Mercoledì 1 dicembre, alle ore 20, sul palcoscenico del massimo cittadino, Geoff Westley alla testa dell’orchestra Filarmonica Salernitana e del coro del teatro, con ospiti Peppe Servillo e Ilaria Pilar Patassini, eseguirà la partitura incisa nel 2011 con la London Symphony
di Olga Chieffi
Mercoledì alle ore 20, il teatro Verdi di Salerno ospiterà “Fabrizio De Andrè Sinfonico…Sogno n.1 e oltre…”, concerto-omaggio al grande cantautore. Il progetto concepito, scritto e diretto da Geoff Westley ospiterà quali solisti Peppe Servillo e Ilaria Pilar Patassini, sostenuti dall’ Orchestra Filarmonica “Giuseppe Verdi” di Salerno, con la partecipazione del Coro del Teatro dell’opera di Salerno, preparato per l’occasione da Felice Cavaliere. Il concerto, che verrà eseguito è stato ideato ed arrangiato da Geoff Westley – una nostra conoscenza già al Ravello Festival del 2020, quando presentò alcuni brani del suo album “Does What It Says On The Tin” -, che già nel 2011 aveva registrato, agli Abbey Road di Londra, affidandolo alla esecuzione della London Symphony Orchestra e dando vita all’album Sogno N.1. Faber si diceva, autocritico fino all’assillo, “compositore di un-pa un-pa, afflitto da balbuzie melodica”, non sapendo di essere il gran musicista che illustri sodali, da Piovani a De Gregori, da Pagani a Milesi, onoravano. “Ecco la prova – disse all’epoca Dori Ghezzi – che non era soltanto un poeta maiuscolo, se dalle sue musiche scaturisce un disco come questo”. Il programma sarà inaugurato da Preghiera in gennaio, ispirato dal piovoso gennaio del ’67 quando Fabrizio partecipò al funerale dell’amico Luigi Tenco: “che all’odio e all’ignoranza/ preferirono la morte” e che ci fa ricordare la voce particolare di De André, adagiata su di un tappeto d’archi e fiati evocante il suono dell’ organo di Gian Piero Reverberi, cui l’arrangiatore Westley sostituisce, appunto.In generale, gli arrangiamenti scelti e che valorizzano l’orchestra sono quelli che contemplano andamenti di danza: Ho visto Nina volare, una sorta di habanera lenta, e ancor di più Valzer per un amore, dal quale sembrano emergere echi di balletti russi, ora di Tchaikovsky, ora di Prokof’ev, e ancora, Tre madri, Westley con le tre sante donne ai piedi della Croce. Avremo i brani orchestrali come Le nuvole, e quelli corali Laudate Hominem, il coro conclusivo di La buona novella, con citazioni da stravinsky, giocate tra la sezione ottoni che va ad incrociare quella delle voci per l’umanizzazione del Cristo. Sogno n° 1 è un’opera all’apparenza che si discosta dallo stile, di Fabrizio, ma vicino, al suo sentire interiore che lo fece pensare alla composizione di quattro notturni orchestrali.