di Andrea Pellegrino
E’ giallo sui curriculum di due dei componenti dell’organismo indipendente di valutazione nominato lo scorso febbraio dal presidente Giuseppe Canfora. Così, una si dimette e l’altra viene sostituita con un apposito decreto di fine giugno. Partiamo dall’estromessa. Si tratta dell’avvocato Amelia Albano, nominata come componente dell’Oiv. A quanto pare, così come emerge dal decreto di revoca parziale del precedente atto del 26 febbraio 2016, le verifiche degli uffici avrebbero riscontrato delle anomalie da quanto scritto nel curriculum a quanto poi richiesto successivamente. Il 3 maggio, si legge testualmente, «l’avvocato Amelia Albano faceva pervenire nota priva di elementi idonei a comprovare quanto dichiarato nel curriculum nonché nella relazione di accompagnamento, e comunque carente di elementi ultimi a giustificare le discordanze rilevate dell’amministrazione». Così il 27 dello stesso mese l’ufficio risollecita la componete dell’organismo. Comunicazione che «al 31 maggio è rimasta senza risposta». In pratica l’avvocato Albano non aveva dimostrato l’«esperienza lavorativa così come indicata nel curriculum e della relazione di accompagnamento», presentata agli uffici di Palazzo Sant’Agostino all’atto della nomina. Per lei, dunque, è scattata la revoca dell’incarico. Ma non è tutto. Un altro “giallo” coinvolgerebbe l’avvocato Autilia Stefania Pizza, nominata presidente dell’organismo ma dimessasi prima dell’accettazione dell’incarico. Nel medesimo decreto, infatti si legge che «la dottoressa Autilia Stefania Pizza in data 13 giugno 2016 ha fatto pervenire nota di non accettazione dell’incarico di presidente dell’Oiv». Ma il caso Pizza si era già sollevato nelle settimane successive la nomina. Al centro sempre anomalie rispetto al curriculum presentato agli uffici provinciali. E si tratta sempre, secondo indiscrezioni, di esperienze lavorative indicate nel curriculum ma non certificate. Ma a quanto pare ci sarebbe proprio una nota della stessa Pizza, inviata via Pec il 28 aprile scorso, nella quale pare si confessi l'”errore”. Così la presidente avrebbe preferito a questo punto rinunciare all’incarico evitando la sorte toccata alla collega Albano. Ad oggi, quindi, resta in carica solo l’avvocato Mario Della Porta.