In ricordo del Maestro Antonio Florio - Le Cronache
Musica Spettacolo e Cultura

In ricordo del Maestro Antonio Florio

In ricordo del Maestro Antonio Florio

Questa sera, alle ore 18,30, familiari e parenti, ricorderanno, ad un anno dalla scomparsa, la figura umanissima ed eclettica del Maestro Antonio Florio nella Chiesa di Santa Croce in Torrione.

 

Di Olga Chieffi

 La morte trovò, un anno fa, il Maestro Antonio Florio mirabilmente pronto alla vita, dopo aver esultato per il premio Paganini consegnato a Giuseppe Gibboni. Forse, non v’è stato modo migliore di prepararsi alla morte fisica che lo reclamava. Colmo di vita e d’opera e d’incompiuto, a noi, che siamo rimasti, è dato ritenere che il Maestro Antonio Florio possa manifestarsi nella nostra vita a suo proprio compimento. Dal canto nostro la nostra vita lo richiede. Maestro generoso umile, ne si temeva la severità, l’eccellenza, la tenacia, il carattere istintivo, imprevedibile,  per rispetto di ciò che si aveva studiato, praticato, ricercato, per l’intera vita, la musica, per la quale non è mai sceso a Antonio “Tonino” Florio, un’unicità del suo strumento il sassofono, degno erede del padre Francesco, latore di ragioni estetiche e tecniche nell’intendere quest’ancia, che è divenuta una scuola e lezione per tutti gli strumenti a fiato, un’unicità nell’unire e dar spazio a tutti i mondi da lui frequentati, dal teatro, al conservatorio, dalla piazza al molo del porto, dal bar del paesino, al grande festival. In questo anno che ci ha visto pathire, con onore e onere, il frequentare quegli stessi luoghi vissuti, contestati, amati dal Maestro Antonio Florio, ai familiari, gli amici, gli allievi che oggi continuano ad onorarne il segno indelebile che ha lasciato nel loro percorso di vita, non resta che “fare” ancora insieme il piccolo libro dell’anima. Cos’è cambiato, infatti, con la morte? Cosa cambia – quando l’attesa resta sospesa di fronte al compimento? L’essere andato di là, nell’invisibile, dell’artista e dell’amico ci pone assiduamente la domanda circa il di là e il di qua della soglia paurosa che tutti ci rende vili, ma anche ardenti di curiosità. La disparizione emana verso di noi il fiore di un’amara, ma nuova primavera, di un’era da esplorare, in cui ritagliare una nuova terra d’amicizia e colloquio. Pure ci sollecita l’urgenza d’intrecciare, senza sosta, visibile e invisibile, per costruirci un veicolo, non so, magico di contatto che può essere la musica, un’immagine, una barca, l’assoluto del mare. Tutto cambia e tutto resta per noi tutti se la morte rompe i sigilli e la parte di vita ch’era stata trattenuta fluisce e torna a noi, per questo rimaniamo disorientati di fronte alle morti e come presi da rimorso. Pur, tuttavia, l’amicizia se resiste oltre la morte, se si apre a quelle notti di veglia, potrà accaderle di divenire ancora più alta, spirante e ispirante. Questa sera, alle ore 18,30, familiari e parenti, ricorderanno, ad un anno dalla scomparsa, la figura umanissima ed eclettica del Maestro Antonio Florio nella Chiesa di Santa Croce in Torrione.