Dopo l’esame di maturità è del tutto normale trovarsi ancora una volta in difficoltà, perché c’è una decisione importante da prendere: come proseguirà il percorso di studi dello studente appena diplomato. In tanti non hanno ben chiaro cosa fare, al punto che spesso l’opzione dell’anno sabbatico viene presa in seria considerazione. Uno dei percorsi più intuitivi da seguire è quello dell’università, ma non è l’unico, considerando che la società moderna offre anche altre validissime alternative.
I consigli alternativi alle università
La prima strada alternativa non rappresenta di certo una novità, e si tratta della seguente: interrompere il percorso di studi dopo il diploma e lanciarsi immediatamente nel mondo del lavoro. È uno step complesso, perché si possono vantare poche competenze, di conseguenza è assai raro trovare una professione dato che oggi molte di esse richiedono un alto grado di specializzazione. Nonostante ciò, le opportunità non mancano e non mancheranno mai, specialmente se è stato ottenuto un diploma presso istituti tecnici o di tipo professionale. In questi casi, infatti, la formazione mira esattamente ad un immediato inserimento nel mondo del lavoro.
La seconda opzione è investire in una formazione professionalizzante. Si tratta del percorso che spesso viene scelto da molti giovani, che decidono di frequentare dei corsi per apprendere determinate professioni, come quelle relative al digitale e al marketing. Purtroppo, le difficoltà non mancano, perché la competizione è alta e perché le porte aperte spesso hanno la fila lunga. Non bisogna abbattersi se spesso capiterà di demoralizzarsi o di chiedersi “perché non riesco a trovare lavoro”, dato che oggi esistono alcune alternative, come dei corsi specializzanti in branche dell’informatica per citare un’opzione, in grado di fornire tutte le competenze necessarie per vincere questa competizione. In questo modo, senza iniziare una carriera universitaria, si potranno comunque acquisire specifiche skills tecniche da sfruttare in più contesti lavorativi.
Naturalmente si può anche provare il Gap Year, ovvero un anno di pausa vissuto all’estero. Si tratta di una pausa che in realtà non è una pausa: è un periodo di profonda riflessione, spesso sfruttato dai neodiplomati per informarsi su certe professioni e per studiare i rudimenti di un mestiere, così da capire se si tratta di una strada per loro percorribile. L’esperienza all’estero, inoltre, risulta essere particolarmente formativa per quel che riguarda le soft skills, e aiuta le persone a diventare indipendenti. In altre parole, il Gap Year propone diversi vantaggi: consente di avere un primo approccio con il mondo del lavoro e dà la possibilità di iniziare un percorso di crescita personale, anche per via del fatto che si vivrà dentro una cultura diversa da quella natia. Non è raro trovare ragazzi che, dopo aver vissuto un Gap Year, decidono di restare all’estero dopo aver trovato un futuro che in Italia sarebbe stato nebuloso e ricco di dubbi.