di Brigida Vicinanza
“Avevo già segnalato una serie di anomalie gestionali gravissime all’interno della Sma sia alla Regione Campania che all’Anac”. Queste la denuncia di Fausto Morrone ex segretario generale della Cgil e già consigliere comunale a Salerno, che sull’inchiesta che sta sconvolgendo la Regione Campania, ha le idee chiare, essendo stato testimone oculare delle condotte all’interno della società della Regione (Sma) come responsabile della prevenzione della corruzione. “Ritengo che sia doveroso per me, che sono stato il segretario generale della Cgil, consigliere comunale e, infine, Responsabile della prevenzione della corruzione di Sma Campania esprimere un giudizio, sereno e rigoroso, sulle disgustose vicende campane che stanno venendo alla luce in questi giorni e anche rivelare aspetti di cui sono stato direttamente protagonista – ha dichiarato Morrone – eppure tutti i commentatori ricordano che il capostipite di questa dinastia di origini lucane non è la prima volta che fa parlare di sé, per il suo coinvolgimento diretto o indiretto in vicende brutte e opache che hanno dato vita a inchieste e processi. E poi, non c’è opera pubblica di rilievo, appaltata dal Comune di Salerno all’epoca del suo sindacato, che non sia stata infiltrata da aziende di camorra. Se il padre non si è fatto mancare niente, i figli ci hanno messo del loro per aumentare la “popolarità” del medesimo a livello nazionale. Inequivocabilmente è possibile rilevare, con tutta evidenza, che i progetti, i contraenti prescelti dal secondo comune campano e dalla Regione, sono frutto di decisioni e relazioni nella disponibilità esclusiva dei componenti della dinastia De Luca: non c’è sindaco, assessore o dirigente che possa interferire; il compito di questi ultimi è eseguire i comandi di Vincenzo, Piero e Roberto. In sintesi, è la consegna delle istituzioni nel salotto o nella cucina di una casa privata”. In un clima di esecuzione ordini dati solo dal “pater familias” c’è chi, come Fausto Morrone, riesce ad evidenziare aspetti della vicenda che ancora non sono emersi: “Conosco perfettamente i personaggi coinvolti nella triste e disgustosa vicenda raccontata dai giornalisti di Fanpage. Iacolare e Di Domenico sono stati nominati dall’attuale presidente della Regione, non per affinità politiche, ma unicamente perché pronti a servire il sistema di potere deluchiano. Nella mia qualità ho segnalato una serie lunghissima di anomalie gestionali gravissime alla Regione Campania e all’Anac. La prima, pur essendo il socio unico della società, con ampi doveri di controllo sulla medesima, non ha mai dato corso ad alcun accertamento. L’Autorità, invece, mi convocò nel marzo 2016 a Roma e si fece raccontare nel dettaglio le varie irregolarità che avevo riscontrato e che formalizzammo, poi, in un verbale. Solo nell’ottobre dello stesso anno fu inviata l’ispezione della Guardia di Finanza, di cui parla Raffaele Cantone. Ispezione che si concluse senza che le fiamme gialle potessero acquisire una serie di documenti, perché gli stessi furono stranamente trafugati in un furto in azienda, quanto mai tempestivo, la cui refurtiva risultò essere quasi esclusivamente materiale cartaceo. Anche sulle mie segnalazioni successive a questi ulteriori fatti non ho mai registrato riscontri formali dall’Anac e dalla Regione Campania. Pure per questo mi sarei aspettato da Raffaele Cantone una severa autocritica sulla funzionalità dell’Anac, piuttosto che la presa d’atto che la camorra gestisce ancora il ciclo dei rifiuti e, in particolare, lo smaltimento di quelli pericolosi, nella piena consapevolezza e compartecipazione della politica, e che nelle aziende pubbliche si ruba in modo diffuso e sconsiderato. Neppure il fatto che la Sma avesse gli ultimi cinque bilanci non approvati ha smosso la Regione dalla sua pigrizia. Alla luce di tutto ciò, senza considerare che le inchieste di questi giorni promettono di scoperchiare ulteriormente il sistema dinastico deluchiano, che cosa deve succedere ancora per considerare conclusa un’esperienza di governo che è durata più di un quarto di secolo? Parlo di decisioni politiche e non di provvedimenti giudiziari. Quanta vergogna e umiliazione deve essere ancora gettata sulle istituzioni repubblicane? In un paese normale, ma anche nel nostro, seppure in periodi storici in cui l’onorabilità in politica era ancora importante, avrebbero consegnato le loro dimissioni irrevocabili padre e figli e avrebbero lasciato libere le istituzioni e il loro partito. Sono, ovviamente, disilluso rispetto a questa autonoma decisione, e allora spetta ai partiti, al sindacato, alla società civile mobilitarsi, inducendo a una presa di coscienza chi ha dato pessima prova di sé. Dobbiamo sottolineare che è disgustoso l’atteggiamento di una Regione che ricusa gli amministratori solo dopo lo scandalo pubblico, nel mentre chi la governa, pure attraverso i propri figli, continua a rimanere al suo posto, in attesa che il popolo dimentichi tutto, com’è già successo tantissime volte”.