Federico Moccia e gli studenti del De Sanctis - Le Cronache Salerno
Salerno

Federico Moccia e gli studenti del De Sanctis

Federico Moccia e gli studenti del De Sanctis

di Erika Noschese

 

 

“La forza delle parole nel cinema” è il titolo dell’incontro che si è svolto ieri mattina al Liceo Francesco De Sanctis di Salerno, con la partecipazione dello scrittore, sceneggiatore e regista Federico Moccia. L’appuntamento, organizzato in collaborazione con il Festival Porto di Parole, ha rappresentato un’importante occasione di dialogo tra il mondo della scuola e una delle figure più significative del panorama culturale italiano.  «La cosa più bella è, in qualche modo, tornare a scuola. Mi piace molto la curiosità degli studenti, la loro voglia di sapere e di conoscere. A volte si hanno preconcetti su di loro, ma credo sia fondamentale essere predisposti all’ascolto. Spesso gli adulti sbagliano pensando già alla risposta, senza prestare la giusta attenzione alle domande che vengono poste. I ragazzi, però, si accorgono di questo. Bisogna mettersi su un piano d’ascolto e dare loro la possibilità di esprimersi» ha dichiarato Moccia al termine dell’incontro con gli studenti. 

Si è parlato di libri e di carta stampata nell’era del digitale, in un contesto in cui nuovi strumenti tecnologici prendono sempre più piede. 

«Questo fa parte inevitabilmente del periodo di cambiamenti segnato dall’avvento dei social e dalla vita su internet, che rappresentano altre modalità di espressione. Credo che la curiosità sia fondamentale, così come l’evento e ciò che si riesce a costruire per loro, per richiamare la loro attenzione. Rispetto al passato, oggi tutto si svolge su più piani ed è inevitabile che i ragazzi siano curiosi di molte più cose. Quando guardano il telefonino, non si limitano a giocare ma spesso stanno leggendo, apprendendo in un altro modo, ascoltando la musica in modo diverso. Anche questo va rispettato come momento di conoscenza. Bisogna sapere dialogare con loro per indirizzarli nella giusta direzione». 

Uno dei suoi libri più famosi è stato pubblicato oltre vent’anni fa, e ancora oggi se ne parla. Com’è cambiato il modo di scrivere e raccontare? 

«La cosa che mi colpisce molto è che ancora oggi vedo tantissimi studenti con il libro “Tre metri sopra il cielo”. È una storia che, di generazione in generazione, continua a emozionare. È la bellezza delle emozioni. Quando il libro uscì, durante una passeggiata sulla spiaggia di Ansedonia vidi la madre che lo leggeva sotto un ombrellone, così come il ragazzo di 15 anni, la ragazza di 11 e persino il padre di 40 anni. In qualche modo, è un racconto che ha attraversato generazioni diverse ed è la cosa più bella, perché significa che ognuno ritrova in quelle pagine qualcosa della propria famiglia. “Tre metri sopra il cielo” è questo». L’incontro è stato fortemente voluto dalla dirigente scolastica, Cinzia Lucia Guida: «È un evento importante, un momento di riflessione, come già facciamo da tempo in questa scuola. Stavolta però l’incontro assume un significato diverso: abbiamo un uomo adulto che racconta le emozioni dei giovani, credo sia importante perchè noi adulti spesso dimentichiamo quali sono le emozioni dei nostri ragazzi. Questo racconto, questo linguaggio, fa riflettere anche noi adulti perchè queste emozioni arrivano al cuore degli adulti ma anche dei ragazzi». All’incontro ha partecipato anche Don Roberto Faccenda, referente della Pastorale giovanile della Diocesi di Salerno e il consigliere regionale Andrea Volpe. «È stato un bellissimo momento di confronto con i ragazzi, in cui abbiamo parlato dell’importanza delle parole e abbiamo citato gli amici di Porto di Parole, che ho avuto il piacere di vedere di fronte a me. Federico Moccia ha raccontato la sua esperienza, condividendo sentimenti, passioni ed emozioni con i ragazzi e sottolineando quanto sia fondamentale saper pesare le parole.  Le parole ci fanno sognare, emozionare, ci raccontano storie, ma possono anche essere pesanti e offensive. Moccia ha saputo trasmettere ai ragazzi l’importanza della gentilezza e il valore di un uso consapevole delle parole, non solo nel mondo del cinema e dell’arte in generale, ma anche nella vita di tutti i giorni.  Grazie a Federico, all’Istituto De Sanctis, alla preside, ai ragazzi, alle istituzioni. È stato un piacere avere con noi l’assessore Natella. Ho visto tanti amici, tra cui Vincenzo Aliberti di Porto di Parole. Un ringraziamento speciale per il prezioso contributo dato a questa giornata e ai nostri ragazzi, e un pensiero particolare a Don Roberto, che è la vera star di ogni giorno delle nostre vite», ha dichiarato l’onorevole Volpe.