interpretazione delle leggi, dunque, non sembra avvenire più secondo la ratio delle stesse ma a secondo del personaggio che si ritrova in giudicato, anche in base a quello che può servire per il proprio tornaconto politico. Riteniamo che la Legge Severino sia oltremodo penalizzante». Da Salerno l’onda lunga per cercare di modificare il testo della norma, con la Camera Penale salernitana pronta ad intervenire ad adiuvandum per una discussione in sede di Consulta. »Il nostro intervento non è dovuto ad una qualche strumentalizzazione degli eventi locali. – ha affermato il presidente del comitato, Massimo Torre – Riteniamo che la legge non sia stata bene formulata, presentandosi ai più diversi attacchi. Ci sono delle peculiarità che prestano il fianco alle critiche ad iniziare dalla non sospensione della pena accessoria proprio mentre è sospesa quella principale. E’ questo un chiaro problema d’incostituzionalità sulla presentazione di responsabilità su cui si basa il nostro ordinamento. Altra peculiarità, dunque, è il principio di non responsabilità di colpevolezza fino all’ultimo grado di giudizio. Infine, rileviamo anche una discriminatoria adottata, con la Legge Severino applicabile soltanto per gli amministratori d’enti locali e non per gli stessi parlamentari». Da Salerno, dunque, parte la crociata che, nei prossimi giorni potrebbe portare alla rimodulazione della tanto discussa Legge Severino. Dalla Camera Penale salernitana lanciato il classico sasso nella piccionaia.
Mario Onnato