Per anni, volto della Rai, giornalista apprezzato e oggi scrittore di fama. Vincenzo Ragone, per gli amici Enzo, inizia oggi una nuova avventura, questa volta politica. Di fatti, è candidato al consiglio regionale della Campania con la lista Alleanza Verdi Sinistra Italiana, a sostegno del candidato presidente Roberto Fico.
Enzo Ragone la tua candidatura al Consiglio regionale per Alleanza Verdi e Sinistra è maturata nell’ultimo giorno utile prima della presentazione della lista.
«Ad essere sincero avevo già ricevuto due proposte di candidatura. Quella di Avs aveva più senso, perché io mi riconosco in Alleanza Verdi e Sinistra, che sicuramente rappresenta il mio campo politico, e perché abbiamo fatto insieme la battaglia per Mimmo Lucano al le Europee e soprattutto perché condivido le tematiche del lavoro e dell’ambiente. Tematiche che in altre formazioni del centrosinistra vanno sempre più scomparendo».
Hai sostituito Franco Massimo Lanocita che ha dovuto rinunciare per motivi familiari.
«In realtà non si tratta di una sostituzione. Io avevo sostenuto la candidatura di Franco Massimo Lanocita, perché in grado di raccogliere consensi anche in un’area più ampia, non strettamente di Avs. Quando Franco Massimo ha dovuto rinunciare per problemi familiari non me la sono sentita di dire no a lui, a Franco Mari e a tutti quelli che mi chiedevano di candidarmi come indipendente. Per rappresentare una area e per la mia storia personale e professionale».
La notizia della tua candidatura ha suscitato grande entusiasmo. Migliaia di visualizzazioni, centinaia di like e commenti, decine di condivisioni del tuo post su Facebook, da parte di gente che ha sostenuto di aver trovato una motivazione per andare a votare e a non disertare le urne come aveva intenzione di fare.
«Quando Franco Mari, con Fratoianni, è venuto a prendere la mia adesione sotto casa, a Fratoianni ho detto proprio questo: i miei voti saranno aggiuntivi, perché raccolgo consensi in un’area più ampia, in particolare della cultura, e soprattutto, da quanto ho avuto modo di capire da queste prime ore di campagna elettorale, e di tante persone, compagni, che non avrebbero proprio votato, perché demotivati dalle scelte della coalizione, e che invece mi hanno detto che ora lo faranno. Questo mi sembra già un ottimo risultato e da un punto di vista politico, per quello che mi riguarda e per come intendo io la politica, è già un successo. Perché vuol dire che c’è un valore che si aggiunge e, senza presunzione, mi sembra di rappresentarlo».
Nel post con il quale hai annunciato la candidatura hai fatto riferimento alle battaglie che hai sostenuto. Nei commenti ho trovato anche quelli di tuoi coetanei con cui ha condiviso l’esperienza giovanile dei movimenti politici e che forse in questa tua candidatura si riconosce.
«Decisamente, perché erano gli anni della contestazione, ma poi il momento più importante del mio impegno politico all’università fu nel ’77, quando nacque en Italia e in Europa un movimento molto forte e su quell’onda abbiamo costruito relazioni, amicizie, progetti, visione del mondo che, devo dire, in questa fase sono un po’ offuscate. La mia candidatura riprende un po’ anche tutto questo. Ho scritto un libro, l’ultimo di poesie, che si intitola “La seconda vita del desiderio”. Mi piace immaginare che dentro questa seconda vita del desiderio ci sia, forte, anche quello che sostenevano i filosofi Deleuze e Guattari e cioè un prevalere del desiderio anche sulla sfera politica e sociale. E quindi che questo mio impegno si colleghi idealmente anche a quelle battaglie».
Tu hai iniziato a fare il giornalista sui temi della difesa ambientale.
«Sì e mi fa piacere che ve ne ricordiate. Sui temi della difesa ambientale e, in particolare sul caso del Fuenti si formò, con la direzione di Antonio Bottiglieri, una generazione di giovani giornalisti a La Gazzetta di Salerno. Impegno che è continuato con il primo documentario realizzato sul Parco nazionale del Cilento mandato in onda dalla trasmissione “Geo e Geo”, allora curata da Folco Quilici, fino ad arrivare a quella più recente sulle Fonderie Pisano. Ho realizzato io il primo servizio in Rai su questa vicenda e poi ho seguito molto l’attività del comitato, degli scienziati, dei medici che sostenevano le ragioni della popolazione».
Ora, assieme ad Italia Nostra, ti stai dedicando alla questione dell’ampliamento del porto commerciale.
«Salerno è al centro, sostanzialmente, di una serie di progetti sul mare di cui nessuno discute. Vengono approvati quasi semi clandestinamente, senza incontri con le comunità. L’amministrazione comunale di Salerno è completamente assente e pure si sta giocando, compromettendolo dico io, buona parte del futuro della città. Sono state realizzate tante attività in un porto commerciale che non ha aree retrostanti. Già adesso la zona è spesso bloccata e se saranno ultimate le gallerie tutto il traffico si sposterà sul piazzale delle autostrade e non si potrà proprio accedere in citta. Di recente gli armatori delle cosiddette “autostrade del mare” hanno dato uno schiaffo violento ai lavoratori portuali della Filt Cgil, perché hanno ottenuto dal Tar una sentenza favorevole con la quale gli armatori possono fare in proprio il lavoro di imbarco e sbarco dei camion e dei rimorchi dalle navi, cosicché la città non ci guadagna nulla in termini occupazionali. In compenso, però, deve subire il peso di centinaia di camion in ingresso e in uscita negli orari di punta. Bisogna battersi affinché queste attività vengano trasferite a Napoli».





