In ricordo di Ambrogio Ietto. Proposta l’intitolazione della scuola Don Bosco - Le Cronache
Attualità

In ricordo di Ambrogio Ietto. Proposta l’intitolazione della scuola Don Bosco

In ricordo di Ambrogio Ietto. Proposta l’intitolazione della scuola Don Bosco

di Rosanna Di Giaimo
«Non vive ei forse anche sotterra, quando
gli sarà muta l’armonia del giorno,
se può destarla con soavi cure
nella mente de’ suoi?…»
Versi da “Dei sepolcri” di Ugo Foscolo, da tutti letti negli anni di studi in cui la formazione scolastica ci preparava alla vita. Anni in cui Ambrogio Ietto, persona di pensieri generati da profonde riflessioni, è stato uomo di Scuola cui ha dedicato la sua intera esistenza, anche quando, il sognatore della “comunità educante” ha lasciato la cattedra.
Così, memore di un passato ricco di saperi e mossa da sentita gratitudine, l’Associazione Italiana Maestri Cattolici di Cava de’ Tirreni, attraverso Angelina Lamberti e Rita Mazzotta, ha voluto ricordarlo con una messa officiata nella Basilica Pontificia di Santa Maria dell’Olmo da don Antonio Rienzo della Diocesi di Salerno.
“Un uomo dal multiforme ingegno, un sacerdote laico della cultura cattolica salernitana” l’ha definito don Antonio. Alla celebrazione liturgica è seguito, nella sede del Comitato Cittadino di Carità, governatore Prof. Paolo Gravagnuolo, un incontro per rievocare l’alto profilo umano e professionale del compianto cui hanno preso parte dirigenti, docenti, studenti, collaboratori scolastici e cittadini cavesi.
La lungimiranza, l’apertura al nuovo di Ambrogio Ietto sono state sue peculiarità anticipatrici di tempi più moderni, secondo Angelina Lamberti, presidente della locale sezione dell’AIMC e storica docente del Primo Circolo Didattico Don Bosco durante la Direzione Ietto. Del Professore, infatti, fu l’iniziativa di inserire la lingua straniera nella scuola primaria così come coraggiosa fu la strada degli scambi europei. Ed è stato quanto mai appropriato ricordarlo proprio nella Giornata mondiale dell’insegnante.
Ester Cherri, prima dirigente dopo la nomina ad Ispettore scolastico di Ambrogio Ietto, ha dichiarato che deve a lui la sua carriera, per l’incoraggiamento e la guida preziosi. “E’ stato il mio maestro – ha sottolineato – soprattutto per aver lanciato l’idea di quella comunità nella quale ognuno è portatore di esempi e di educazione”. Dopo aver messo in luce la sua capacità di saper coniugare rigore e senso di umanità, ha avanzato la proposta di intitolare ad Ambrogio Ietto la scuola Don Bosco.
Ricco di amarcord l’intervento di Maria Alfano, Dirigente del De Filippis Galdi, che ha evocato la sua infanzia e le narrazioni che del collega facevano i suoi genitori, maestri: un secondo padre essendo stato compagno di studi del suo. Poi, con emozione, rimanda la mente a quando, da dirigente, ha varcato la soglia della Direzione della scuola Don Bosco, occupando quella scrivania alla quale aveva per molti anni lavorato lui. “Un uomo – ha concluso – che ha dato insegnamento con il fare e il sapere”.
“La semplicità è propria degli uomini grandi” ha rilevato Ester Senatore, attuale Dirigente della Don Bosco, e ha sottolineato come, nonostante una carriera importante, Ietto sia stato sempre soprattutto “maestro”.
Antonietta D’Episcopo, dell’AIMC provinciale, ne ha rammentato il rapporto di carattere associativo. Per l’Ispettore la scuola era funzionale al progresso della società e, per questo, non tollerava la mancanza di competenze degli insegnanti o l’indifferenza delle famiglie. Un grande talent scout che creava una comunità diretta verso una visione evangelica della professione docente.
L’ispettore scolastico Umberto Landi ha, poi, voluto partecipare ai presenti anche momenti divertenti della sua vita con l’amico e collega e, soprattutto, gli anni di militanza nell’IRRSAE (Istituto regionale di aggiornamento ricerca e sperimentazione educativi).
Antonio Di Martino, da presidente del Consiglio di Circolo della scuola Don Bosco, ha posto l’accento su tre doni da lui ricevuti, tre pubblicazioni testimonianza della sua vasta e profonda cultura. Una raccolta di editoriali che il giornalista Ambrogio Ietto scriveva “senza peli sulla lingua” per quotidiani regionali e locali, “Angelo Patri, da emigrante a schoolmaster”, figura di grande pedagogista italo-americano e l’autobiografia “Vivere e soffrire di scuola”.
Gabriella Alfano, come genitrice, ne ha apprezzato la grande disponibilità verso le famiglie “dei suoi piccoli cari alunni”.
Infine, le sorelle Clara, Ida e Rosetta hanno riferito che Ietto si diceva fiero di essere il direttore di tante belle persone; in quella commemorazione hanno ritrovato tutto l’affetto che il caro fratello ha dato nella sua vita.
Profondamente commossi la moglie, signora Annamaria, e i figli, Bartolomeo e Nicola.
E pensando, ancora oggi, ad Ambrogio Ietto, spontanei sorgono, ancora una volta, i versi foscoliani:
«A egregie cose il forte animo accendono
l’urne de’ forti, o Pindemonte; e bella
e santa fanno al peregrin la terra
che le ricetta…».