Il dottor Carmine Landi: «Per il Fucito proposte soluzioni irrealistiche» - Le Cronache
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Il dottor Carmine Landi: «Per il Fucito proposte soluzioni irrealistiche»

Il dottor Carmine Landi: «Per il Fucito proposte soluzioni irrealistiche»

La situazione presso il Pronto soccorso dell’ospedale “Fucito” di Mercato S. Severino è grave, ma la soluzione proposta dai rappresentanti sindacali e appoggiata dallo stesso primario del reparto appare peggiore del male se non addirittura irrealizzabile. La mobilitazione, infatti, tende ad ottenere altri tre posti Obi (Osservazione Breve Intensiva) per evitare gli attuali disagi. Vi sono, infatti, degenze in Pronto soccorso che si protraggono anche per sei giorni, con grave pregiudizio soprattutto per i pazienti più anziani.
Il cardiologo Carmine Landi, già amministratore comunale tuttora impegnatissimo sui temi della sanità territoriale e soprattutto delle sue disfunzioni, non è affatto d’accordo con la richiesta formulata come antidoto al crescente disagio. «L’aggiunta di nuovi posti in Obi richiederebbe la trasformazione del Pronto soccorso del “Fucito” da Unità semplice in Unità complessa, con conseguente modifica del Piano regionale e dell’Atto aziendale, il che è praticamente impossibile». Landi si chiede come mai le rappresentanze sindacali sbandierino come soluzione una ipotesi del tutto non concreta. La via d’uscita realistica, invece, sarebbe un’altra. Eccola: «Occorre invitare subito le istituzioni sanitarie a prendere in seria considerazione la problematica dei flussi di pazienti provenienti da altre province». Negli ultimi tempi, infatti, l’utenza si è enormemente allargata ai paesi della bassa Irpinia e da qui sarebbe derivato uno dei principali motivi di congestione della struttura del “Fucito” e, in particolare, del Pronto soccorso. Tra i nuovi Comuni serviti e il campus universitario di Fisciano-Baronissi siamo di fronte a un’utenza di circa 130mila persone. «Appare ormai improcrastinabile un intervento nella direzione da me auspicata. Nell’impossibilità, a breve, di altre soluzioni – continua Carmine Landi – occorre sostenere con forza la lotta dei sindaci di Montoro, Solofra e Serino, per riattivare il pronto soccorso dell’Ospedale Landolfi di Solofra. È il primo passo da compiere per tendere ad un immediato superamento dell’attuale emergenza». Ma si potrebbe fare anche di più: «Sarebbe del tutto logico, oltre che razionale, perlomeno in questa fase, utilizzare i posti letto esistenti nei “reparti fantasma” del Fucito per decongestionare il Pronto soccorso, attraverso l’utilizzo del personale esistente».
La soluzione individuata dalle rappresentanze sindacali, oltre ad essere irrealistica, non affronterebbe globalmente la crisi del “Fucito”. E qui Landi rilancia il grosso tema della rete dell’infarto che continua a farsi attendere e a penalizzare i cittadini della Valle dell’Irno, costretti ad essere trasferiti al “Ruggi” pur esistendo a Curteri un reparto di Cardiologia. «Nei prossimi anni – continua il cardiologo Landi – con i lavori della terza corsia e della nuova uscita autostradale a Salerno la “rete” subirà ancora maggiori rallentamenti nel trasporto dei pazienti infartuati o affetti da ictus con un conseguente impatto prognostico negativo sia in termini di mortalità che di morbilità».
Le strade maestre per decongestionare il Pronto soccorso del Fucito sarebbero quelle dell’ospedale di Comunità, di una medicina territoriale degna di questo nome e della telemedicina, sfide e conquiste previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Da qui, l’appello di Carmine Landi al sindaco Antonio Somma e a quanti si occupano sul territorio di politiche sanitarie: «È trascorso un anno dalle elezioni e siamo ancora in attese di risposte alle domande formulate con forza dalla popolazione negli ultimi tempi. Basti pensare alla mancata attuazione del servizio di 118, con altri drammi che potrebbero verificarsi, soprattutto in questo periodo di manifestazioni estive con migliaia di persone in piazza. Speriamo che rinsaviscano tutti».