di Erika Noschese
«Mi chiamo Souleymane Rachidi. La notte tra sabato e domenica ho accusato un forte dolore al petto, stavo perdendo le forze e ho subito chiamato il 118 che mi ha portato al pronto soccorso del Curteri». Inizia così il racconto di Souleymane Rachidi, il 20enne ivoriano che qualche giorno fa ha denunciato un episodio di razzismo all’ospedale Curteri di Mercato San Severino. Solo nella giornata di lunedì, l’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona ha annunciato di aver terminato l’ìindagine istruttoria, smentendo – di fatto – il caso di razzismo. Solo ieri mattina, i membri di Potere al Popolo Salerno si sono recati presso il nosocomio locale dove Rachidi è ricoverato a causa della bronchite e dei forti dolori al petto e hanno raccolto la sua testimonianza.
Il video è stato poi diffuso sulla pagina social di Potere al Popolo Salerno. «Appena arrivo, l’infermiera mi ha visto e ha detto “Salvini fa entrare ancora questa gente?” racconta il 20enne ivoriano Allora, io ho chiamato i medici del 118 e ho detto loro che capisco l’italiano e avevo capito cosa detto. Lei ha continuato a dire “devi morire, devi andare al paese tuo”.
Così, ho iniziato a fare il video». E ancora: «Ho chiamato polizia e carabinieri e dopo il mio datore di lavoro che mi ha portato da San Severino al Ruggi dove mi hanno fatto tutti gli accertamenti. Questo è». Souleymane Rachidi ha poi espresso parole di apprezzamento per il personale medico del Ruggi: «Qua mi trattano tutti bene. Medici e infermieri mi
Il coordinamento chiede convocazione di un tavolo in Prefettura con le forze politiche trattano bene. Sono uno studente del terzo anno dell’alberghiero e lavoro in una ditta di infissi e alle volte lavoro con i bambini, faccio l’animatore». E sui progetti futuri Rachidi sembra avere le idee chiare: «In futuro vorrei diventare un grande chef o pasticciere». Intanto, Potere al Popolo ha annunciato l’intenzione di procedere con un tavolo aperto a tutte le forze politiche, sia di centro destra che di centro sinistra – in Prefettura proprio per «affrontare la deriva razzista e di intolleranza che sta investendo le nostre città – ha spiegato Davide Trezza, membro del coordinamento nazionale di Potere al Popolo – Ci auguriamo che anche altre espressioni democratiche della politica locale chiedano di essere inserite in questa discussione che ormai riguarda chiunque sia fuori dal progetto repressivo che questo Governo ha previsto per l’Italia». Da qui la richiesta ai sindaci della Valle dell’Irno di aderire alle richieste portate in prefettura a Salerno dal coordinamento “Salerno contro la legge (in)sicurezza” e si oppongano concretamente e sul piano istituzionale, alle richieste e ai bisogni dei richiedenti asilo. «Nel nostro territorio sono presenti progetti Sprar, centri d’accoglienza straordinari e case famiglia per minori. Stiamo parlando di decine e decine di migranti non integrati realmente all’interno del tessuto sociale della valle dell’Irno, isolati rispetto al centro cittadino, costretti a lavorare per aziende locali a nero, sottopagati o sfruttati, senza riferimenti e con una serie di problematiche rispetto alla risoluzione di problemi burocratici e legali», ha dichiarato ancora Trezza.