I costi e i ricavi della politica - Le Cronache Salerno
Salerno

I costi e i ricavi della politica

I costi e i ricavi della politica

di Alfonso Malangone*

La frase fu di grande effetto: “il costo della politica è il prezzo da pagare per la libertà”. Chi la pronunciò volle probabilmente far risaltare il valore morale del riparto sui cittadini della spesa dell’organizzazione statale democratica. E, per questo, ebbe grandi applausi. Quando, però, l’incidenza degli stipendi dei rappresentanti pubblici iniziò a crescere a dismisura, qualcuno maliziosamente pensò alla libertà ‘dal bisogno’ assicurata ai politici dalle elargizioni mensili. Così, c’è stato chi ha immaginato una diversa motivazione: il trattamento di favore è volto a premiare le competenze di cui essi sono portatori. Tesi non molto attendibile, in verità, visto che nelle democrazie è consentito a tutti di candidarsi con qualsiasi condizione economica e sociale e a qualsiasi livello di scienza, coscienza e conoscenza, in quanto le differenze sono indispensabili per garantire la piena rappresentatività sociale. Non è mancata, a seguire, una visione contrapposta: gli emolumenti sono elevati perché debbono ‘attrarre’ i soggetti più professionalizzati verso l’impegno nella vita pubblica con l’abbandono delle più remunerative attività private. Qui, nel giochino dei bimbi, si potrebbe dire ‘fuochino’. Il ‘fuoco’, invece, è senz’altro da dichiarare per un’ultima riflessione, davvero concreta e reale: il compenso riconosciuto ai politici ha la funzione di assicurarne l’onestà contrastando le possibili azioni ‘ammalianti’ di controparti in affari con le amministrazioni. Una motivazione destinata a scontrarsi quotidianamente con le denunce pubbliche di tanti comportamenti censurabili tenuti da politici che, pur rifiutando di ‘vendere’ le loro volontà, talora non disdegnano di affittarle. In realtà, poco o niente si può dare per certo in un Mondo fluido nel quale tanti evitano di guardarsi allo specchio al mattino, a mezzogiorno e pure a sera. Premesso tutto questo, nel quadro della ricercata equiparazione degli emolumenti corrisposti ai rappresentanti pubblici, con la Legge di Bilancio del 2022 sono state incrementate le indennità di funzione attribuite ai Sindaci, ai Vice-Sindaci, agli Assessori e ai Presidenti dei Consigli Comunali. Adesso, esse sono parametrate al trattamento economico dei Presidenti delle Regioni e differenziate in relazione al numero degli amministrati risultanti dall’ultimo censimento. Collateralmente, sono stati ridefiniti i compensi dei Consiglieri che, corrisposti mediante gettoni di presenza, non possono superare il 25% dell’indennità del Sindaco. In dettaglio, per i Comuni Capoluogo di Provincia tra 100.000 e 250.000 abitanti, come Salerno, gli stipendi sono divenuti pari a: 11.040 euro per il Sindaco (132.480 annui); 8.280 euro per il Vice-Sindaco (99.360 annui); 7.176 euro per gli Assessori e per il Presidente del Consiglio (86.112 annui); 2.760 euro max per i Consiglieri (33.120 annui max), salvo errore. Su queste basi, l’entità effettiva della spesa sostenuta dalla Comunità, compresi gli accessori e i contributi, è rilevabile nei documenti contabili allegati al Bilancio, fortemente cresciuti in questi ultimi anni forse a seguito degli impegni assunti con l’adesione al decreto aiuti. Così, esaminando il Consuntivo 2024, ultimo approvato, e spulciando tra 283 pagine di numeri, emerge – salvo ogni errore – una spesa annua pari a complessivi 2.299.751,51 euro, di cui 1.510.845,93 per la Giunta e 788.905,58 per i Consiglieri. Replicando i valori per i cinque anni di durata della Consiliatura, l’esborso totale arriva a 11,5milioni di euro. Ora, in una logica contabile fatta di ‘dare’ e ‘avere’, se questo è all’incirca il ‘sacrificio’ a carico della Comunità, è naturale chiedersi se sia possibile quantificare pure il ‘beneficio’, cioè il vantaggio prodotto dall’attività pubblica. La risposta, purtroppo, è negativa poiché è ben noto che esso sfugge a ogni tentativo di misurazione in danaro, trovando espressione in regole, utilità, servizi, investimenti infrastrutturali e in tanti altri apporti frutto di scelte ‘trasparenti e chiare’ portate a conoscenza di tutti. Di ‘oscure’, non dovrebbero essercene. Tuttavia, se pure è impossibile parlarne in ‘soldoni’, non è certo difficile discuterne con riferimento alla qualità della vita. Una domanda, quindi, si può porre: “sono cambiate, ad oggi, le condizioni generali rispetto a cinque anni fa”? Meglio: “sono cresciute le speranze dei cittadini in un futuro migliore per i loro figli e nipoti”? Su questo, purtroppo, depongono negativamente tre fondamentali indicatori: l’andamento demografico; l’andamento economico; il livello di civiltà. Per il primo, c’è poco da dire: nel periodo fine 2021-fine 2024, sono emigrati 3.326 residenti fino a 64 anni e la popolazione è diminuita, alla data del 31/07 scorso, a 125.459 unità dai 129.206 (fonte: Istat). Cioè, in tre anni e sette mesi si sono persi 3.747 residenti. L’andamento economico, da parte sua, evidenzia da tempo tutte le difficoltà vissute dalle attività di qualsiasi genere, mentre il livello di civiltà è aggredito da un progressivo imbarbarimento comportamentale. Con questi risultati, appare difficile parlare di ‘benefici’ che, se ci fossero, sarebbero provati da una ben diversa vivacità. Per comprendere meglio, è opportuno un sintetico approfondimento, a partire dalle condizioni finanziarie della Città. La dichiarazione di ‘pre-dissesto’ insita nell’adesione al decreto aiuti (fonte: Senato), dopo le parole rassicuranti di fine 2021 e Maggio 2022 espresse dai competenti Assessori pur in presenza di un enorme squilibrio, ha dato avvio ad un processo infernale che sta drenando le risorse dei cittadini con l’addizionale Irpef più alta d’Italia e con l’incremento di ogni voce delle Entrate. Per sistemare i conti, è stata pure venduta una moltitudine di beni ai privati con procedure talora non prive di criticità, come quelle di alcuni lidi e suoli in aree centrali. Le attività produttive languono, molte in attesa dell’ultimo respiro, e il Commercio segnala il decesso quotidiano di tanti negozi di vicinato a dispetto della nascita del Distretto Urbano, denominato ‘Salernum’ senza troppa fantasia. Sulla Mobilità, nulla conviene dire, perché sono davvero scandalosi i tanti incidenti, pure mortali, lungo strade carenti di regole, i continui blocchi di traffico per saturazione, gli asfissianti passaggi dei tir, i silenzi scesi sul PUMS e sulle piste ciclabili, le lunghe attese alle fermate degli autobus. Per il verde, sottoposto finalmente alle prime cure, si registrano i ‘suicidi’ di molte piante in stato confusionale che, meschine, decidono di stramazzare al suolo pur di farla finita, così allargando le ‘sdentature’ lungo i marciapiedi. Le fontane e i giochi d’acqua si possono vedere solo in tv, ma altrove. La Cultura e lo Sport sono argomenti vuoti, forse per la mancanza dei competenti Assessori o di Assessori competenti, a scelta di chi legge. Così, si definiscono culturali le manifestazioni folkloristiche, gli spettacoli cabarettistici, gli eventi musicali, in luogo di mostre, esposizioni museali, conferenze, presentazioni librarie, con somme stratosferiche destinate ai ‘balocchi e profumi’ in un contesto di spazi negati e di memorie storiche che crollano, come gli Archi di via Arce, ormai chiusi in un sudario di morte. E, mentre si dichiara la mancanza dell’ultimo soldo per fare una lira, a fine anno si spenderanno fino a 600.000 euro per un concerto ‘culturale’ portando la spesa, dal 2022, ad un totale di almeno 2,1milioni di euro per poche ore di baldoria. Sullo Sport, va steso un velo. Dopo gli ultimi crolli, qualificare Salerno come ‘Città dello Sport’ equivale a definire ‘Studio Medico Specialistico’ il laboratorio di Frankenstein o di Dracula. Conforta, tuttavia, che lo sport potrà almeno essere praticato dai pescecani nella piscina da 50milioni di euro ad essi destinata. Tralasciando altro, l’evidenza quotidiana dimostra che gli unici interventi ai quali è dedicata molta attenzione sembrano quelli legati al cemento, soprattutto se molto costosi. Eppure, ci sono opere che registrano incidenti di percorso, come il Trincerone Est, con l’apertura preannunciata almeno quattro volte, Porta Ovest, che resta uno scavo senza ‘porta’, il ripascimento, adatto alle esercitazioni militari con mezzi anfibi, le rotatorie del Cernicchiara, per praticare il volo stellare. Solo i grattacieli vanno avanti spediti, anche se sembra difficile considerarli ‘benefici’ a favore dei cittadini. Se Salerno è ai primi posti in Italia per il livello di imposizione e scende agli ultimi per quelli di crescita e di visione, forse la causa è da attribuire proprio agli squilibri inopportuni presenti nel Bilancio tra i ‘costi’ e i ‘ricavi’ della politica. Se così fosse, non sarebbe tanto importante conoscere la motivazione a giustifica dell’altezza della spesa, quanto cosa si vuole fare per far crescere le entrate. Sul punto, vale la pena ricordare che qualcuno disse: “la Scuola a lungo andare è più importante del Parlamento, della Magistratura e della Corte Costituzionale”, e qualche altro aggiunse: “l’educazione è l’arma più potente che si può usare per cambiare il Mondo”. Purtroppo, non erano delle nostre parti. Questa Città ha bisogno dell’amore vero dei cittadini di cuore. *Ali per la Città P.S.: si fa salvo ogni errore.