Francesca Palumbo, campionessa mondiale di scherma con il fioretto - Le Cronache
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Francesca Palumbo, campionessa mondiale di scherma con il fioretto

Francesca Palumbo, campionessa mondiale di scherma con il fioretto

di Vito Leso
Leonardo Sinisgalli scriveva che il lucano, più di ogni altro popolo, non si consola mai di quello che ha fatto, non gli basta mai quello che fa. Non tradisce i tratti distintivi della sua terra l’atleta potentina Francesca Palumbo: trent’anni lo scorso 10 febbraio, campionessa mondiale di scherma in forza all’Aeronautica Militare, si presenta con un sorriso travolgente e una determinazione che rispecchia le sue origini lucane. Ha conquistato un oro mondiale, a Milano lo scorso anno, e due ori europei, tutti nella specialità del fioretto a squadre. A livello individuale, invece, vanta un bronzo europeo conquistato a Plovdiv 2023. All’ultima edizione del TTG Travel Experience di Rimini, manifestazione italiana di riferimento per la promozione del turismo mondiale in Italia, è stata presentata come testimonial della nuova campagna di comunicazione 2024 dell’Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata dal titolo “Basilicata, state of mind”. Riconoscimenti di un talento scoperto ad appena otto anni che ha coinvolto prima la piccola comunità di professionisti della scherma di Potenza e poi l’ha accompagnata a Roma, per gareggiare nelle principali competizioni internazionali, una volta acquisito il primato nei campionati italiani fin da giovanissima.
Come ti sei avvicinata alla scherma e che rapporto hai con questo sport?
Come tutte le cose speciali, è accaduto per caso. Entrai a vedere un allenamento di scherma, questo sport così misterioso, un pomeriggio di ormai 22 anni fa e, come nelle storie d’amore più belle, me ne sono innamorata perdutamente, facendolo diventare prima la mia più grande passione e ragione di vita e poi il mio lavoro.
Il 2023 è stato certamente un anno straordinario, per crescita e risultati, raggiungendo una maturità assoluta sia a livello individuale che di squadra dove, insieme alle fiorettiste Martina Batini, Martina Favaretto e Alice Volpi, hai aperto un nuovo capitolo per la scherma italiana. Come ti prepari ad una grande competizione per arrivarci al meglio della forma psicofisica?
Ogni atleta sa che un grande lavoro si costruisce passo dopo passo in un lungo lasso di tempo; ciò che fa davvero la differenza è il lavoro quotidiano, quelle “buone abitudini” che vengono memorizzate nel tempo attraverso la pratica e la ripetizione. Si può dire che a ridosso di una competizione si fanno solo delle rifiniture. Personalmente prima di una gara cerco di allenarmi ad una intensità molto alta, quella che deve essere espressa in gara, ma con volumi di lavoro bassi, per consentire al corpo di non bruciare energie preziose da impiegare, invece, in competizione. Il riposo, dunque, anche se sembra paradossale è fondamentale per una buona riuscita. Tutto questo lavoro di dettagli, però, non ha alcun effetto se non accompagnato da una valida preparazione mentale.
Da atleta simbolo di uno dei cinque sport olimpici presenti fin dalla prima edizione dell’epoca moderna, ad Atene nel 1896, ed in cui la Nazionale italiana ha sempre primeggiato, a sottoufficiale dell’Aeronautica Militare. Quali sono i tuoi modelli sportivi e di vita?
Nella mia vita ho avuto la straordinaria fortuna di crescere in una famiglia incredibile, il mio faro e riferimento da sempre. Tutto ciò che sono oggi lo devo all’educazione, ai valori, all’esempio e al sostegno ricevuto dalla mia famiglia; ho sempre avuto tutti gli strumenti necessari per poter affrontare in completa autonomia le sfide che la vita mi ha posto.
Oggi la tua Regione non è certamente più quella delle “desolate terre di Lucania… dove le stagioni scorrono sulla fatica contadina” che il mondo, e gran parte del Paese, scoprì ottant’anni fa con il romanzo di Carlo Levi “Cristo si è fermato a Eboli”. Già dalla seconda metà del ‘900, con le grandi produzioni cinematografiche internazionali, e poi negli ultimi anni, da Basilicata Coast to Coast a Matera 2019 Capitale Europea della Cultura, la Basilicata ha vissuto una stagione di riscoperta e valorizzazione, anche turistica, di cui oggi sei testimonial. Come si inserisce la tua collaborazione in questo ambito strategicamente importante per il tuo territorio?
La storia del sud Italia è una storia complessa, difficile, come del resto lo è la sua realtà. La mia storia, come quella di tanti altri straordinari giovani talentuosi, competenti, preparati, raccontano un Sud nel quale c’è una grande linfa vitale, una grande energia che purtroppo è costretta ad emigrare la maggior parte delle volte per potersi esprimere. Riuscire a restituire un’immagine del nostro Sud vincente, dinamico, attivo che si contrappone alla storica e amara immagine di un Sud allo stremo, credo rappresenti la speranza che ognuno di noi ha, di poter cambiare le cose, che un finale diverso esiste. Di certo non si può pensare di cambiare una realtà e invertire la rotta della storia attraverso piccole iniziative; sono, bensì, necessari interventi strutturali, di natura politico-economica che riguardino totalmente la logica organizzativa e progettuale delle nostre realtà. Possiamo parlare di una scintilla che spero possa alimentare un fuoco. La strada da percorrere è molto lunga e purtroppo è ancora da percorre per la maggior parte “a piedi” …
Il tuo Comune di nascita, Potenza, si candida a Città dei Giovani 2024 che oggi può vantare un’altra sua illustre figlia, la neovincitrice del Festival di Sanremo Angelina Mango, cresciuta a Lagonegro. Da testimone di un successo che parte da una delle aree interne del Mezzogiorno, qual è un tuo auspicio e consiglio per i giovani del Sud, troppo spesso costretti ad emigrare per poter esprimere al meglio il proprio talento o semplicemente avere un’opportunità di vita migliore?
Ai giovani ragazzi del Mezzogiorno mi sento di dire che il lavoro duro paga sempre; di avere il coraggio di inseguire i propri sogni e la follia di realizzare i propri progetti. Di dedicare tempo, energia e, anche se poche, tutte le risorse che hanno per raggiungere la propria meta. Di non fermarsi mai e continuare a provare.
Chiudiamo l’intervista con lo sguardo già rivolto ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 che si svolgeranno la prossima Estate nella capitale francese. Come ti stai preparando alla fase qualificatoria di questo importante appuntamento?
La qualifica alle prossime Olimpiadi è tutta da giocare. Siamo tanti atleti per pochissimi posti, dunque una lotta spietata il cui esito si avrà solo a maggio. Perciò la mia testa e le mie energie sono tutte sul “qui e ora”, sul lavoro quotidiano per esprimere il mio meglio, gara dopo gara. Le somme le tireremo alla fine; del resto, chi ama lo sport ama anche questo.