di Marta Naddei
Lo hanno messo alle strette, dinanzi alle sue responsabilità. Gli hanno chiesto spiegazioni in merito al nuovo porto di Pastena che sorgerà in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico. Vincolo del 1957 sapientemente scavalcato con la giustificazione che «non è un vincolo di inedificabilità». I ragazzi di Giù le mani dal Porticciolo, dopo quella riservata al sindaco di Salerno De Luca nel corso della serata di inaugurazione del Sea Sun, hanno fatto una sorpresa anche al Soprintendente ai beni architettonici e paesaggistici Gennaro Miccio. e sono arrivati fino a Paestum, all’oasi dunale, dove lunedì sera era in corso di svolgimento il convegno Paesaggio costiero. Quello stesso paesaggio costiero che, con la costruzione del nuovo Marina urbano che dovrebbe essere realizzato dove ora c’è il porticciolo di Pastena, rischia di scomparire dalla vista dei residenti. E’ infatti quello il punto in cui Salerno viene abbracciata dalle due Costiere, la cui visuale, con la costruzione della nuova infrastruttura, rischia di sparire a causa di due grossi caseggiati previsti nel progetto della Polo nautico srl di Antonio Ilardi.
Così, una delle componenti del gruppo, Chiara, ha preso la parola e sottoposto all’attenzione del Soprintendente Miccio, che al progetto definitivo del nuovo porto ha dato parere positivo, tutti gli aspetti negativi e soprattutto tutte le illegittimità della procedura, partendo proprio da una affermazione di Miccio stesso, ovvero quella per cui il suo compito è quello di tutelare zone protette da vincolo paesaggistico. «Il porticciolo di Pastena – afferma la giovane attivista di Giù le mani – è protetto proprio da un vincolo paesaggistico del 1957. Bisogna smettere di costruire a mare. Volevamo sapere come era stato possibile scavalcare questo vincolo. Abbiamo avuto modo di presentare anche un ricorso perché mancano valutazioni ambientali strategiche e, alle spalle abbiamo anche il supporto, oltre che di circa 2000 persone, anche di Italia Nostra che ha sottolineato come manchino alcuni importanti rilievi meteo-marini. Sappiamo che non sussiste un vincolo di “non costruzione”, ma paesaggistico, ma il paesaggio è di chi lo vive, di chi abita lì e può e deve decidere cosa vedere da casa sua. Lì, a Pastena, il nuovo porto non lo vuole nessuno. Molto spesso, purtroppo, i vincoli paesaggistici vengono scavalcati da interessi economici troppo grandi».
E come storia insegna, il Soprintendente Miccio ha basato la propria risposta proprio sulla mancata sussistenza del vincolo di inedificabilità, non senza imbarazzo. «Lì il vincolo è paesaggistico, non di inedificabilità assoluta. In fondo – ha detto il Soprintendente – si tratta di un porto nemmeno tanto grande come ce ne sono lungo tutta la costa. Tutti questi porti hanno delle attività commerciali connesse alle attività diportistiche». Insomma, per Gennaro Miccio questa nuova costruzione non sarà nemmeno troppo invasiva. «Noi – ha proseguito – subiamo le decisioni delle amministrazioni che gestiscono e delle loro pianificazioni urbanistiche. Il nostro compito è solo quello di dare dei pareri».
Se poi questi pareri saltano a piè pari un vincolo paesaggistico del 1957 è un’altra storia.