di Red. Cro.
Si scaldano le ruspe, a Scafati, come in ogni campagna elettorale, si gioca alla demolizione dell’avversario. In rete è un tam tam la #munnezzachallenge lanciata dall’ex assessore dell’Amministrazione comunale scelta per camorra, Diego Chirico. Il politico, avvocato, indagato nell’ambito dell’inchiesta Sarastra, ha lanciato il guanto di sfida alle ex opposizioni in una sorta di gioco a trabocchetti in rete. «Invitiamo tutti i candidati al prossimo Consiglio Comunale e a Sindaco a dare prova del buon esempio postando le foto delle bollette dei rifiuti pagate» scrive Chirico via social. Ed è subito bufera. Alla sfida partecipa anche la consigliera regionale Monica Paolino e qualche ex consigliere comunale. Subito pronta la risposta del MoVimento 5 stelle: «Ci sembra più che accettabile la proposta dell’ex assessore comunale di Palazzo di città Diego Chirico di rendere pubblico lo stato dei pagamenti dei rifiuti per i futuri consiglieri e il futuro sindaco di Palazzo Meyer. Così pertinente come proposta che ci sembra strano che provenga dall’ex assessore Chirico. Lui, indagato insieme alla moglie nell’operazione Sarastra che ha portato allo scioglimento del comune di Scafati per camorra, che tutto è stato in questi, tranne che “trasparente”. Ricordiamo la discussione in aula sulla sua dichiarazione dei redditi, per esempio che nel 2013 era stata di 800 euro circa e aveva fatto sorridere vista la provenienza sociale ben nota del rampollo scafatese. Ricordiamo le discussioni in consiglio comunale sulla sua presunta incompatibilità per essere stato il presidente di un’associazione che nel 2013, a ridosso della campagna elettorale pro Aliberti aveva riscosso 4mila euro circa per un non meglio specificato servizio. Ricordiamo le innumerevoli discussioni che hanno visto come protagonista l’ex assessore sull’assunzione di sua moglie presso il piano di zona dell’Agro quando l’ex sindaco era presidente: ultima, in ordine di tempo, quella davanti alla magistratura antimafia. Ricordiamo il sequestro – procedimento al vaglio della magistratura – della casa dove vive e del suo studio, di proprietà della mamma, per abusi. Non possiamo dimenticare nemmeno il suo ruolo nella questione stadio e strutture sportive, ora in vendita grazie ad una gestione scellerata e discutibile. Ricordiamo, sempre su Chirico, la poca chiarezza anche nel suo ruolo di indagato nel procedimento Sarastra: è sia teste della difesa che dell’accusa. Ma da che parte sta signor avvocato Chirico? Ci fa piacere sapere che ora, a ridosso della campagna elettorale, si pulisce di nuovo la faccia e fa il “bravo politico”. Noi siamo dalla sua parte, vogliamo che i futuri candidati si mettano a nudo. Tutti i candidati se proprio vogliamo essere linea con tale proposta dovrebbero dimostrare essere in regola con tutti i pagamenti che riguardano i servizi che lo Stato offre, indipendentemente dalla qualità. In più chiediamo che ogni candidato dichiari se ha parenti o affini che lavorano in partecipate comunali, consorzi, aziende che hanno rapporti diretti con l’ente che si propongono di guidare. Importante anche la pubblicazione del casellario giudiziario e certificato dei carichi pendenti. Chissà che questa proposta iniziale sulle tasse non si trasformi in un boomerang. A nudo dovrà mettersi anche Chirico, su tutto, non solo sui rifiuti. C’è davvero bisogno di ripulire la città di Scafati, in tutti i sensi, anche da persone che in questi anni ne hanno provocato il degrado sociale, civile, politico, culturale e amministrativo. Chirico? Lo sappiamo chi è, lo giudicherà il popolo per quello che ha fatto” scrivono gli attivisti di Scafati in MoVimento. E la polemica si infiamma in rete a suon di like e commenti.