di Brigida Vicinanza
«La vittoria ha il sapore della libertà che è molto più buono di quello delle fritture di pesce». Il consigliere di Giovani salernitani Dante Santoro, promotore del comitato “Ma anche no”, ha lottato durante tutta la campagna referendaria per il suo “no” tassativo alla riforma costituzionale. Alla fine esulta anche lui per la vittoria anche sul territorio salernitano, dove il giovane consigliere si è impegnato, portando a Salerno nel regno di De Luca anche il primo cittadino di Napoli Luigi de Magistris, che lo ha sostenuto in un incontro partecipassimo. «Quando dicevamo “Salerno vota no”, la gente ci considerava dei pazzi. Ma durante questa campagna referendaria fatta in giro per la provincia avevamo percepito che l’umore dei cittadini era contro questa riforma. E i risultati ci hanno dato ragione». Per Santoro, la vittoria del no, al di là del risultato è positiva anche e soprattutto per la partecipazione dei giovani alla politica, che sono stati davvero influenti nella scelta. segno di un interesse che va contro ciò che comunemente si crede delle nuove generazioni. «Il risultato del Referendum – ha rimarcato Santoro – è stato una risposta al malgoverno cittadino e ai tanti problemi che vivono i cittadini salernitani. Un’amministrazione che spende 10mila euro per fare un conto alla rovescia, chiamando un’attrice, ha perso il contatto con la realtà e con i problemi della gente. I salernitani, poi, hanno capito che la riforma era una truffa a danno dei cittadini ed hanno risposto in modo netto». «Rimbocchiamoci le maniche – conclude Santoro -, il successo del “no” conferma che si può lavorare per cambiare questa città. Le ripercussioni, anche se non a breve, ci saranno. È sicuramente un punto d’inizio e non d’arrivo, Salerno vuole qualcosa di diverso, ha voglia di cambiare. Non tutte le forze politiche che hanno votato “no” sono compatibili tra loro, ma penso possa nascere un progetto tra uomini liberi che si oppongono alla ditta di famiglia e lottano per una Salerno migliore».