Ex Ilva:, crisi ADI Tubiforma di Salerno - Le Cronache Ultimora
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Ex Ilva:, crisi ADI Tubiforma di Salerno

Ex Ilva:, crisi ADI Tubiforma di Salerno

La crisi del Gruppo Acciaierie d’Italia (ADI) ex Ilva, una vertenza che scuote l’intera siderurgia nazionale per le sue implicazioni industriali, ambientali e occupazionali, trova oggi il suo epicentro locale e la sua massima espressione di protesta sui cancelli dello stabilimento ADI Tubiforma di Salerno. È rottura totale e drammatica tra il Governo e le organizzazioni sindacali (FIM, FIOM e UILM) a seguito dell’incontro cruciale svoltosi lo scorso 18 novembre a Palazzo Chigi. L’esito della riunione ha portato le Segreterie Nazionali e Territoriali a una decisione drastica: la proclamazione immediata della mobilitazione generale e di uno sciopero unitario di 24 ore in tutti gli stabilimenti del Gruppo. L’azione è volta a rivendicare con forza garanzie occupazionali, industriali e ambientali che, secondo i sindacati, sono state disattese dall’Esecutivo. I sindacati avevano come obiettivo la conferma del piano di decarbonizzazione e il via libera alla ripartenza di tre altoforni entro il marzo 2026, ma al tavolo romano tale piano non è stato confermato. Al contrario, le sigle sindacali denunciano che il Governo avrebbe paventato un aumento del personale in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) fino a circa 6.000 unità a livello nazionale, una misura che porta inevitabilmente al fermo operativo dell’intero Gruppo ex Ilva. A quanto pare, da fonti interne alla struttura, la notizia “ha gelato un po’ tutti”. L’impatto di questa incertezza è particolarmente acuto a Salerno, dove lo stabilimento ADI Tubiforma è in una condizione già critica: quasi l’80% del personale è collocato in CIGS e i lavoratori registrano in media appena 5 giorni di lavoro pro-capite al mese. Un delegato sindacale ha evidenziato come, a queste condizioni, lo stabilimento “si può considerare già fermo di per sé”. Il Governo ha provato a rispondere alla crisi occupazionale chiarendo che non ci sarà un’ulteriore estensione della CIGS, accogliendo una richiesta sindacale, ma proponendo in alternativa l’individuazione di adeguati percorsi di formazione per far acquisire ai lavoratori competenze necessarie alla lavorazione dell’acciaio prodotto con le nuove tecnologie “green”. L’Esecutivo ha anche confermato la volontà di concentrare le risorse sulla manutenzione degli impianti per la sicurezza e l’aumento della capacità produttiva. Tuttavia, per i lavoratori, la mancanza di un chiaro piano industriale e di prospettive sugli investitori lascia un vuoto di garanzie per il futuro, dato che, allo stato attuale, non si sa chi sia realmente interessato all’ex Ilva. In continuità con lo stato di agitazione già proclamato e qui richiamato, le lavoratrici e i lavoratori della ADI Tubiforma hanno messo in atto azioni immediate di protesta che culminano proprio oggi. Un massiccio presidio è in corso nella mattinata di oggi, 20 novembre 2025, dalle 10:30 alle 13:00 dinanzi ai cancelli di via Acquasanta, 10 Z.I., Salerno. L’evento è fondamentale per richiamare tutti i lavoratori, compresi quelli che sono a casa in Cassa Integrazione. La mobilitazione proseguirà all’inizio della prossima settimana. Lunedì 24 novembre, infatti, i lavoratori si riuniranno in assemblea con inizio alle ore 11:00 nel medesimo luogo, in concomitanza con un piccolo rientro in parte dei lavoratori in fabbrica. L’obiettivo primario dell’assemblea è aggiornare il personale sullo stato della vertenza e ribadire con forza la richiesta unitaria delle Segreterie Provinciali FIM/CISL e FIOM/CGIL. La richiesta che risuona dai cancelli salernitani è chiara: “Vogliamo il ritiro dell’attuale piano che non dà garanzie e la ripresa della discussione verso il lavoro e il futuro di tutti gli stabilimenti!”. La protesta è in pieno svolgimento per costringere il Governo a trovare un piano industriale che dia un futuro certo e concreto allo stabilimento salernitano e all’intera filiera siderurgica italiana.