“Io mi ricordo...” l’esame di maturità raccontato dalle dirigenti scolastiche - Le Cronache
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“Io mi ricordo…” l’esame di maturità raccontato dalle dirigenti scolastiche

“Io mi ricordo…” l’esame di maturità raccontato dalle dirigenti scolastiche

di Monica De Santis

Proseguono gli esami di maturità e prosegue anche il nostro viaggio tra i ricordi delle dirigenti scolastiche salernitane, che raccontano il loro esame e come questo sia cambiato…

“Ricordo il mio esame di maturità perfettamente ed ancora con un po’ di paura”, racconta Maria Alfano, dirigente scolastica del Liceo De Filippis Galdi di Cava de’ Tirreni, la stessa scuola dove si è diplomata. “Sono stata la prima del primo giorno a sostenere la prova orale. Portai come materie italiano e storia. Ricordo che mentre parlavo, mi girai indietro e vidi una folla di ragazzi ad ascoltarmi. Essendo la prima erano venuti tutti a vedere come si svolgevano gli orali. Non ricordo se a farmi più paura furono gli scritti o la prova orale, quello che ricordo è che la notte prima dell’esame non chiusi occhio. Oggi gli esami sono più soft, perchè la commissione è interna, c’è solo il presidente che è esterno e potrebbe causare qualche difficoltà”.

Anche Maria Giuseppa Vigorito, dirigente scolastica del Liceo Galizia di Nocera Inferiore, ricorda il suo esame di maturità… “Ricordo i giorni precedenti all’esame. Studiai tantissimo, giorno e notte. La tensione era alle stelle. Poi ricordo la delusione per il voto finale. Nonostante la mia fu una bella prova non venni premiata dalla commissione che fu molto severa. Oggi i ragazzi sono molto più agevolati. L’unico che potrebbe esercitare un’influenza diciamo negativa è il presidente di commissione, ma solitamente tutti i presidenti oggi sono più buoni”. Ricorda benissimo il suo esame di maturità anche Elisabetta Barone, dirigente scolastica del liceo Alfano I di Salerno… “In particolare la prova di matematica. Il primo quesito era sulla parabola con vertice nel primo quadrante e ricordo di aver risposto a quattro quesiti su cinque. Era abbastanza impegnativo. Non è stata una passeggiata. E poi ricordo gli orali. Come materie ho scelto inglese e filosofia. Avevo fatto una lunga ricerca e ricordo che la professoressa mi mortifico chiedendomi da dove avessi scopiazzato. Ed invece avevo fatto tutto da sola, ci ho lavorato un anno. E alla fine non mi chiese nulla di quello avevo scritto. Mi chiede solo una cosa di grammatica. Questa cosa mi mortifico tantissimo. Invece l’esame di filosofia fu brillante e alla fine all’università mi sono iscritta a filosofia. Se guardiamo ad oggi non credo che sia cambiato molto perchè si continua a giudicare la capacità di sintetizzare e di argomentare di una persona. Oggi però si riconosce di più la capacità creativa e l’originalità dei ragazzi che ai tempi nostri non accadeva”.