di Erika Noschese
«Forse, non servono maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine ma pene più severe. Sono un operatore, lavoro al carcere e per loro la detenzione a volte è quasi una villeggiatura. Così non va bene». Parla così Francesco Granozi fondatore del gruppo i Musicastoria, da oltre venti anni sui palchi di tutta Italia che domenica 3 settembre, al quartiere Arbostella, ha subito il terzo furto in pochi anni. Malviventi, infatti, hanno manomesso la serratura della sua auto, una Fiat Doblò, e hanno portato via gli strumenti per il concerto. I ladri hanno rubato due mixer audio professionali, due valigette con microfoni, palmare e archetti, casse audio per un valore di circa 4mila euro. L’auto era parcheggiata in viale Verdi nelle adiacenze dell’Arena Arbostella in corso in questi giorni. I balordi, forse approfittando della distrazione della manifestazione, indisturbati hanno forzato il cofano del vano bagagli. Purtroppo è la seconda volta, che nella stessa zona, il musicista subisce lo stesso furto. Anche nel 2016 Granozi fu vittima del medesimo episodio. «Il 3 settembre per me è una maledizione, l’ultimo furto è avvenuto proprio in quella data ma per un bottino molto più alto, circa 20 euro – ha raccontato l’artista vietrese – Strumentazione che serve per lavorare e per vivere e ora mi ritrovo a cominciare da zero, una tragedia». Il quartiere da alcuni mesi è vittima di numerosi furti. A giugno un’auto di grossa cilindrata fu rubata durante una delle serate del concerto di Vasco Rossi. Altre vetture negli ultimi giorni sono state forzate e tentate di rubare.
«Queste persone forse non lo hanno realizzato ancora ma hanno portato via l’anima del mio lavoro, è stato devastante andare in macchina e accorgersi di non avere più nulla», ha raccontato Francesco Granozio. L’uomo, come già anticipato, lavora a contatto con i detenuti ogni giorno e conosce bene le dinamiche. «Per molti detenuti, il carcere a volte è una villeggiatura, entrano per poi uscire dopo poche ore o pochi giorni in attesa di giudizio, per questo posso affermare con certezza che sarebbe opportuno incrementare le pene». E poi l’appello: «Non hanno un cuore altrimenti non avrebbero mai commesso questo reato ma vorrei comunque lanciare un appello affinchè possa essermi presto restituta la refurtiva, sono gli strumenti del mio lavoro, non voglio mettere a rischio le mie serate nè chiedere aiuto ai miei colleghi. Si metterebbero a disposizione, lo so, ma sarebbe pur sempre un prestito e riacquistare tutto è difficile». Intanto, dopo l’ennesimo furto anche i residenti della zona si dicono esasperati e preoccupati. La richiesta all’amministrazione comunale è di procedere all’installazione di telecamere di videosorveglianza e disporre controlli serrati da parte delle forze dell’ordine. Sull’accaduto indagano i Carabinieri della stazione di Mercatello.