di Monica De Santis
400 milioni di euro per dare continuità ai contratti di docenti e Ata assunti per l’emergenza Covid. Il personale amministrativo e ausiliario arruolato nel corso della prima fase pandemica, perché contribuisse alla riorganizzazione didattica durante il periodo emergenziale, continuerà a lavorare nelle scuole italia. Prorogare i contratti per i quali la copertura era prevista fino alla fine del 2021 equivale a garantire un efficace funzionamento della scuola. Lo sanno bene gli esponenti del Movimento 5 Stelle che hanno lottato per ottenere questa proroga, come lo sanno bene i dirigenti scolastici, i primi a chiedere nuove assunzioni per far fronte ai nuovi protocolli messi in atto dall’inizio della pandemia… “C’era bisogno di questa proroga, e abbiamo fatto pressione, in senso lato, per ottenerla” spiega la dirigente scolastica Ermelinda Rocciolo, dell’istituto comprensivo statale “Balzico” di Cava de’ Tirreni. “Abbiamo fatto pressioni soprattutto quando è circolata la voce che questa proroga avrebbe riguardato solo la componente docente e non quella Ata. Poi fortunatamente il Governo ha rivisto questa posizione e di questo ne siamo ben felici. C’è bisogno di personale Ata, soprattutto di collaboratori scolastici. E soprattutto alla luce della realizzazione dei tanti moduli Pon, a cui si sono avvicinate tutte le scuole italiane. Abbiamo avuto tanti avvisi pubblici, abbiamo risposto, e siamo stati tutti autorizzati”. La preside Rocciolo spiega che oltre “All’attività ordinaria che, nella fattispecie, nel mio istituto significa, comunque apertura pomeridiane, in quanto abbiamo, una sezione ad indirizzo musicale oltre alle classi dell’infanzia, che hanno la mensa e funzionano fino alle 16/16,30 si devono aggiungere tutti i moduli Pon, ma se il personale è sempre lo stesso ed ognuno di loro non può fare più di un tot di ore giornaliere, come facciamo a garantire i servizi necessari? Quindi di questo personale in più se ne ha bisogno. Per altro l’applicazione di sicurezza dei protocolli covid e i protocolli di sicurezza in genere prevedono un certo numero di collaboratori scolastici ad istituto, che secondo la legge, variano con il variare del numero degli alunni. Però questo parametro è sfalsato. Perchè nel mio istituto ad esempio ci possono essere 400 alunni, però se sono disposti su tre piani e per ogni piano ci sono due ale diverse, io ho bisogno di più personale. Non importa, dunque, se il numero degli alunni si riduce, perché c’è bisogno di un collaboratore che vigili per ogni area della scuola. Questo per dire che anche prima del Covid il personale era risicato, ora ovviamente sono aumentate le esigenze, ma il numero dei collaboratori è rimasto lo stesso. Ed infatti, quest’anno, alla luce sempre degli stessi parametri, mi hanno anche decurtato di un assistente amministrativo ed un collaboratore scolastico” La dirigente scolastica dell’istituto metelliano spiega che all’interno delle scuole c’è bisogno non solo di docenti e personale Ata, ma “anche di più personale amministrativo, perché il lavoro è tantissimo e non si riesce a fronteggiare con un numero esiguo di impiegati, facciamo i salti mortali”. Sul fronte gestione Covid e casi di positività la Rocciolo spiega che… “Rispetto allo scorso anno, dove venivano mandati in quarantena anche tutti i collaboratori che avevano sanificato la zona dove aveva soggiornato il soggetto trovato positivo, quest’anno con i nuovi protocolli questo non accade e la situazione riesce ad essere molto più gestibile”. Ora resta solo l’incognita rientro a scuola. Dopo le vacanze natalizie che hanno visto bambini, ragazzi ed anche adulti, festeggiare in famiglia e con amici, c’è il rischio di riscontrare casi di positività. Casi covid che stanno aumentando ogni giorno sempre di più e che stando alle previsioni, se non ci sarà un cambio di direzione, dovrebbero aumentare ancora… “Questo è un bel problema, si corre il rischio di aprire per poi richiudere, non tutta la scuola, ma mettere delle classi in quarantena questo si”. Quali soluzioni allora adottare per cercare di garantire un rientro quanto meno sicuro a scuola. La preside Rocciolo ha un’idea… “Posso e lo farò sicuramente suggerire ai genitori dei miei alunni di fare un tampone presso una farmacia o un laboratorio nelle 48 ore prima del rientro in classe. Ovviamente non posso renderlo obbligatorio, ma mi affido al buon senso di tutti i genitori. Devo dire la verità all’inizio di queste vacanze di Natale mi sono andata a rileggere tutte le note di assegnazione risorse economiche, per vedere se almeno una di queste prevedeva la spesa del denaro per attivare eventuali convenzioni con farmacie o laboratori di analisi, per fare uno screening a tappeto. Purtroppo l’unica risorsa diciamo fruibile da questo punto di vista era l’ex articolo 31 comma 1 che però andava rendicontato entro il 31 dicembre o meglio speso entro il 31 dicembre, ragion per cui ora le scuole non hanno fondi disponibili per fare questo. Pertanto non posso pagare io il test per tutti gli alunni, e anche se potessi, come ho detto prima non potrei comunque metterlo come obbligo. Cercherò comunque qualche laboratorio e qualche farmacia vicino al mio istituto disposto a fare una convenzione. Un prezzo ridotto per gli alunni, il personale ed i docenti della mia scuola”.