SALERNO – L’ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro) ha celebrato domenica 8 ottobre la “67a Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro” sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica ed il patrocinio di INAIL e INPS.
A Salerno la Giornata si è aperta nella chiesa intitolata alla SS. Annunziata, in via Portacatena, con la celebrazione della Santa Messa in memoria di tutti i caduti sul lavoro, officiata dall’Arcivescovo emerito, S.E. Mons. Gerardo Pierro, insieme a don Luigi Piccolo, parroco di Oliveto Citra e sostenitore morale dell’ANMIL. Al termine della cerimonia religiosa, si è tenuto il corteo con la partecipazione delle massime istituzioni civili ed associative: il Presidente territoriale dell’ANMIL, Fiore Prosapio; il vice presidente e consigliere nazionale, Luigi Rispoli; il dott. Domenico Della Porta, Primario di Medicina del Lavoro e Sicurezza negli ambienti di Lavoro, consigliere nazionale ANMIL; la dott.ssa Angela Cirillo, vice Direttore dell’INAIL; diversi Sindaci della Provincia con i loro Gonfaloni, tra cui Buccino, Eboli, Laviano, Oliveto Citra, Ricigliano e Salerno. Giunti alla lapide dedicata ai Caduti sul Lavoro, vi è stata deposta una corona di alloro e si è osservato un minuto di silenzio. Il corteo si è poi recato a Palazzo di Città dove si è tenuta la cerimonia civile conclusiva. A fare gli onori di casa la dott.ssa Eva Avossa, vice sindaco di Salerno e Assessore alla Pubblica Istruzione.
Si è trattato di un importante momento di riflessione e confronto sui temi della sicurezza, della prevenzione e della tutela degli infortunati: parlare di morti sul lavoro, un fenomeno che sembrava essere in diminuzione, acquista oggi un’ulteriore rilevanza perché gli ultimi dati diffusi indicano un aumento consistente degli infortuni e delle malattie professionali. La tutela di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro rappresenta un’assoluta priorità per il nostro Paese e discuterne diventa doveroso per un cambio di rotta, per provare a dare una scossa all’opinione pubblica e favorire la buona cultura della salute e della sicurezza, non solo in ambito lavorativo, ma nella vita di ogni giorno.
Nel suo discorso, il Presidente territoriale rivolge un appello alle Istituzioni “Pensare ai lavoratori e alle lavoratrici scomparse per il lavoro è un dovere civico – afferma Fiore Prosapio – Non è cambiato molto dal dopoguerra ad oggi. Progresso e tecnologia non hanno fermato morti e infortuni sul lavoro. Gli ultimi dati, pur se ancora provvisori, non possono non destare forte preoccupazione, in quanto prospettano una quasi certa ed inaspettata inversione del positivo trend storico dell’andamento infortunistico nel nostro Paese e nel nostro stesso territorio”. Il Presidente evidenzia poi un altro aspetto fortemente critico ovvero il reinserimento lavorativo per le persone che hanno subito un infortunio sul lavoro, importante sia sul piano pratico ed economico che su quello della dignità personale: “I dati del reinserimento sono fermi, appiattiti. Per i centri per l’impiego sembra che invalidi e disabili non esistono più. Non vengono rispettate le quote fissate dalla legge. In seguito ad un infortunio, si può essere vittima di licenziamento perché non si hanno più le caratteristiche per svolgere quel lavoro. Oltre al danno fisico subito, vi sono i danni morali e psicologici per coloro che non riescono a reintegrarsi ed anche per i loro familiari. Questa giornata costituisce un doveroso momento di riflessione sul sacrificio di chi ha perso la vita o ha subito un infortunio nello svolgimento della sua professione, nonché un’occasione per rivendicare la centralità dei diritti di ogni lavoratore”.
Stando agli ultimi dati INAIL, la situazione resta allarmante con un andamento altalenante delle denunce sia degli infortuni che delle malattie professionali sia di quelli con esito mortale. Già nei primi sette mesi dell’anno sia gli infortuni che i morti sul lavoro sono cresciuti in misura, rispettivamente dell’1,3% e del 5,2% rispetto allo stesso periodo 2016. In particolare, tra il 1° gennaio e il 30 luglio 2017 sono stati denunciati circa 380.000 infortuni, con un incremento di quasi 5.000 unità rispetto ai 375.000 circa dello stesso periodo dell’anno precedente. La crescita degli infortuni sul lavoro risulta più consistente tra quelli cosiddetti “in occasione di lavoro”, aumentati di quasi 3.000 casi, rispetto a quelli “in itinere” (+ 2.000 casi circa). Ancora più preoccupante risulta l’andamento delle denunce degli infortuni mortali che dai 562 casi dei primi 7 mesi 2016 sono passati ai 591 dell’analogo periodo 2017: vale a dire 29 vittime del lavoro in più. L’incremento dei decessi risulta equiripartito tra quelli “in occasione di lavoro” e quelli “in itinere”.
La Dott.ssa Cirillo, vice direttore INAIL Salerno, ha affermato di essere orgogliosa dell’impegno dell’Istituzione che rappresenta, sia per come investe per la prevenzione sia per ciò che essa pone in essere nel post infortunio. “L’INAIL spinge verso la prevenzione investendo direttamente sui giovani – afferma la Cirillo – I ragazzi vengono ”istruiti” ad essere bravi lavoratori e bravi imprenditori. Quando domani saranno lavoratori o datori di lavoro, saranno i primi tutori di sé stessi e di coloro alle loro dipendenze. La prevenzione è un guadagno sia in termini di vite umane sia per le aziende stesse. Vi sono fondi stanziati per incentivare le aziende ad investire in prevenzione e sicurezza. Solo una buona cultura della prevenzione riduce gli infortuni e i decessi”. I giovani devono vedere nella prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali un valore da difendere per essere protagonisti della loro stessa salvaguardia.
La vicedirettrice ha poi parlato delle linee guida adottate dall’INAIL per il reinserimento lavorativo e l’integrazione dell’infortunato nel mondo del lavoro affermando che l’Istituto “è andato oltre lo step della prestazione economica erogata. Vi sono fondi già stanziati per le aziende che prendono in carico quei lavoratori che non possono più svolgere il lavoro che facevano. Obiettivo del reinserimento è offrire agli infortunati un lavoro adatto alle loro nuove esigenze”.
Al termine dei discorsi celebrativi sono stati consegnati brevetti e distintivi d’onore da parte dell’INAIL e la medaglia d’oro da parte dell’ANMIL ad uno dei suoi associati, il signor Antonio De Maio. Quest’ultimo, associato all’ANMIL da 50 anni ha ricevuto il premio dalla padrona di casa, la dott.ssa Eva Avossa.
Nel nostro Paese, la riduzione delle morti e degli infortuni sul lavoro deve essere considerata una tappa fondamentale da raggiungere lungo il percorso volto ad assicurare la piena osservanza di tutte le norme, a garanzia della salute e dell’integrità fisica dei lavoratori. Se investiamo in sicurezza, diamo valore alla vita ed è solo così che si cambia la storia.
Clementina Vitolo