di Erika Noschese
Non termina nel migliore dei modi l’esperienza da facente funzioni di Giovanni Guzzo. In attesa di capire se vi è la possibilità di prorogare il suo mandato fino a dicembre, scadenza naturale, il vice sindaco è in rotta con l’ente. Secondo voci interne a Palazzo di Città, infatti, Guzzo avrebbe chiesto un parere alla Corte dei Conti. Il motivo? Vorrebbe avere tutti gli “arretrati”. E, dunque, conti alla mano, in quattro mesi di mandato in qualità di facente funzioni, vorrebbe concludere l’esperienza, portandosi a casa i 44 mila euro che, a suo dire, sarebbero dovuti. Ma andiamo con ordine. Alfieri, accettando l’incarico di presidente della Provincia, anche per non gravare – almeno stando alle dichiarazioni ufficiali rilasciate all’epoca dei fatti – ulteriormente sulle casse di Palazzo Sant’Agostino, aveva rinunciato a parte dell’indennità, compensando con l’emolumento spettante dalla sua attività di sindaco. La cifra che l’ormai ex presidente portava a casa non è dato saperlo, ma la medesima cifra, e dunque non il compenso intero pari a undicimila euro, sarebbe finita nelle tasche di Giovanni Guzzo. Nessuna richiesta di ottenere il compenso totale, almeno fino ad oggi, quando, per ragioni sconosciute ai più, avrebbe inviato un parere alla Corte dei Conti per sapere se l’ente deve o meno versare il restante per il totale di 44 mila euro, come già detto, per soli quattro mesi di attività da presidente facente funzioni. Intanto, al momento, il PD esclude l’ipotesi proroga, a dispetto di quanto avvenuto a Caserta, e chiede il ritorno al voto. «Per la Provincia c’è questa fase, prevista dalla legge, e noi seguiremo l’iter imposto dalla normativa», ha dichiarato Guzzo. «Non c’è nessuna resistenza, nessuna forma di partigiano in corso. Anzi. La resistenza allora aveva un valore più forte e più importante – ha aggiunto il vice presidente della Provincia. – Il sottoscritto non è minimamente attaccato alla poltrona ma semplicemente a continuare l’impegno e il lavoro al servizio dei comuni e del nostro territorio. Ciò che la legge ci dice di fare noi faremo». Il facente funzioni ha poi chiarito che «il tema della successione, delle elezioni, del candidato è politico. Io questo aspetto non lo vivo, non sono candidato in quanto non sono sindaco. È una discussione a cui parteciperò ma seguirò da militante». Intanto, questa mattina, alle 10.30, si terrà una riunione con gli esponenti del partito presso la sede di via Manzo. All’incontro parteciperà anche il deputato salernitano Piero De Luca per fare il punto della situazione e lanciare ufficialmente la campagna elettorale. Immancabile sarà anche il riferimento alla città di Capaccio Paestum con il PD che dovrà esprimere la sua candidatura migliore per dare un segnale positivo. E proprio De Luca starebbe provando ad imporsi per la scelta del candidato di Palazzo Sant’Agostino: il deputato sembra spingere per il sindaco di Pontecagnano Faiano Giuseppe Lanzara, mentre prende sempre più piede l’ipotesi Paolo De Maio, primo cittadino di Nocera Inferiore. Non si esclude però il nome di Francesco Morra, primo cittadino di Pellezzano e spunta anche l’ipotesi Mimmo Volpe, alla guida della città di Bellizzi. Per quanto riguarda il centrodestra, invece, Gennaro D’Acunzi, sindaco del Comune di Nocera Superiore, ha fatto sapere di non essere intenzionato a una candidatura e di voler proseguire il lavoro sulla sua città senza alcuna distrazione. Dunque, per il momento nessuna certezza, partiti e coalizioni restano nel campo delle ipotesi ma già nei prossimi giorni si potrà avere un quadro più chiaro con nomi certi che dovranno ottenere il consenso degli amministratori salernitani.





