
di Alessandro Turchi, Presidente di Salerno Migliore
L’impressione è quella di due soggetti che si fronteggiano senza mai arrivare a dialogare o ad interloquire fattivamente. Da una parte i governanti, il Sindaco, la Giunta, comunale o provinciale, i consiglieri di maggioranza, che vanno avanti per la loro strada, sordi nei fatti alle istanze dei cittadini, sempre più distaccati dai problemi concreti di chi vorrebbe una città funzionante. Lavori infiniti, sporcizia, disservizi, scarsità di iniziative culturali, poche idee, pochi servizi pubblici di rilievo, un turismo disorganizzato, tutto questo è oggetto di critiche infinite da parte di molti cittadini, le leggiamo sui giornali, sui gruppi Facebook e Instagram, le ascoltiamo a mezza voce, le vediamo plasticamente nelle tante fotografie che rappresentano situazioni assurde e poco coerenti con l’idea di una città europea. Esiste una vera e propria opposizione, con lamentazioni infinite più o meno argomentate, con mille commenti di insoddisfazione, una opposizione sempre più incontenibile ma, sia chiaro, non parliamo di quella politica, assente o distratta, quanto di quella che si esprime sui social e non solo, una opposizione rappresentata da gruppi più o meno organizzati e di cui Salerno Migliore è certamente parte. Da una parte questa opposizione nei fatti, che raccoglie le istanze dei cittadini, le loro proteste e i loro desideri, anche spiccioli, e cerca di avanzare proposte e istanze di miglioramento: Salerno è bella e con grandi potenzialità e in tanti non sopportano che sia così trascurata. Dall’altra parte una classe di governo assolutamente assente, che ignora le critiche, una casta politica che tira dritto come se nulla fosse, con i propri obiettivi, progettando e spesso non realizzando opere pubbliche dai lavori infiniti come Porta Ovest, Piazza Cavour e come gli stessi interminabili lavori di pavimentazione del Corso. Fra una inaugurazione ed una promessa, una intervista e un auspicio, trascorrono gli anni e la città vive uno stato di perenne provvisorietà, pur se i cittadini pensano, desiderano, auspicano che sia a misura d’uomo. L’idea è che questo sistema, ribattezzato “Sistema Salerno”, continuerà a perpetuarsi perché fra le due entità, quella di governo e quella dei cittadini insoddisfatti, c’è la gran massa di cittadini apatici o semplicemente disillusi, cittadini che in modo individualistico svolgono solo un ruolo di osservatori. Se parli con tanti di loro probabilmente criticano a dismisura le cose come stanno, si lamentano, magari inviano sui social le foto delle auto parcheggiate sul marciapiede o del cantiere fermo da dieci anni. Ma dopo aver criticato, dopo essersi lamentati, dopo aver affermato a gran voce che così non va bene, che è assurdo il modo in cui viene trattata Salerno, dopo tutto questo ti salutano e se ne vanno, come se imbracciare il metaforico fucile per combattere questo andazzo non sia affar loro. Magari ti spiegano che non andranno proprio a votare, tanto nulla cambierà, e dopo averti detto questo risalgono nella propria auto, “appoggiata” come tante altre in doppia fila non senza affermare, con aria annoiata che “è tutto uno schifo, dove sono i parcheggi? “. Sono le stesse persone educate che quando si trovano a Nizza o a Vienna, guidano rispettando i limiti di velocità, parcheggiano nei modi dovuti e cercano un cestino senza gettare le carte a terra. A Salerno invece tutto è consentito, una sorta di scambio non dichiarato: io non mi preoccupo della città, non la curo, non ne faccio una realtà europea e non le offro prospettive a medio e lungo termine, tu cittadino fai quello che ti pare, parcheggia dove vuoi, sporca pure, lamentati se vuoi, l’importante è che non dai fastidio. E se non vai a votare, non c’è problema, noi i voti che ci servono li abbiamo già pronti, come sempre. Una sorta di anarchia legalizzata, come spesso abbiamo sottolineato da queste colonne. Ma a tutto c’è un limite ed è forse il momento di cambiare le cose, stanno cambiando pesantemente nelle nostre democrazie occidentali, con l’America di Trump che in pochi giorni ha sconvolto situazioni consolidate e prospettato scenari fino a pochi mesi fa improponibili. Dovremmo preoccuparci del cambiamento in una piccola città di 126 mila abitanti? Sarebbe l’ora di spezzare questa idea di ineluttabilità che ci immobilizza e ci fa lamentare senza passare all’azione, dobbiamo convincere i tanti che fanno parte di questa “terra di mezzo”, apatica e disillusa. Noi di Salerno Migliore siamo convinti che sia arrivato il momento di passare dalle chiacchiere ai fatti, vogliamo svegliare una classe di governo troppo convinta della propria autosufficienza, vogliamo dare voce ai tanti cittadini fino ad oggi incapaci di passare ad una proposta concreta, vogliamo spiegare che una speranza può esserci, ma va perseguita tutti insieme. Potremmo essere maggioranza.