Consiglio comunale massacrante per il sindaco Sammartino, attaccato dalla maggioranza per la vicenda del manifesto rivolto ai cittadini, ma anche dall’opposizione per la mancata risposta alle numerose interrogazioni durante questi mesi di amministrazione. Si è discusso di terriccio, rifiuti ingombranti, crisi amministrativa, volantini diffamatori, manifesti di scusa e azzeramento della Giunta. Il nodo principale della discussione è stato il ritardo dei consiglieri di maggioranza al consiglio comunale del 18 marzo: «Non 7 ma 8 i consiglieri in ritardo, quindi le scuse ai lavoratori della San Giorgio Servizi dobbiamo farle noi sette, ma anche l’ottavo consigliere, che su quel manifesto non c’era», ha esordito Maria Sica, che ha aperto una feroce discussione circa le strumentalizzazioni politiche, alimentata dagli interventi degli altri consiglieri di maggioranza. Giuseppe Velluto, capogruppo di “Partecipazione e Trasparenza per il Cambiamento”, ha affermato: «Caro sindaco, pur non condividendo molti aspetti e decisioni della sua attività amministrativa, ci siamo assunti le nostre responsabilità; da questo momento non ce le assumeremo più e ci limiteremo a votare a favore o contro i provvedimenti che saranno presentati. Tanti auguri e buon prosieguo». Michele Salvati, consigliere di minoranza del gruppo “Forti perché Liberi”, ha chiesto scusa ai cittadini, per l’indegno spettacolo a cui sono stati costretti nuovamente ad assistere, mentre Gilda Tranzillo ha espresso sgomento e rammarico: «Sono qui con la consapevolezza di partecipare ad una pagina veramente buia della politica sangiorgese». Prima di votare per le convenzioni della San Giorgio Servizi il sindaco ha replicato ai numerosi attacchi: «Sono pronto a dare le dimissioni. Credo di essere degno sindaco dei cittadini di Castel San Giorgio, ma non degno sindaco della politica di Castel san Giorgio». Riguardo alla situazione precaria della San Giorgio Servizi ha affermato: «Per il bene dei cittadini devo assolutamente evitare la strada del commissariamento, perché un commissario prenderebbe decisioni in autonomia, senza tener conto delle esigenze dei lavoratori; per questo ho chiesto scusa ai cittadini, e voglio tentare di ripartire, pur sapendo che la strada è molto irta». I continui battibecchi e gli interventi concitati dei componenti della maggioranza hanno contribuito ad alimentare confusione nei cittadini presenti, che alla fine della seduta hanno abbandonato l’aula con un senso di sfiducia generale. Patrizia D’Amora
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